Tiromancino: stelle, vino… e tanto rock!
OSTIA ANTICA- Per essere una sera d’estate c’è forse troppo fresco il 21 luglio. Parte un tuono e ci si aspetta che da un momento all’altro venga uno di quei tremendi temporali estivi. Ma non è così! Sono i Tiromancino che già iniziano a farsi sentire, quasi come a voler dire: “State attenti che per le prossime due ore non avrete pace!”.
Intanto sullo schermo di forma circolare si vedono fulmini, cieli grigi che poco a poco si dissolvono per fare spazio a cieli sempre più blu e nuvole di un candore unico, mentre l’intro si fa sempre più calzante scandendo il riff di “Cosa cerchi veramente”. Dalla sinistra del palco entra Federico Zampaglione con al collo la sua chitarra elettrica, il tempo di un inchino al suo pubblico intrepido di ascoltare le sue parole e partono i primi versi che fanno scattare un boato dal pubblico.
L’emozione di Zampaglione traspare nella sua voce e i suoi occhi brillano per la gioia di calcare un palco (quello del Teatro Romano di Ostia Antica) che per anni è sempre stato un suo sogno e che finalmente è riuscito a realizzare. Riparte con “Mondo imperfetto”, tratto dall’ultimo album in studio “L’essenziale”, seguita da “Se tutte le avventure” non prima di aver brindato ai presenti con un bicchiere di vino rosso.
Il pubblico inizia a scaldarsi con “Imparare dal vento” dove il frontman si destreggia tra le scale armoniche con un assolo di chitarra, ma è quando partono le prime battute della sua versione di “Un tempo piccolo”, in origine di Franco Califano, che l’aria inizia a farsi sempre più calda.
Il palco cambia atmosfera: si tinge di sfumature gialle e bianche, richiamando le immagini proiettate sullo schermo di una strada notturna con le strisce gialle in veloce movimento, facendo tributo al cult movie “Lost Highway” (in Italia “Strade Perdute”) del visionario David Lynch che accompagnano un brano che Zampaglione dedica ai viaggiatori, “L’autostrada”. Dopo essere tornati sul nuovo album con “Quanto ancora” avvolta in una luna piena (purtroppo solo sullo schermo) è la volta di due tra i brani di maggior successo dei Tiromancino, “Amore impossibile” (riproponendoci le immagini del videoclip diretto da Lamberto Bava che cita proprio suo padre in un remake del film del 1968 “Diabolik”) seguita da una versione reggae di “Nessuna certezza” che ha divertito molto il pubblico.
Nel pomeriggio i Tiromancino avevano annunciato attraverso la loro fan page di Facebook i due ospiti speciali della serata. La prima è Noemi che si presta in una cover dello storico gruppo britannico dei Cream, “Sunshine of your love” riproposta con un arrangiamento decisamente rock, dove da il meglio di se con la sua potente voce tra black e soul, offrendo un duetto di voci e chitarre da mozzare il fiato.
Ancora un brindisi e riparte con “I giorni migliori” per poi dare spazio a uno dei momenti forse più toccanti della serata con l’esecuzione di “Felicità”, per l’occasione interpretata insieme al suo carissimo amico Giuliano Sangiorgi, il secondo ospite della serata, tornato in ottima forma da una delicata operazione alle corde vocali pochi mesi fa, e accolto dal pubblico con grande enfasi. Come da prassi, dopo la quiete la tempesta: Sangiorgi non sembra avere tanta voglia di lasciare il palco, così imbraccia una chitarra rosso fuoco e attacca con “È necessario” dando una bella scossa elettrica al Teatro di Ostia Antica, in un gioco di assoli di chitarre tra Zampaglione e Sangiorgi, che saluta il pubblico romano dando appuntamento a ottobre con i “suoi” Negramaro.
Il gruppo si prende una piccola pausa colmata da un sample elettronico tratto dalla colonna sonora di “Strade Perdute” che ritorna ancora sullo schermo. Alle tastiere Stefano Cenci introduce “Per me è importante” accolta dal pubblico con grande entusiasmo, che addirittura anticipa il primo verso del brano. Parte quindi il terzo duetto della serata, ma questa volta l’ospite d’onore è il pubblico che canta a squarciagola l’intera la canzone.
