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Arrivederci, tenente

Grazie, arrivederci…Ah, un’ultima cosa…” mentre il tenente Colombo pronunciava quell’ultima frase, tornando dietro dal ciglio della porta, proprio mentre l’assassino credeva di averla fatta franca all’ennesimo attacco dello zelante poliziotto, tutti gli spettatori sapevano che per lui era oramai giunto il momento di essere definitivamente smascherato.

Un’ultima cosa…”, con quel classico fare incerto, con la mano che si gratta la fronte per simulare un dubbio che oramai non c’è più, così il tenente Colombo era diventato celebre e soprattutto amato: semplice, un po’ arruffone, tormentoso nei confronti della vittima nell’arco di tutta la puntata, quasi una tortura cinese, fatta di continue visite, interrogatori, con il tenente che spunta da ogni angolo in ogni momento, con il suo taccuino, il registratore ed il sigaro, una finta ingenuità e un enorme senso dell’umorismo.
Ma se almeno cinque generazioni diverse ricordano con affetto questo simpatico ed originale personaggio televisivo, sicuramente un precursore delle mille e più serie Tv che ci vengono proposte oggi, è perché ad interpretarlo, viverlo, dargli forma, c’era uno straordinario attore come Peter Falk, che ricordare solamente per essere stato il tenente Colombo sarebbe limitativo, pur se in quell’impermeabile ha passato metà della sua vita.
Peter Falk è morto il 23 giugno, aveva 83 anni ed era malato da tempo, Morbo di Alzheimer in forma aggravata e demenza senile, che lo facevano vivere oramai in uno stato di quasi totale incoscienza. Pur non cogliendo gli appassionati di sorpresa, la notizia lascia comunque un grande dispiacere, come spesso accade quando ad andarsene è un uomo che, pur senza essere mai conosciuto di persona, ha tenuto in qualche modo compagnia puntualmente con i suoi personaggi, quasi a diventare parte di una famiglia che lo seguiva regolarmente.

Peter Falk è stato uno straordinario attore, con una mimica unica, “favorita” anche da quell’occhio di vetro che gli era stato impiantato a tre pfanni per via di un tumore all’occhio asportato. Nel corso di una carriera durata più di quarant’anni, Falk ha lavorato con registi di spessore internazionale come Frank Capra (Angeli con la Pistola), John Cassavetes (Mariti) e con Wim Wenders nell’indimenticabile Il cielo sopra Berlino, film che ha fatto vedere anche da questa parte dell’oceano che Falk non era solo il tenente Colombo, ma anzi un attore talentuoso e multiforme, con una grande passione per questa arte.
Nonostante la malattia fosse oramai devastante, infatti, l’attore americano ha continuato a recitare fino a quando gli è stato possibile, con una piccola parte in American Cowslip, film del 2009 fa uscito lo scorso anno con Val Kilmer.
Ma non c’è dubbio, e non c’è neanche nulla di male in questo, che nelle nostre case Peter Falk è entrato come il tenente Colombo, ed è probabilmente in questo ruolo che è rimasto anche nei nostri cuori; è inevitabile, quindi, che oltre al dispiacere per la perdita dell’uomo, ci mancherà anche il personaggio da lui maggiormente interpretato, anche se continuerà ad esistere negli episodi lasciati alle televisioni e mai smessi di essere replicati. Arrivederci, allora, Peter…anche se stavolta non ti girerai verso di noi per tornare e dirci ancora “un’ultima cosa”…

Alan Di Forte

Alan Di Forte, cinema, Il Tenente Colombo, martelive, martemagazine, Peter Falk

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