Precipitevolissimevolmente Stefano Scarfone
Un terzo disco di prossima uscita. Un chitarrista d’eccezione che esalta la musica a tutto tondo, la compone, la produce in un amalgama di stili, idiomi ed espressioni.
Collaborazioni prestigiose con etichette discografiche del calibro di Sony, Universal, Warner e Virgin, un Key Awards (premio dato alle musiche per le pubblicità), colonne sonore per decine di produzioni soprattutto della Rai, tutto questo è Stefano Scarfone che, dopo Estrella, album interamente dedicato alla musica mediterranea, prosegue il suo lavoro di musicista con Precipitevolissimevolmente, prodotto dalla NAU RECORDS, progetto estremamente variegato e in cui tutto e il contrario di tutto è il pretesto per affermare le capacità e l’innata poliedricità dell’artista Scarfone.
A dare man forte a Stefano in questo disco ci sono delle presenze importanti come quella di Israel Varela batterista messicano (Pat Metheny, Mike Stern, Jo Jo Ma, Hiriam Bullock, Alex Acuna, Charlie Haden, Bireli Lagrene), Caterina Palazzi (contrabbasso), Luca Pirozzi basso fretless (Mick Goodrick, Mike Stern), Juan Carlos Albelo Zamora violinista cubano (Gabriella Ferri, Pino Daniele), e il trombettista inglese Quentin Collins (Prince, Craig David , Alicia Keys).
Un progetto vasto, articolato, che commistiona jazz e qualunque altro genere musicale, proprio per questo ci tenevamo molto a parlarne con il diretto interessato…
Titolo curioso quello del tuo nuovo disco… chissà perché mi nasce spontaneo l’accostamento con Supercalifragilistichespiralidoso… che hai da dire a tua discolpa per questi pensieri impervi che mi fai venire?
Eheh, effettivamente potrebbe sembrare uno scioglilingua, in realtà il titolo, che è una delle parole più lunghe ed articolate del nostro vocabolario, ha a che vedere con una premura, una fretta, in questo caso di “cambiare” , di dimostrare che non servono canzoncine smielate o parole sdolcinate per arrivare a tutti, basta la melodia ed il cuore, è un album che esprime una articolazione musicale complessa risultando semplice ed immediato, e ha nel suo interno una fusione di stili, una ricerca ed un approfondimento che non prescinde dalla “italianità melodica”.
Da Estrella a Precipitevolissimevolmente: qual è il percorso di congiunzione tra i due progetti?
Sicuramente un album molto diverso, anche se conserva quelle che sono le mie matrici compositive, Estrella era un disco più “prodotto”, Precipitevolissimevolmente è un disco molto più live, le session sono state riprese suonando insieme, c’è interplay, ci sono innesti di altre voci, c’è la tromba di Quentin, il violino e l’armonica cromatica di Juan Carlos e il basso fretless di Luca Pirozzi che colorano le songs, e l’intero lavoro è “cantato”. Anche le improvvisazioni non sono mai fine a se stesse, ma godono di una raffinata cura della melodia. Lo trovo più che un disco, un “atto d’amore”.
Un tour negli ultimi due anni che ti ha visto in giro per tutto il mondo, quanto questo ti ha cambiato e/o influenzato?
Sai, la cosa più bella della musica è proprio andarla a suonare, avere la possibilità di confrontarsi con culture diverse è incredibile. La crescita è immediata, e mi ha dato molta fiducia e sicurezza sulla strada intrapresa. I ricordi più belli sono quelli del tour messicano, dove oltre ad avere avuto un successo inaspettato, ho conosciuto un paese con una grande dignità e una grande “attenzione” alla cultura.
In questo disco sembra di sentire un altro te: più completo o forse, solo più aperto ad una condivisione diversa dell’essenza della musica che ti permea. Che ne pensi tu?
Da Estrella sono passati 4 anni, chiaramente sono cambiate molte cose, e ne sono maturate altre. Nei primi due album in un certo modo ero comunque legato alla scrittura tipo “soundtrack”, perchè quello è il mio background più grande. Intraprendere un progetto solista, girare il mondo e confrontarmi con tantissimi musicisti di diverse etnie ha cambiato parecchio il mio approccio musicale e nell’album si sente. Si sente anche la minore propensione al virtuosismo, che fa forse parte di una acquisita sicurezza di non dover dimostrare niente e lasciare libera la melodia di cantare. Precipitevolissimevolmente è un disco “difficile da suonare”, ma non si sente, e questo è il risultato che volevo. Non ci sono overdubs, e interventi eccessivi sul suono, ma microfoni , musicisti e ottimi fonici e un grande lavoro di mixing e mastering (il più possibile naturale) fatto da Paolo Filippi del Cavò Studio di Bergamo.