Dopo aver suonato “L’essenziale” (ormai si è perso il conto dei “brindisi”) Zampaglione esorta il pubblico ad alzarsi e lasciarsi andare sulle note di “L’alba di domani”. Ma non basta, Federico vuole ancora di più. Si sente ancora troppo distante dal suo pubblico che invece vorrebbe vicino. Invita così tutti a separarsi dagli spalti per avvicinarsi al palco e il pubblico accetta volentieri l’invito invadendo una platea forse troppo imbalsamata per i gusti del cantautore romano, che con “Angoli di cielo” e la scatenatissima “Quasi 40”, dove scimmiotta Angus Young nell’assolo finale, manda in delirio il pubblico. Era come se tutti non vedessero l’ora di potersi scatenare a così stretto contatto. Forse qualche presente in platea non ha gradito troppo l’intrusione, ma poco sembra importare a Zampaglione & Co. che si presta a strette di mano con le prime file. Finalmente si può dire di essere a un bel concerto rock!
Ancora una breve pausa per riprendere le redini del palco con un gran finale segnato dalla cover del famosissimo brano di Elton John “Rocket Man” per poi chiudere con “La descrizione di un attimo” e “Due destini” (portata al successo anche grazie al film “Le fate ignoranti”, di Ferzan Ozpetek, di cui ne è la colonna sonora, ndr), mentre sullo schermo vediamo proiettate le immagini del robot giapponese Asimo che cammina mano nella “mano” con una ragazza. Mentre il brano è in chiusura Federico Zampaglione presenta gli altri componenti del gruppo (Dario Albertino alle campionature audio e video, Emanuele Brignano al basso, Ivo Parlato alla batteria e il già citato Stefano Cenci alle tastiere) per poi salutare il pubblico. Gli spettatori ringraziano la band con un lungo applauso mentre Zampaglione cerca di stringere la mano a quanti più possibili. Gli si legge in viso quasi il desiderio di voler abbracciare ogni singolo presente, cosa che chiaramente non può fare per ovvie ragioni, ma è evidente la sua gratitudine verso un pubblico che ricambia la sua stima nei suoi confronti.
Un concerto davvero emozionante e decisamente rock, per quello che è realmente lo spirito di tale movimento. Anche brani che abbiamo avuto modo di conoscere in passato in vesti più “soft”, in questa serata erano spinti da una carica “aggressiva”, talvolta quasi ruvida che magari non lo si aspetterebbe da un “malinconico” come Zampaglione, ma comunque mai con una sbavatura.
Una nota di merito va anche al gruppo spalla, i La Scelta che hanno saputo scaldare i presenti con cinque pezzi dal loro repertorio tra cui “La grande danza”, “Colori” e “Il nostro tempo”, brano presentato alla sezione giovani della cinquantottesima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo nel 2008 raggiungendo la seconda posizione in classifica. Venti minuti di “preliminari” tra rock e folk che hanno saputo gestire molto bene l’inizio di una serata che si è rivelata più energica di quanto ci si potesse aspettare.
Per chi non ha avuto modo di essere a Ostia Antica il 21 luglio o ancora non fosse riuscito ad assistere dal vivo i Tiromancino ha ancora tempo per tutta l’estate che vedrà impegnata la band col tour iniziato a febbraio e che andrà avanti fino al 2 ottobre, un tour che dà spazio alla passione e al divertimento più puro scandito da chitarre elettriche e suoni più distorti del solito. Questa volta Zampaglione ha lasciato la sua malinconia e i suoni delicati che ci siamo abituati a sentire negli ultimi quindici anni a casa e si è portato in giro un bel po’ di energia di puro rock.
Per info sul tour:
http://www.tiromancino.com/index.asp?tiro=07
http://www.facebook.com/tiromancino.official?ref=ts
Mauro Tropeano
Foto di Daniele Rotondo
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