Effetto Doppler: la musica che dona gioia ha raggiunto il suo scopo!
Si sono distinti, nell’ultima edizione di X Factor, come i ragazzi dalla faccia pulita e dai sani valori. Chiunque sia convinto, in maniera un po’ qualunquista, che la parola “giovani” faccia sempre rima con vizi e serate sopra le righe, si prepari a ricredersi!
Enrico Bergamo, Gabriele Papadia e Alessandro Spedicati, in arte Effetto Doppler, si dichiarano fieri di essere dei ragazzi semplici, in una realtà in cui tutti si affannano ad apparire stravaganti. In questa lunga intervista raccontano ai lettori di MArteMagazine la loro vita post X Factor…
X Factor è stato il vostro trampolino di lancio. C’è qualcosa di voi che credete non sia venuta fuori dal programma?
A volte potremmo essere sembrati un po’ polemici, ma solo perché tenevamo al rispetto che, in certi casi, veniva meno da parte di alcuni coinquilini del loft. In realtà, siamo tre ragazzi semplici, umili e quando ci vuole un po’ pazzi. Amiamo la musica e inseguiamo il nostro sogno. Di certo, i tempi televisivi e le caratteristiche di quel format, non ci hanno permesso di far venire fuori ciò che siamo realmente ma, chi ci sta conoscendo e seguendo da vicino, sta imparando ad apprezzarci.
Bob Marley la definiva il canto della terra, per Michael Jackson era il mezzo per migliorare il mondo. Cos’è la musica per gli Effetto Doppler?
E’ l’unione di emozioni e pensieri che si concretizza quando uniamo le nostre voci e le nostre sensazioni, per trasmetterle poi a chi ci ascolta.
Enrico è laureato in lingue con master specialistico post laurea, Gabriele è uno studente in ingegneria, mentre Alessandro si è da poco diplomato al liceo classico. Credete che una buona cultura sia indispensabile, anche per chi voglia intraprendere una carriera di tipo artistico?
Certamente! Crediamo che un buon bagaglio culturale sia sempre utile, anche quando si parla di musica. In questo settore, è importante, infatti, avere delle conoscenze di tipo storico oltre che tecnico e poi, visto i diversi contesti che un artista si trova ad affrontare, è essenziale essere in grado di sostenere argomentazioni di qualsiasi genere. La cultura, però, non sostituisce il buon senso e l’intelligenza di una persona. Occorre sempre sapersi comportare in maniera appropriata, con o senza cultura.
Se poteste parlare ai ragazzi che eravate prima di intraprendere quest’avventura, quando la vostra vita scorreva tra libri scolastici e pomeriggi in centro, cosa direste?
Siate voi stessi e cercate di raggiungere il vostro sogno, mettendoci cuore e testa!
Dalla vostra pagina su Facebook, si nota come gli adolescenti nutrano un particolare affetto per voi e siano molto attivi e partecipi. Ai vostri concerti, però, presenziano anche molti adulti. Come vi spiegate questo consenso tra generazioni diverse?
I giovanissimi, probabilmente, vedono in noi dei ragazzi come loro, che seguono un sogno. Tramite Facebook, poi, si crea un contatto umano diretto, che viene molto apprezzato. E’ vero che ai nostri concerti è presente un pubblico misto. Crediamo che ciò sia dovuto al genere e al repertorio musicale che proponiamo e che soddisfa i gusti di persone appartenenti a diverse fasce d’età.
A proposito dei vostri concerti, che sensazioni provate prima di salire sul palco? Avete dei riti scaramantici?
Ogni volta è un’emozione nuova e intensa, in grado di darci la carica necessaria per dare il meglio sul palco. Ci guardiamo negli occhi, mettiamo i nostri pugni uno sopra l’altro e diciamo la nostra frase portafortuna che è: “uno, due, tre, doppler!”.
Attualmente Gabriele è l’autore dei vostri inediti. Ciò che ho sempre apprezzato del cantautorato è “il coraggio” dell’artista di mettersi a nudo e donare un po’ di sè a chi lo ascolta. Quanto c’è di te in ciò che scrivi e come nasce un brano targato Effetto Doppler?