Jazz, come pretesto, ma non solo. In questo tuo nuovo disco tocchi diversi generi musicali, però facendoli tuoi, rendendoli diversi, accessibili. Dovessi definire la tua musica, come la catalogheresti (termine che odio tra l’altro, un processo creativo in nessun modo è categorizzabile secondo me)?
Sai dare un definizione della mia musica lo trovo molto complicato, e trovo che la catalogazione in base allo stile sia in alcuni casi riduttiva. La chiamerei “musica”, come diceva la mia insegnante delle medie alla prima lezione: “la musica è la regina delle arti“. Precipitevolissimevolmente è un “viaggio” , ci sono gli odori e i sapori mediterranei, c’e la musica latina, il jazz, il blues, ci sono le isole eolie, canta il “sud”, ma anche la geometria nord europea, c’e il nord Africa ed il sud America, c’e la cura delle sfumature dell’espressività e la collaborazione con grandi artisti internazionali, il tutto in un’alchimia totalmente acustica anche nel suono complessivo del disco.
Tu sei un creatore, un artista a tutto tondo che pensa con la mente e crea col cuore. Quali sono i punti cardine del tuo processo creativo?
Tutto quello che scrivo lo penso. Non compongo mai con lo strumento, ma con la testa, la melodia dei brani canta nella mia mente e poi la traduco in note sulla chitarra, questo mi aiuta a non cadere mai nell’automatismo e a non farmi sviare dalla tecnica strumentale. Poi nell’arrangiamento dei brani le cose cambiano un po’ a seconda del materiale umano a disposizione.
Il prossimo 13 marzo avverrà la presentazione ufficiale del progetto a Palazzo Santa Chiara a Roma, vuoi svelarci come sarà questo nuovo live?
Quello che ho imparato con i tour e le esperienze all’estero è che la performance musicale non può prescindere dallo spettacolo e dalla comunicazione, valgono almeno quanto la musica che si scrive, e riuscire a coinvolgere il pubblico con un concerto strumentale è la mia priorità, perchè attribuisco a questo “modo” un valore infinito. La musica senza parole ti porta dove vuoi, non ti chiude in un significato legato alla dialettica, ha la libertà di evocare. Nel prossimo tour farò molte date in trio (contrabbasso e batteria), ma anche in quintetto (con tromba e violino) ed in solo. Tutte le mie composizioni sono scritte per chitarra e sono eseguibili da solo, nel senso che eseguo basso, parte ritmica e melodia insieme. Le ho scritte e le suono così anche nell’album.
Oltre alla produzione discografica, il tuo progetto musicale si avvale di un interessante sostrato sociale da non trascurare: Gianni Barone, tuo produttore, devolverà ogni trimestre una quota pari al 10% degli incassi a La Higuera, ONG argentina che si occupa di un programma per la costruzione di una casa di cura per l’infanzia nella regione del Chaco. Come è nata questa idea?
Il programma Nau for Chaco è stato voluto da Gianni Barone e si avvale del patrocino dell’Ambasciata d’Argentina in Italia. L’obiettivo è quello di essere solidali in maniera concreta, rilasciare feedback visibili e distinguibili. La scelta è caduta su La Higuera per il forte impegno, per la tutela e la cura dell’infanzia di questa ONG nel Chaco, regione periferica e povera del nord-est argentino. E’ stata una scelta casuale dettata dalla “buona sorte”, come dice Gianni, che, durante alcune conversazioni con dei suoi amici argentini, è venuto a conoscenza di questo progetto e l’ha subito adottato con un programma ad hoc. Io sono molto orgoglioso che la mia musica possa contribuire a realizzare qualcosa di così importante.
Progetti per questo disco e per il tuo futuro in generale?
Il mio progetto per il futuro è un invito per tutti a venire al concerto del 13 marzo e agli altri che faremo inizialmente in tutta Italia.
Un invito all’ascolto e alla partecipazione all’iniziativa benefica che cercherò di attuare insieme alla NAU con tutto ciò che è legato alla mia attività artistica, e chiaramente a comprare Precipitevolissimevolmente.
Un saluto a tutti i lettori di MArteMagazine.
In bocca al lupo Stefano, noi ci vediamo il 13 marzo alle 21 a Palazzo Santa Chiara a Roma (per info e prenotazioni: 06/6875579 oppure 366/4734109).
Edyth Cristofaro
Edyth Cristofaro, Intervista, martelive, martemagazine, musica, NAU Records, Precipitevolissimevolmente, Stefano Scarfone