Rafaela Carrasco: Vamos al Tiroteo
ROMA- Per la sua prima esibizione all’Auditorium Parco della Musica in occasione della biennale di Roma Flamenco!, il 14 ed il 15 ottobre scorsi, la famosa bailaora Rafaela Carrasco ha presentato Vamos al tiroteo, versiones de un tiempo pasado, spettacolo vincitore alla XV edizione della Biennale di Flamenco di Siviglia di due premi per la migliore coreografia.
Lo spettacolo reinterpreta in maniera originale il disco Canciones populares inciso da García Lorca nel 1931, già fonte di ispirazione per innumerevoli artisti del flamenco contemporanei.
Poter riportare ad oggi i temi del 1931, è questo lo scopo del lavoro della Carrasco, però con un sentito musicale, scenico e coreografico che differisce dall’originale di quel momento storico e sociale, e che mantiene però lo stesso spirito intrinseco che divulga al pubblico quelle parole e quella musica che appartengono indelebilmente al popolo e che raccontano il modo di vivere delle generazioni passate, creando inevitabilmente un ponte sospeso con la nostra, di generazione.
Dice la Carrasco stessa: «C’è sempre un passato e nel flamenco è profondamente radicato. Il passato costituisce la radice di ciò che siamo e facciamo oggi. Restare in esso è non stare nel presente. Viverlo dal presente è incamminarsi verso il domani. I brani di Canciones populares sono importanti per lo spettacolo di ieri e di oggi perché appartengono agli ascoltatori, perché siamo cresciuti con essi e sono parte di noi. Canciones populares costituisce oggi il mio punto di partenza per un possibile cammino verso ciò che verrà domani».
Rafaela Carrasco Rivero, nata nel 1972 a Camas, vicino a Sevilla, inizia a ballare a soli sei anni, con Sevillanas e altre danze semplici, in una scuola del suo paese natale, in provincia di Siviglia. Decide ben presto quale sarà la sua professione, sostenuta dalla madre, che con immensi sacrifici la accompagna a Siviglia, alla famosa Accademia di Matilde Coral, presso la quale la Carrasco ottiene il Certificato di Carrera de Clásico Español. La sua formazione nel flamenco è stata segnata dai maggiori maestri della sua Siviglia natale, ma non solo: La Toná, Manolo Marín, Manolete, El Güito, Milagros Menjíbar, Rafael El Negro, El Mimbre.
Bailaora di grandissimo rilievo e dotata di una musicalità corporea toccante, Rafaela Carrasco è una vera ricercatrice, nel campo del Flamenco: i piedi saldamente radicati nella tradizione flamenca, che ben conosce e che ha vissuto fin dalla più tenera età, una testa sempre in fermento creativo, interessata, intelligente e curiosa nei confronti di musica e danza provenienti da altre fonti. Il suo non è mai un flamenco banale, “già visto”, o un flamenco virtuosistico, che voglia stupire il pubblico. La sua danza è l’espressione delle emozioni umane che il flamenco può veicolare in modo tanto evidente.
La affascinano tutte le forme di arte e di cultura che possano aiutarla ad esprimere i messaggi che desidera rendere palpabili nei suoi spettacoli, andando quindi ben oltre le frontiere del flamenco tradizionale.
Lo spettacolo dell’Auditorium è stato, in questo senso, una vera e propria consacrazione. Le “Sevillanas Antiguas” aprono le porte ai quattro bailaores della Compagnia, vestiti nelle loro Batas de Cola: belli, bravi e fieri si avvolgono nelle loro code con una agilità femminea e irriverente, e presentano la virtù primordiale del baile, mentre la stessa Carrasco con i pantaloni da uomo e a suon di nacchere, dimostra che non è questione di genere, piuttosto di livellamento e di comunanza d’intenti. Il Flamenco è in primo luogo espressione dell’anima, dell’interiorità, della forza personale, è una danza forte che richiama il legame alla Terra, alle origini, al sentimento d’amore, alla libertà.
Poi, un vestito bianco simile a quelli che indossava l’indimenticabile Argentinita nelle sue esibizioni dell’epoca, mentre la Carrasco duetta con David Coria: i loro corpi ballano e si avvolgono con un mantón dai colori tema della serata (bianco, rosso e nero), in una danza che è un richiamo, una richiesta, un tentativo di avvicinamento.
E poi di nuovo spazio a Ricardo López, Pedro Córdoba, José Maldonado e David Coria, che attraverso la potenza del loro zapateato e i loro virtuosismi, danno un’impronta caratteristica, forte e decisa a tutto lo spettacolo: sono quasi indimenticabili nella coreografia dove ballano tra frange rosse calate dall’alto, come se un velo coprisse il passato, ma lo lasciasse intravvedere nel presente.
La tenuta del ritmo della Carrasco e la sua magistrale interpretazione trovano l’apice nel finale con un baile a palo seco con i quattro bailaores: la danza si caratterizza con la velocità di esecuzione, con intrecci di figure coreografiche e giochi di luce, tutti elementi che scandiscono il compás e l’uscita dalla scena ad uno ad uno dei quattro uomini, fino a lasciarla di nuovo sola sulla scena, così come all’inizio, la bailaora Carrasco…
Line Up:
baile
Rafaela Carrasco
Ricardo López
Pedro Córdoba
José Maldonado
David Coria
piano
Pablo Maldonado
violoncello
José Luis López
chitarra
Jesús Torres
Juan Antonio Suárez “Canito”
cante
Antonio Campos
Gema Caballero
Edyth Cristofaro
Foto di Federico Ugolini
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