Horror vacui
[L’ILLETTERATA]
Io mi sono barricata e non ho aperto. Il sottotitolo dell’opera prima di Gabriella Di Luzio è emblematico della tenacia e del coraggio che vivono sottesi nel racconto. La morte ha bussato alla mia porta, edito dalla Graus, è il racconto del percorso terribile, doloroso della lotta contro il cancro.
Una battaglia lunga, difficile, affrontata con determinazione che porta inevitabilmente ad una più profonda conoscenza di sé.
La Di Luzio, attrice affermata dal lungo curriculum artistico costellato di collaborazioni con grandi nomi del panorama italiano, ci fa partecipi del suo viaggio interiore, lungo e minuzioso, che nel corso di un anno che le cambierà inevitabilmente attitudini e priorità, la porterà a riscoprire quelli che sono i veri affetti, quelle che sono le persone da cancellare, dando un valore prioritario all’amicizia e alla solidarietà.
Episodi di mala sanità, costellati anche da tanti incontri con medici illuminati d’umanità, la vita di Gabriella alle prese con la “bestia” è quella di una donna che non vuole cedere, che si trova a combattere non solo il cancro al seno, ma anche il dolore della perdita dell’amore, ed i titoli dei capitoli rendono perfettamente il percorso che l’autrice fa dentro se stessa e nel mondo che la circonda. Da “La discesa negli inferi” a “Il deserto interiore” si attraversa “Il senso della vita”, “Un giorno dopo l’altro”, proprio come una “Precaria funambola”, quando anche l’amore perso è “L’elaborazione di un lutto”.
Tutto contribuisce a creare nel lettore una sorta di immedesimazione, di sfrontata partecipazione al dolore altrui. Una sorta di diario dal linguaggio aulico, a volte, a volte semplicemente vero, reale, quasi tangibile, ed è così che ci si trova sommersi nel percorso di chi combatte per non cedere, in un disperato tentativo di sfuggire all’angoscia e alla paura che lascia viva sulla pelle la sensazione di essere perennemente sospesa tra la vita e la morte. Eppure anche la paura, anche il dolore possono essere una risorsa incredibile, insperata.
Gabriella ce lo insegna e come lei tutte le donne che sono state afflitte da carcinoma al seno. E’ una lotta tutta al femminile per ritrovare il centro di sé, per celebrare in modo diverso un’estetica di genere che assume tutto un altro valore, e per dare un senso imprescindibile al mestiere di vivere.
E’ un percorso ad ostacoli. Merita di essere letto ed interiorizzato. Per non ignorare, o dimenticare.
Gabriella Di Luzio, La morte ha bussato alla mia porta, Graus Editore, pag. 140, € 12
Eva Kent (evakent.74@gmail.com)
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