Arte in pericolo: primo sciopero della cultura
12 Novembre: la storia bussa a chiede spazio, dopo le eclatanti proteste del mondo del cinema per i tagli legati al decreto Bondi, dopo aver visto attori, registi anche stranieri, occupare il celebre Red Carpet del Festival Internazionale del Cinema di Roma, con lo slogan “Tutti a casa”, ecco lo sciopero della cultura.
Il primo sciopero del mondo della cultura vedrà interessati centinaia di monumenti, sedi espositive, biblioteche, aree archeologiche, luoghi di spettacolo, da Roma a Torino, da Venezia a Bari per tentare di scongiurare gli effetti che la manovra finanziaria potrà avere su una crisi economica che, nel settore, è già pesantissima.
L’iniziativa ideata da Roberto Grossi, presidente di Federculture, dall’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e dalla Fai (Fondo Ambiente Italiano) è stata lanciata dall’Assessore alle Politiche Culturali di Roma Capitale, Umberto Croppi.
“Questa è una di quelle conferenza stampa che non avremmo mai voluto fare – spiega il presidente di Federculture, Roberto Grossi – siamo costretti ad annunciare manifestazioni di chiusura. E’ gravissimo. La nostra è una protesta nata a giugno per reagire al decreto 78, diventato la legge 122, che prevede norme gravi, ed è diventata l’affermazione al diritto della cultura.fissa il tetto per l’organizzazione di mostre al 20% di quanto speso nel 2009, tagliando di fatto dell’80% le risorse. I comuni sotto i 30.000 abitanti sono obbligati a sciogliere eventuali società da essi costituite.di mostre al 20% di quanto speso nel 2009, tagliando di fatto dell’za che l’società che omologa e opprime, che na Per venerdì 12 abbiamo immaginato una chiusura, una manovra forte, di protesta – prosegue Grossi – con l’obiettivo di sollecitare la considerazione dell’incostituzionalità di alcuni punti della manovra finanziaria e modificare la legge 122. La chiusura dei siti prevede anche altre forme di adesione, come forme di promozione della cultura e di apertura gratuita dei siti“. Si contestano norme “che potrebbero avere conseguenze disastrose sul sistema culturale italiano” aggiunge il presidente di Federculture.
Nella giornata di sciopero il Fai che “partecipa in modo fiero e disperato”, chiuderà le 13 proprietà il cui ingresso è regolarmente a pagamento, e coinvolgerà nella protesta le 112 delegazioni su tutto il territorio nazionale.
“Quella del 12 novembre – sottolinea il direttore del Fai, Marco Magnifico – “è una manifestazione storica. Sono fiero di appartenere a un movimento civile di resistenza, e allo stesso tempo sono disperato di fare questa figuraccia di fronte al mondo. E’ un’iniziativa drammatica e il Fai partecipa a questa protesta con un sentimento di dramma. Chiudere i vostri siti è una vergogna, un affronto, qualcosa che va contro il nostro statuto. Questo per far capire che non è un piccolo gesto ma una protesta forte“.
“Quando un’azienda è in crisi– commenta Andrea Ranieri, Assessore alla Cultura di Genova e delegato Anci- punta sul core business, per l’Italia è la cultura, ma il governo sembra non capirlo. Il governo è sordo. Questa scelta rischia di privare il paese del suo ruolo nel mondo”.
La 122/2010 è una legge che tarpa le ali alla comunicazione, a chi vuole ribellarsi alle regole di una società che omologa e opprime, che nasconde e reprime. Una nuova legge per togliere la libertà, per eliminare la bellezza e lo splendore che l’arte crea in chi la guarda. Una legge che vuole limitare e chiudere quei luoghi in cui l’uomo si rifugia e trova pace.
Cosa resta da pensare a noi giovani davanti ad uno scenario così desolante? Che il prezzo più alto verrà, come sempre, pagato dalle realtà più piccole, dalle Associazioni e Fondazioni Culturali dei comuni sotto i 30.000 abitanti. Quelle associazioni che danno speranza a quei giovani che troppe volte la speranza l’hanno persa. Quei ragazzi nati spenti dal luogo in cui sono nati, quei luoghi troppo piccoli per essere al centro del mondo e troppo piccoli per far respirare le giovani menti creative. Quelle associazioni che permettono ai giovani artisti di riunirsi, di camminare e crescere insieme con il sorriso di chi ha un sogno ed una passione, di chi ha voglia di comunicare e di usare l’arte per addolcire ed emozionare le anime di un mondo destinato a divenire sempre più grigio, spietato e, forse, cinico.
Paola Zuccalà
Foto di Paola Zuccalà
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