Nunzio Perricone con la danza racconta la sua realtà
Nunzio Perricone è un ballerino e coreografo catanese che è riuscito a trasformare la sua passione per la danza in un lavoro grazie a tanto impegno e sacrifici, ma soprattutto grazie alla sua capacità di lasciarsi ispirare da tutto ciò che lo circonda. Le sue performance sono in grado di raccontare storie ed emozioni in modo autentico e del tutto personale. Dopo aver girato il mondo con le sue creazioni, a dicembre è stato il vincitore della sezione danza di MArteLive, concorso nazionale per artisti emergenti.
Come e quando è iniziato il tuo percorso nel mondo della danza?
É iniziato molto presto, all’età di 10 anni, in una piccola scuola privata di Catania. Da quando ho memoria ho sempre avuto la passione per l’arte, la musica e la danza, per cui credo che l’intenzione di intraprendere questa strada sia nata con me. All’inizio non è stato semplice, perché erano ancora tempi e luoghi in cui un maschietto doveva giocare a calcio, ma fortunatamente ho resistito portando avanti la mia passione.
Dopo la tua formazione presso il Teatro dell’Opera di Roma, hai girato il mondo lavorando con realtà come il Cirque du Soleil in Canada e la compagnia River North Dance a Chicago. Quali differenze hai trovato nel tuo settore tra queste diverse realtà culturali e cosa ha influito di più sul tuo modo di danzare?
Differenze moltissime e sostanziali, soprattutto di approccio al lavoro, realtà in cui la creatività di un danzatore è alla base della composizione coreografica, altre in cui non puoi spingerti oltre l’esecuzione di ciò che ti viene assegnato. Il luogo di residenza di una compagnia certamente condiziona i direttori nelle scelte di tematiche e concetti da rappresentare. Ciò che ha influito di più è l’aver conosciuto e collaborato con danzatori di ogni luogo del mondo e con background totalmente differenti, questo ha arricchito moltissimo il mio bagaglio artistico e culturale.
Ti sei cimentato anche nella creazione di coreografie per diverse compagnie. Quale ruolo preferisci, quello di ballerino o di coreografo?
Preferisco la coreografia e il motivo è nel processo creativo. Avere l’ispirazione, scrivere l’idea, sviluppare ricerche su tale concetto sono momenti di puro piacere. La sensazione è quella di avere il potere di rappresentare ogni immagine, situazione, emozione come tu la vedi o come vorresti che fosse raccontata. Un potere smisurato e potenzialmente illimitato. Inoltre trovo che il ballerino sia un po’ limitato dall’ossessionata ricerca della bellezza, il coreografo, al contrario, è esonerato da questa incombenza.
Nel 2017 hai fondato Eleven Dance Company, la tua compagnia di danza con la quale hai lavorato sul territorio europeo partecipando a molti festival. Qual è il filo conduttore delle tue creazioni?
L’arte e più nello specifico l’arte moderna e contemporanea. Mi nutro d’arte a 360 gradi, giro per musei e gallerie, leggo di artisti e di opere e mi lascio ispirare da tutto, senza preferenze. Nelle mie creazioni, infatti, cerco sempre di far interagire diverse forme artistiche: istallazioni, pittura, scultura e teatro. Poi, indubbiamente, la necessità di comunicare la mia personale visione del mondo è un parametro che accomuna tutte le mie creazioni.
A dicembre durante la finale nazionale di MArteLive, concorso per artisti emergenti, la tua performance era incentrata sulla routine della quotidianità e sull’inerzia che trascina un soggetto verso l’avvicendarsi degli eventi. È la stessa visione che hai della realtà?
Purtroppo sì, è dalla realtà che ho poi sviluppato l’idea della coreografia. Ho letto un libro di Murakami in cui un uomo siede ogni giorno alla stessa ora sulla stessa panchina ad osservar la gente e ho voluto provare anch’io. Ahimè ciò che più mi ha colpito è stata proprio la ripetitività, quasi claustrofobica, dei soggetti che vedevo. Una volta finito l’esperimento ero completamente disarmato e spaventato, poi guardando “Tempi moderni”di Chaplin decisi di canalizzare quelle sensazioni in una creazione.
Quali progetti hai per il futuro?
Ho diverse idee su creazioni e istallazioni, mi piacerebbe cominciare a entrare nel mondo dell’arte contemporanea (installazioni e performance). Intanto sono continuamente alla ricerca di esperienze come MArteLive per la condivisione dei miei lavori. Il sogno è quello di riempire teatri e gallerie un giorno.