La scrittura e il talento multiforme di Ludovica Ottaviani
Ludovica Ottaviani è un’artista dalle mille risorse, che incentra il suo talento nella scrittura adattandola a diversi ambiti: la letteratura, il cinema, il teatro e il fumetto. Lo scorso dicembre ha partecipato con il racconto “Rio Claro” alle finali nazionali del concorso multidisciplinare MArteLive all’interno della BiennaleMArteLive 2019, aggiudicandosi la vittoria finale. Qui ci racconta qualcosa in più del suo percorso artistico che, nonostante la giovane età, è già molto lungo e sfaccettato.
Innanzitutto complimenti, vincere un concorso nazionale è un grande traguardo.
Grazie mille. Sì, in effetti è una bella ebbrezza devo dire, più che altro una novità. Mi era già capitato di partecipare ad altri concorsi, ma questo è sicuramente quello con una risonanza più ampia, con una visibilità maggiore, con delle aspettative diverse proprio sui partecipanti. È un indotto diverso.
Tu scrivi da tantissimi anni. Qual è stata la motivazione che ti ha spinto a iniziare?
Potrei parafrasare il primo Rocky, l’immortale Rocky di Stallone. Nella tag-line del poster promozionale il personaggio di Rocky diceva: “Combatto perché non so né cantare né ballare”. Ecco per me è un po’ lo stesso, scrivo perché sicuramente non so ballare, cantare me la cavo meglio. A parte gli scherzi, ho sempre scritto fin da piccola, non era tanto un modo per evadere dalla realtà, era un modo per evocare altre realtà. Si pensa sempre alla scrittura come una via di evasione, invece per me è sempre stato un modo per rielaborare la realtà, prendendo spunto da ciò che mi circonda, da ciò che ascolto, dalle esperienze degli altri, dalle mie esperienze per poi rielaborarli in un modo creativo totalmente diverso, magari contaminandole con un elemento fuori dal reale. Per dirla in chiave freudiana con dei perturbanti, degli elementi che sono della realtà ma in realtà non ne fanno parte, scusate il gioco di parole. Poi a 14 anni ho iniziato a scrivere per il teatro e quella è stata la mia grande palestra, perché è un approccio diverso molto più artigianale proprio dal punto di vista della scrittura, fa evadere dalla realtà che a volte appare un po’ chiusa, con l’idea dello scrittore davanti alla propria scrivania, al suo computer che crea il suo mondo. La scrittura teatrale, invece, è molto artigianale come processo e si basa proprio sul palco, il sudore del palcoscenico, i riflettori, gli attori, l’apporto umano. Ecco tutto è iniziato da lì.
Tu spazi in tanti ambiti, nel senso che scrivi per il teatro ma ti occupi anche di cinema, di fumetti e hai anche fatto delle esperienze in TV. Qual è la tipologia di arte che più ti rappresenta?
Bella domanda. Fino a poco tempo fa ti avrei risposto senza esitazioni il cinema, perché è stato il mio primo amore e si sa che il primo amore non si scorda mai. Il cinema mi ha insegnato tutto, proprio a livello di linguaggi. La mia scrittura è molto influenzata dal cinema, dalla velocità, dal montaggio. La magia del grande schermo mi sforzo di portarla anche su carta o meglio sulle pagine virtuali. Oggi invece ti potrei dire forse la narrativa, è un 50 e 50 tra cinema e narrativa, perché sto recuperando il piacere della dimensione un pochino più ampia e soggetta a meno regole. Teatro e cinema a volte sono soggetti a delle regole che non fanno parte della creatività, basate su un aspetto commerciale, sul mercato, sul marketing, interessi e tanti altri aspetti che entrano in gioco purtroppo e tendono a influenzare la creatività. L’importante, comunque, è sempre rubare dappertutto, perché tutto è già stato scritto, detto elaborato, rielaborato e vissuto. L’importante è come viene poi personalizzato e qual è il prodotto finale di questa rielaborazione. È il fattore umano che fa la differenza, in questo l’apporto della singola persona, il mio, il tuo o di chi ascolta e magari per la prima volta deciderà di approcciarsi alla narrativa e un giorno avrà voglia di cimentarsi nella scrittura di un racconto breve, di un romanzo. È il fattore umano che fa la differenza, l’importante è essere sempre attenti e curiosi. Credo che la curiosità sia una delle molle più utili per crescere ed evolversi e l’evoluzione è un passaggio fondamentale, che si basa sulla curiosità, sul sbirciare dal buco della serratura le vite degli altri, spiando quello che circonda ognuno di noi. Tutti i giorni siamo pieni di input, stimoli, impulsi che ci bombardano, quindi abbiamo tanti spunti sui quali riflettere.
