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La ragazza in riva al mare: Inio Asano

diegociorra

[STRIP-TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]

diegociorraInutile girarci intorno: l’adolescenza è una carogna, poco importa come l’abbiamo ricostruita nella nostra memoria. Da adulti tutto quello che ci portiamo dietro è il ricordo delle nostre conquiste, di quanto eravamo precoci rispetto agli altri ragazzi, delle nostre bravate giovanili e dei nostri primi amori. Ma c’è tanto che abbiamo dimenticato.


Le nostre pulsioni, i nostri momenti imbarazzanti, i quattro peli che avevamo in faccia, l’emergere degli zigomi, l’emozione e il disagio a seguito di ogni nuova sensazione.
A questi si affianca un paramorfistico senso della realtà, come quelle frasi imparate in chissà quale film, che credevamo ci avrebbero reso belli e impossibili e che in realtà erano solo il trampolino per i momenti d’imbarazzo di cui sopra. C’è davvero tanto che non ricordiamo di quegli anni, soprattutto la nostra cattiveria. Eravamo davvero terribili, all’epoca: a parlar male delle mamme dei nostri compagni di scuola, a ostentare una prepotenza che ci tumblr m3l1cgcklX1qcjrx0o1 500preservasse dal bullismo altrui, a prendere in giro le compagne meno carine, isolando i meno socievoli e maltrattando chi non la pensava come noi. Ammettiamolo: abbiamo dato davvero del nostro peggio, in quegli anni lì.
In un manga queste cose raramente emergono. Ed è strano, visto che molti teenager vedono nel fumetto giapponese il riflesso più fedele della loro età. Tutte quelle storie sull’amicizia, sulla lealtà, sulla forza di certi sentimenti, sui piccoli problemi di cuore. Poco importa se sta sbarcando la Going Merry, se c’è un concerto dei Trapnest o se due tizi si stanno pestando al Villaggio della Foglia. Alla fine, qualunque sia l’intreccio, l’amore vince sempre sull’odio e sull’invidia, con buona pace di chi ci crede davvero.

Inio Asano, al contrario, non ha mai avuto paura di sporcarsi le mani. Si immerge nei meandri più lugubri della nostra gioventù, fatta di secrezioni e pensieri pericolosi, documenta tutto con maniacalità e ci aggiunge una selezione ben accurata delle follie di tutti i giorni. E mai, in nessun momento, tratta i bambini da bambini. Se il manga mainstream riflette in maniera edulcorata il superego degli adolescenti, Asano ne è il suo riflesso più oscuro, mostrandone la depressione e i suoi sogni irrealizzati.
Di Buonanotte Punpun avevamo parlato esattamente un’estate fa. Adesso la Panini Comics ha rilanciato con La ragazza in riva al mare, apparentemente una miniserie di cui ancora non si conosce il finale. Una cover degna degli acquerelli di David Mack, per una storia interna tremenda e maledetta. Una storia di cattiveria, come solo quelle di un adolescente possono essere.
tumblr lsnfmyw0Gi1r039aio1 500La relazione tra Koume e Keisuke è esclusivamente fisica. Lei per un po’ è stata vittima del menefreghismo di un ragazzo che le piaceva, e di cui assecondava le richieste sessuali nella vana speranza di ricavarne un legame sentimentale. Deciderà quindi di emanciparsi sessualmente con il suo compagno di scuola, Keisuke, che poco tempo prima si era dichiarato a lei. La sua storia ha tinte un po’ più fosche: definirlo semplicemente un otaku sarebbe riduttivo, perché c’è qualcosa nella sua asocialità da renderlo inquietante. Qualcosa che ha a che fare con la dipartita di suo fratello. Keisuke accetterà le richieste di Koume, ma i due non vivranno allo stesso modo il loro rapporto. La cattiveria adolescenziale farà il resto.
A differenza dei modelli narrativi in Punpun, La Ragazza In Riva Al Mare è una storia a ostacoli, con tantissimi falsi bersagli e meno simbolismo. Asano gioca sugli sviluppi classici delle trame per ragazzi, colpendo il lettore ai fianchi ogni volta che sembrerà esserci una risoluzione banale della vicenda. Una storia in cui ogni vignetta ha un suo fortissimo valore narrativo, dove un volto sorridente può ricollegarsi allo sguardo di un uomo morto, dove un pomeriggio di autoerotismo e una rissa tra i banchi di scuola sono sintomi d’un male di vivere tipico della crescita. E che nessuno bolli quelle vampate depressive con il cinico epiteto di “beata adolescenza”.

Giampiero Amodeo

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