Thanks! La dissacrante commedia teatrale di Gabriele Di Luca stupisce anche al cinema
Poteva essere un disastro. Poteva, ma così non è stato. Gli adattamenti dal teatro al cinema sono spesso molto rischiosi, soprattutto quando lo si fa per la prima volta. L’esperimento portato avanti dal regista, drammaturgo e attore Gabriele Di Luca e dalla sua compagnia Carrozzeria Orfeo con il film Thanks! risulta però molto ben riuscito, seppure con diverse criticità.
La trilogia composta da Thanks for Vaselina (2013),Animali da bar (2015) e Cous Cous Klan (2017) è stata una delle più apprezzate e valide proposte teatrali degli ultimi tempi, con tour che girano l’Italia senza sosta. Un mix sapiente di comicità, elegante volgarità e spietata analisi sociale che la compagnia nata ormai dieci anni fa ha saputo replicare con sempre maggiore consapevolezza.
Il primo spettacolo, infatti, non è forse il migliore dei tre, ma è senz’altro il più adatto alla trasposizione cinematografica. Thanks! è un film attuale, ambientato quasi interamente in un fatiscente appartamento in cui due giovani hanno allestito una coltivazione di Marijuana di primissima qualità con il sogno di portare la loro attività nella giungla del Costa Rica. Attorno a loro ruota una piccola galassia di personaggi afflitti da ogni tipo di disagio: c’è la madre ludopatica, la prozia con l’alzheimer, il padre transessuale e vittima di una setta religiosa, la ragazza sovrappeso e insicura e il suo fratellino con sindrome di down. Il protagonista stesso, interpretato da Antonio Folletto, soffre di una grave forma di agorafobia. Insomma, un corollario di sofferenze e difficoltà che vengono sdrammatizzate con sapienza e sensibilità dall’ironia di cui è pervaso l’intero film.
Seppure dal sapore fortemente grottesco, il realismo di questa storia risuona nell’umanità di questi personaggi, nelle loro enormi difficoltà che sono un po’ le stesse che similmente tutti noi affrontiamo ogni giorno. Ad aiutare l’immedesimazione contribuiscono di certo le ottime interpretazioni attoriali, tra cui spiccano quelle di Beatrice Schiros con il suo straordinario tempo comico e di Luca Zingaretti, nell’inedito ma intensissimo ruolo di transessuale.
Indubbiamente il film spicca per la sua originalità nel contesto cinematografico italiano, anche se risulta decisamente meno inattaccabile della versione teatrale. In primis dispiace dovere sottolineare la scelta di edulcorare in parte il materiale originale, come già si nota dal titolo da cui è scomparso il riferimento alla Vasellina, elemento cruciale all’interno della storia. Lo stile crudo tipico di Carrozzeria Orfeo risulta più blando e meno efficace, smorzando quella carica comica che sul palco era praticamente irresistibile. Anche alcune dinamiche di trama sono state gestite in maniera un po’ frettolosa per dare spazio a personaggi e scene inedite, che originariamente erano solo accennate. Ma, a parte questo, va evidenziata la sensibilità registica di Di Luca che riesce a sottolineare l’intensità di alcune delle sequenze più drammatiche (e non sono poche), dimostrando un talento ancora più versatile di quanto già non fosse.
In conclusione, possiamo confermare che i rischi di questo progetto di difficilissima attuazione siano stati quasi del tutto scampati. Chi ama gli spettacoli di Carrozzeria Orfeo e la loro unica capacità di raccontare le sofferenze umane senza patetismi, ma con una cinica e lungimirante ironia, non potrà che essere soddisfatto da questa operazione. Thanks! è un film dotato non solo di piena dignità artistica, ma è il primo passo verso qualcosa di nuovo, che potrà magari portare a nuovi film capaci di replicare la complessità degli spettacoli teatrali con un linguaggio cinematografico definitivamente maturo.
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