Di sicuro c’è molto del mio mondo e della mia personalità, ma anche tanto di Enrico e Alessandro. Ci influenziamo a vicenda, ormai siamo un tutt’uno. Quando scrivo una canzone, mi trovo spesso in un contesto silenzioso, nelle ore notturne. Quello è il momento in cui trovo la pace dei sensi e la giusta ispirazione. Le parole e la musica vengono, poi, quasi istintivamente.
Il vostro brano “un amico per te” è diventato l’inno della X edizione della raccolta fondi attuata dall’associazione Cuore Amico, a favore dei bambini affetti da gravi patologie. Cosa ha rappresentato per voi assistere da vicino alla dura lotta che questi bambini affrontano ogni giorno?
Possiamo solo essere orgogliosi di aver avuto l’opportunità di dare il nostro contributo all’Associazione. Abbiamo conosciuto molti ragazzi che hanno bisogno di aiuto e notare che la nostra canzone donava loro un sorriso, è stato per noi motivo di grandissima gioia. Non possiamo che essere vicini a tutte le famiglie che, giorno dopo giorno, lottano contro terribili patologie o condizioni di vita precarie. La musica dovrebbe servire a portare gioia nella vita del prossimo e se noi, con questa canzone, abbiamo contribuito nel nostro piccolo a farlo, vuol dire che, ancora una volta, la musica ha raggiunto il suo scopo!
Un’altra importante causa di cui siete portavoce è quella della piccola Giorgia Pagano, la bimba leccese affetta dalla sindrome di Berdon, una rarissima malattia all’intestino. Proprio per lei, Pierdavide Carone, ha scritto il brano “Resta qua”, interpretato da voi insieme a tanti altri artisti. Raccontateci di questa iniziativa.
La situazione di Giorgia Pagano è molto delicata ed è giusto che se ne parli il più possibile. La sindrome di cui è vittima, è poco conosciuta e la ricerca deve fare ancora tanti passi avanti. Nel concerto di beneficenza in suo onore, tenutosi al Teatro Politeama Greco di Lecce, ci siamo uniti ad altri amici come Alessandra Amoroso, Pierdavide Carone, Sud Sound System, Antonio Ancora e tanti altri. Cantare insieme, per una causa così importante, è stato ancora più bello. Proprio in questi giorni, Giorgia, sta affrontando un altro passo importante della sua lotta, è infatti volata a Londra per l’ennesimo intervento. Ci sentiamo spesso con Elisa, la madre, e chi le è vicino. La serata in suo onore è stata magica. La musica ha la straordinaria capacità di unire le persone e quella sera, con i nostri amici e colleghi, ci siamo sentiti un tutt’uno, orientati verso il comune intento di contribuire a liberare Giorgia da questo incubo e vederla finalmente sorridere insieme alla sua famiglia. (Per info:http://www.facebook.com/group.php?gid=323924850531)
In che modo chi vi segue può rimanere in contatto con voi ed essere aggiornato sulle date del tour?
Passeremo l’estate in giro per l’Italia. Non appena tutto sarà pronto, sarà possibile conoscere i dettagli tramite la nostra pagina su Facebook.( www.facebook.com/effettodopplerofficial). Le date saranno tante e, finalmente, potremo accontentare tutti coloro che quotidianamente ci contattano, per sapere se ci esibiremo nella loro città.
Lasciateci con una pillola di saggezza. “Mia nonna diceva sempre…”
“…fattela cu li megghiu de tie e fanne le spese” che in dialetto salentino significa: circondati sempre di persone valide e che possano contribuire alla tua crescita! Questo detto, soprattutto da chi intende perseguire i propri sogni, andrebbe seguito alla lettera…
Grazie ragazzi!
Grazie a te e un saluto speciale ai lettori di MArteMagazine!
Daniela Seclì
Daniela Seclì, Effetto Doppler, interviste, martelive, martemagazine, musica, X-Factor