MArteLive Beta Edition: dai The Blennies ai Marlene Kuntz
HEROMA- E’ stata definita l’edizione dell’anti-crisi, la finalissima nazionale del MArteLive 2011 è riuscita in un’impresa titanica: raccogliere 600 artisti, coinvolgere 9 location romane, gestire il grande evento multi-location al meglio nonostante gli avvenimenti che hanno sconvolto la Capitale nel fine settimana, ma soprattutto richiamare migliaia di spettatori e offrire decine di spettacoli di eccellente qualità.
Non possedendo il dono dell’ubiquità ognuno di noi si è concentrato su un evento in particolare e in questa sede vi racconteremo cosa è accaduto il 12 e 13 ottobre nella sala Mississippi dell’Alpheus.
Mercoledì 12 le porte si sono aperte insieme alla musica di una nuovissima band locale i The Blennies. Sono così giovani e di recente formazione che è difficile trovare informazioni sul loro conto, ma la possibilità di accedere ai camerini e di scambiarci due chiacchiere ci ha offerto maggiori elementi. Propongono un brit pop classico, con semplici melodie e facili arrangiamenti. Sono alle prime armi e hanno tutte le carte in regola per crescere e lavorare sull’originalità. Sostengono che il loro è stato uno dei primi live in un locale così rinomato e questa cosa sorprende parecchio, poiché possiedono una padronanza del palco invidiabile.
Gli Inbred Knucklehead invece all’Alpheus sono di casa, a loro il compito di anticipare lo show degli headliner di stasera. Saltano, ballano, sudano e imbastiscono uno spettacolo frenetico. Hanno una delle migliori sezioni ritmiche nostrane (anche se provengono da varie parti del globo, ma ormai sono stati tutti adottati da mamma Roma) e lo slap del basso è perfetto ed incisivo. Non si smentiscono, anzi dimostrano di essere cresciuti sia musicalmente che scenicamente. Sicuri e goliardici dialogano con un pubblico estasiato e travolto dall’adrenalina che i quattro Inbred sanno bene come scatenare.
E finalmente fa il suo ingresso sul palco la band che ha fatto la storia del punk-rock demenziale targato Italia: gli Skiantos.
Dal 1977, anno in cui incisero il loro primo lavoro, ad oggi il gruppo bolognese ha cambiato parecchie formazioni, ma è rimasto trash fino al midollo.
La scaletta è un susseguirsi di vecchi successi, brani che anche dei “giovincelli” come noi conoscono a memoria e cantano a squarciagola sotto gli occhi divertiti di Freak Antoni e compagni.
Dalla famosissima “A me piaccion le sbarbine” si passa a “Largo all’avanguardia”, mentre su “Merda d’artista” il leader degli Skiantos ci fa una piccola i ntroduzione raccontando come Paolo Manzoni riuscì a far diventare semplici barattoli numerati e dal contenuto abbastanza esplicito, delle opere d’arte avanguardista.
Il momento più divertente, per noi dello staff, è stato durante l’esecuzione di quello che il nostro direttore artistico ha eletto come “colonna sonora del MArteLive Beta Edition”: “Sono un ribelle mamma”, e allora tutti abbracciati stretti sotto palco ad urlare quello che per noi è diventato il motto di questa edizione.
Gli Skiantos hanno ancora una volta dimostrato come la musica può trasformarsi in un messaggio personale o globale, grazie anche alla loro semplice, diretta ed ironica capacità comunicativa. Brani risalenti ad un’epoca che non dovrebbe appartenerci più, invece ci mostrano come la storia del nostro paese si sia fermata a venti anni fa e come le idee di rivoluzione o ribellione, appunto, si ripropongano ciclicamente.
Un grazie sentito va a tutta la band che ci ha dato la possibilità di conoscere il loro lato umano e meravigliosamente normale.
Dopo nemmeno 24 ore il nuovo glitterato Alpheus riapre i cancelli per ospitare il secondo appuntamento con il MArteLive (l’ultimo di questa edizione nella storica location del festival multi-artistico).
Sul palco solo due band nonostante una serata che alla fine si rivelerà lunga e densa di avvenimenti. In apertura una delle band rivelazione della scena underground italiana: il Management del Dolore Post-Operatorio. Loro sono una continua conferma e in ogni live dimostrano una costante crescita e confidenza con i meccanismi del palcoscenico. In questa occasione offrono un gustoso assaggio di quello che sarà il loro secondo album, registrato insieme a Manuele Fusaroli ormai un guru della scena indipendente (per capirci è stato direttore artistico di Zen Circus, Teatro degli Orrori, Luci della centrale elettrica e Nada). Testi che rappresentano una reale visione sull’odierna condizione umana, declamati con ironia e provocazione. La parola invita alla riflessione, e allo stesso tempo racconta la loro indignazione nei confronti di una società amorfa e omologata. Il messaggio che i MaDe DoPo vogliono comunicare passa anche attraverso la teatralità: la messa in scena del frontman Luca Romagnoli che vive ogni brano sulla sua pelle. Personaggi e storie prendono forma, il gesto assume significato, il tutto condito con riff e ritmi serrati e martellanti che suonano come tanti pugni nello stomaco.
Alla fine di un’interminabile cambio palco è giunto il momento più atteso di questa edizione. Il locale è stracolmo di persone e l’aria è quasi irrespirabile. Inondati da fumi e applausi fanno il loro ingresso i Marlene Kuntz. Breve, ma non tanto, introduzione di Andrea Tiberio TIBER che sciorina una serie di frasi di difficile comprensione a cui il pubblico risponde con velata disapprovazione e siamo tutti pronti per circa due ore di caldissimo live.
Si inizia con alcuni brani tratti dall’ultimo lavoro dei Marlene Ricoveri virtuali e sexy solitudini, forse la parentesi più introspettiva della band di Cuneo, ma la gente in sala sembra ancora in fibrillazione come se non avessero ancora iniziato, attende pazientemente la bomba che non tarda ad esplodere.
“Nuotando nell’aria” e “La canzone che scrivo per te” sono solo l’antipasto di una succulenta cena a base di puro rock. “Sonica”, “Ape regina” e vari successi tratti da “Catartica” e “Che cosa vedi”, fino al dessert: due lunghissimi encore con “Cara è la fine” in giusta conclusione.
A fine concerto ai fan più fortunati è stata concessa la possibilità di entrare in camerino per salutare e stringere la mano di Godano & Co. ritrovandosi, inoltre, coinvolti di una sorta di party che si è protratto fino alle 4.30 del mattino.
Si conclude così la due giorni all’Alpheus, ma il MArteLive continuerà fino a sabato 15 ottobre. Tra tutti i concerti che si sono tenuti nelle varie location da segnalare l’esibizione della band londinese Does it offend you, yeah? all’Animal Social Club, paurosamente bravi.
Il festival per quest’anno si conclude qui ma l’esperimento Beta è riuscito, vi assicuriamo ancora soprese per il prossimo anno. Qui non ci si ferma mai e le idee sono in continua evoluzione…
Paola D’Angelo
Foto di Federico Ugolini, Laura Fioravanti, Fabio Ventrone
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