Adesso a quali progetti stai lavorando?
Al momento sono ancora nella scia del post MArteLive. Mi risulta sempre difficile calarmi nei panni della vincitrice, fa un effetto un po’ strano. Comunque mi sto godendo questi benefici e sono alle prese con la realizzazione del mio primo romanzo che sarà pubblicato nel corso dell’anno grazie a MArteLive e ad Haiku Edizioni quindi sono sicuramente alle prese con quest’opera. Allo stesso tempo sto realizzando una graphic novel per il mercato estero che è già scritta e adesso è nel pieno della fase di traduzione e ovviamente della realizzazione grafica. Il discorso graphic novel si ricollega anche a una delle cose che faccio, perché realizzo anche sceneggiature per fumetti e collaboro con la casa editrice Astromica per la quale sto scrivendo una graphic novel dal titolo Route 66 di cui è già possibile leggere i primi due capitoli online. Siamo alle prese con dei cambiamenti epocali, con un passaggio dal web al cartaceo e speriamo che questo passaggio avvenga presto grazie anche alla libreria Borri Books. Parallelamente, in ambito cinematografico continuo la mia collaborazione come film critic con la rivista online Moviestruckers e delle saltuarie apparizioni all’interno del programma “Cinematografo” nella tarda notte RAI, nella tardissima notte come il conte Dracula. Parlo di cinema, mi occupo di critica cinematografica ormai da 9 anni. Poi per quanto riguarda il teatro a marzo debutterà una mia commedia inedita dal titolo “Rewind_let’s play”, una commedia romantica che sfugge alle logiche spazio-temporali coerenti quindi si parte dal 2020 e si finisce direttamente nel cuore degli anni 90. Sono figlia degli anni 90 e credo i tempi siano maturi per leggerli in un’ottica diversa, per guardarli con un occhio nostalgico. Quindi da qui nasce questa commedia che sarà al Teatrosophia dal 13 al 15 di marzo per la regia di Giorgio Volpe. Invece L’8,9 e 10 maggio presso l’Ar.Ma Teatro debutterà un’altra commedia inedita scritta da me dal titolo “Hollywood Vetulonia”, che è una commedia degli attori, cioè dopo la commedia degli errori c’è la commedia degli attori. C’è un valido motivo per cui ho scelto questo titolo e se volete scoprirlo dovete venire a teatro. In questo caso nel cast ci sono anche io, perché recito anche saltuariamente. Sono un po’ “Figaro qua Figaro là sono il factotum della città”.
Quali sono le tue coordinate social?
Allora io socialmente ci sono, sono molto presente. Su Facebook mi trovate come Ludovica Ottaviani, mentre su Instagram e su Twitter come louadelson. Comunque su Facebook si trovano tutti i vari riferimenti agli altri social. Sono molto attiva su tutti e tre, ma soprattutto Instagram cerco di usarlo in una duplice veste, per me come agenda e per gli altri per comunicare le varie attività che svolgo che sono sempre lavori d’equipe, perché una delle cose che ho imparato col tempo è che non si lavora mai da soli. Come dicevo il mito dello scrittore chiuso nella propria stanza davanti al suo computer non è reale e sono contenta di trovarmi ogni giorno a contatto con tante persone diverse, particolari, eccentriche. Alcune le conosco da anni, altre meno, ma sono tutti stimoli per la creatività.
biennalemartelive, cinema, fumetto, letteratura, ludovica ottaviani, scrittura, teatro