MILANO SHANGHAI, “Labirinti” è l’EP d’esordio del trio milanese
Labirinti è l’EP d’esordio di MILANO SHANGHAI pubblicato per IRMA Records, sei tracce che traghettano l’ascoltatore nell’essenza più nascosta di Milano, mettendo in luce la naturale commistione avvenuta con la cultura orientale. Attraverso una continua alternanza di sonorità, il trio milanese trasmette una visione più intima e nascosta del capoluogo lombardo, cogliendone le sfumature notturne.
MILANO SHANGHAI, un nome composto da due città molto diverse sotto tanti aspetti, ma in qualche modo anche vicine. Da cosa deriva questa scelta?
Volevamo mettere in risalto la vicinanza tra questi due mondi: l’oriente a Milano è una realtà che viviamo (purtroppo vivevamo) tutti giorni. A partire dal bar sotto casa, gli amici, la lavanderia e gli involtini in Paolo Sarpi.
Un mix di culture nel nome e una miscela di influenze musicali nelle produzioni. Ognuno di voi ha un background musicale diverso, cosa vi ha portati a decidere di iniziare un percorso artistico insieme?
Era da tanto tempo che volevamo collaborare a qualcosa di nostro, dato che prima di MILANO SHANGHAI lavoravamo insieme ma per progetti di altri musicisti. Condividiamo un’intesa musicale incredibile e ci troviamo benissimo in studio, riusciamo a valorizzare le idee di ognuno di noi. Siamo come fratelli, quindi c’è un feeling particolare.
Il singolo SALVAGENTE, uscito a gennaio, fornisce una particolare visione di Milano, che lascia spazio ad accezioni positive enegative. In che modo questa città ha influito positivamente e negativamentesul vostro percorso musicale?
Milano è un’arma a doppio taglio. Dobbiamo ringraziare la nostra città per la quantità di stimoli musicali che ci ha dato. È il centro dello spettacolo in Italia su questo non c’è dubbio, ma è anche quella città che ti schiaccia non appena avverti un cedimento. A Milano bisogna trovare un equilibrio particolare.
Il 17 aprile è uscito il vostro EP d’esordio, LABIRINTI, che presenta un’evidente alternanza di sonorità. Quale sensazione volete generare in chi lo ascolta?
Entrare nei nostri labirinti. La sensazione è quella di ascoltare una musica che prescinde dagli etichettamenti di genere, che nasce da un amore per i 90 e cresce nel 2000 e qualcosa. I nostri testi raccontano la realtà circostante da una prospettiva diversa, che ne trasmette l’essenza più nascosta.
Foto di Agnese Carbone
Attualmente questa realtà è cambiata radicalmente e tutti ci siamo trovati a dover ripensare alle nostre attività, professionali e non. In che modo avetereinventato la vostra routine musicale?
È stato inizialmente molto difficile e lo è tuttora. Purtroppo non siamo ancora riusciti a vederci fisicamente, né per una birra né in studio. Ma abbiamo iniziato a produrre nuove cose a distanza. Aspettando di beccarci, componiamo nuova roba e ci portiamo avanti per il prossimo singolo.
Nella copertina dell’EP (realizzata da Guendalina Galli) e nelle foto ufficiali di Agnese Carbone indossate delle mascherine checoprono metà volto. Che cosa volete trasmettere?
Le mascherine che indossiamo le indossavamo già molto prima del virus, quindi il significato inizialmente non era riferito al proteggersi da una pandemia. È un’estetica che condividiamo con il mondo orientale cinese, ci piace molto il tipo di mood che si viene a creare. Ora che è normale indossare una mascherina perfino il panettiere vorrebbe avere la nostra. A Milano ce le invidiano tutti.
Qual è il vostro guilty pleasure musicale? Un artista tanto lontano dal vostro mondo, ma che in qualche modo ha segnato il vostro percorso.
Memo Remigi e il suo capolavoro “Innamorati a Milano”. È un brano che, seppur completamente diverso dalle nostre sonorità, racconta proprio il viaggio dell’EP. Milano, il suo cielo, la notte, l’amore a Milano e le sue difficoltà. “In un grande magazzino / in piazza o in galleria / che pazzia”.
Quali progetti avete in cantiere?
Stiamo lavorando a tanta nuova musica, a settembre aspettatevi sorprese!
Ascolta LABIRINTI di MILANO SHANGHAI
Artwork di Guendalina Galli