Dorian Gray_ La pelle degli spiriti
La pelle degli spiriti dei Dorian Gray è un album di difficile approccio, che cammina lentamente sulla “linea retta delle soluzioni immaginarie” con una particolare attenzione all’ancestrale battaglia tra il corpo e l’anima.
Dagli echi iniziali di “Fanfara Fredda” si passa alla catastrofica immagine di una generazione avida e votata alla sopravvivenza di “Auto da Fè” per poi procedere verso il “Quinto Stato”, forse quello raccontato da Ferdinando Camon, un mondo fatto di bisogni carnali, uomini e figure bibliche.
I testi sono affascinanti e convincono al primo ascolto, ma sono accompagnati da arrangiamenti musicali forse troppo malinconici. Apprezzabile l’idea di districarsi in arrangiamenti acustici con qualche parentesi elettronica, la musica sicuramente è una ricercata traduzione delle liriche, però a fatica seguiamo fino in fondo tutto il concept del lavoro.
L’artwork, a partire dalla copertina, è un interessante lavoro pittorico di Manuele Fior. Una rappresentazione illustrativa delle nove canzoni del disco che racconta del tema e del filo conduttore di tutti i brani: la freccia che trapassa corpo e anima, la sensuale e peccaminosa figura femminile, i riti tribali e le periferie metropolitane.
La pelle degli spiriti si inserisce a pieno titolo in un filone nichilista che, negli ultimi anni, trova molti spunti e argomenti da cui attingere. Questo disco va letto e approfondito prima di essere ascoltato.
TRACKLIST:
01 – Fanfara Fredda
02 – Auto da Fè
03 – Non è bellissima?
04 – Quinto Stato
05 – Desert Storm
06 – Berlino non va bene
07 – 1.1.11
08 – Bip
09 – Dhyana
Paola D’Angelo
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