Cultura senza prezzo: R… Estate a Civitavecchia
I tempi in cui le città si svuotavano in estate sono lontani e sono sempre più le iniziative per intrattenere coloro che trascorreranno le vacanze a casa. Civitavecchia, famosa per il suo porto, ma che si trova a poca distanza da bei posti di mare, come Santa Marinella e Santa Severa, potrebbe anche essere scelta come destinazione delle vacanze.
Per chi si trovasse in zona, ma anche a Roma, dal 13 luglio al 31 agosto c’è il R… Estate a Civitavecchia, festival policentrico che propone gratuitamente musica, teatro opera lirica e molto altro nei luoghi più suggestivi della cittadina laziale. Quest’anno la direzione artistica è affidata a Claudio Sestili, con l’Associazione Culturale Lyras di cui è Presidente. Lo abbiamo intervistato proprio per farci raccontare cosa sta accadendo e accadrà a Civitavecchia durante questo lungo festival.
Come nasce Lyras e con quali scopi?
Lyras nasce nel 2002 da un incontro fortuito. In realtà io sono un economista, ma ho incontrato alcuni musicisti di Cremona formatosi lì alla scuola dei liutai. Insieme abbiamo deciso di dar vita a un’associazione culturale per promuovere la musica. Fin dai primi anni di vita di Lyras si è dimostrato un incontro fortunato perché da subito abbiamo organizzato concerti di musica classica in location abbastanza prestigiose come Musei Capitolini, Mercati di Traiano, Accademia dei Trincei, Pinacoteca di Brera.
Quest’anno avete per la prima volta la direzione artistica del festival R… Estate a Civitavecchia, ma sappiamo che avete già trattato eventi culturali importanti, quali saranno le novità da voi introdotte quest’anno?
Si, già collaboriamo con la Notte Della Taranta e abbiamo portato in Italia l’Earth Day, la giornata mondiale della Terra sottoforma di concerto gratuito. Nel caso di Civitavecchia abbiamo deciso di caratterizzare il festival sotto due aspetti. Il primo è territoriale, ovvero ci siamo accorti che la precedente direzione artistica aveva privilegiato iniziative completamente avulse dal territorio, così abbiamo ripescato nelle tradizioni di Civitavecchia, nei suoi gruppi teatrali, nelle sue forme popolari una serie di spettacoli e di iniziative che poi si sono estrinsecate anche nel rapporto con le location perché Civitavecchia ha molti beni culturali, uno per tutti le antiche Terme Taurine, iniziate dall’imperatore Traiano e ultimate da Adriano e tutt’ora in ottimo stato. L’altra nostra specificità come direzione artistica è quella di integrarsi col territorio senza rinunciare alla vocazione internazionale: vogliamo conciliarla con la nostra vocazione popolare, come testimoniano alcune scelte fatte quest’anno che speriamo di portare avanti nei prossimi anni, tra cui perla musica Francesco De Gregori, Rezophonic, Noa, solo per citarne alcune, mentre per il teatro avremo Amanda Sandrelli, Tosca, Mariangela D’Abbraccio.
A guardare il ricco cartellone ci viene da dire “non solo musica”, qual è stata la logica nel costruirlo? Lo slogan recita “Tutti i luoghi, tutta l’estate, tutte le arti”.
La logica è proprio quella di aumentare il numero degli spettacoli e rivolgersi ad un target più ampio perché ci siamo resi conti che con la crisi economica in atto molte persone hanno meno soldi sia per partire che per svagarsi, quindi abbiamo cercato di trarre da questo problema il nostro punto di forza con spettacoli tutti gratuiti e in location diverse. R… Estate a Civitavecchia diventa un festival policentrico perché oltre alle tre location ben individuate, Lungomare della Marina, Forte Michelangelo, un’antica fortezza del 1500 e le Terme Taurine, abbraccia anche le vie del centro storico con una parata di artisti di strada, ma anche alcuni quartieri periferici con delle feste che pescano nella tradizione popolare fino ad arrivare al clou dell’estate di Civitavecchia con la Sagra del Padellone che si celebra sul lungomare nei tre giorni a cavallo di Ferragosto ed è un’antichissima tradizione che stiamo portando avanti. Quindi è un festival che oltre a durare quasi due mesi, perché abbiamo iniziato il13 luglio e finiremo il 2 agosto, mette in scena tutte le arti, inclusa la moda perché ha anche finanziato un importante kermesse di moda, Frammenti, giunta quest’anno alla sua XIII edizione.
Che spazio ha il cinema all’interno del festival?
Quest’anno si riapre l’Arena Pincio di Civitavecchia, dove circa trecento spettatori potranno assistere al costo modico di 5 euro alle proiezioni con un cartellone molto vario, con molti dei film usciti durante l’anno. Questa è una grossa novità perché finora non c’era mai stata una valorizzazione cinematografica di Civitavecchia, soprattutto d’estate.
In che modo selezionate le pellicole?
Ci sono al lavoro due associazioni locali che sono in stretto contatto con alcuni autori cinematografici, quindi è sempre un lavoro che parte dal territorio come spunto di base.
È impossibile non notare in cartellone eventi di teatro e di opera lirica, due settori che in Italia si dicono spesso lontani dalle grandi masse. Secondo voi è invece possibile coniugare qualità dell’offerta e quantità di pubblico?
Questa è un po’ la nostra sfida perché la qualità dell’offerta spesso si è dimostrata vincente sul lungo periodo anche lì dove il pubblico non era già un cultore della materia. Il pubblico deve essere portato a un certo tipo di programmazione, non è vero che qualsiasi cosa venga programmata poi il pubblico reagisce allo stesso modo. L’opera è forse una delle massime espressioni della cultura italiana com’è stata intesa negli ultimi due secoli quindi ci sembrava giusto scegliere alcuni dei titoli più significativi,come il Nabucco, che è in scena domenica 29 luglio al Forte Michelangelo per portare al grande pubblico un forte messaggio culturale. Questo ragionamento si può estendere anche al teatro perché porteremo non solo dei grandi nomi sul palco ma anche dei grandi temi. Celebreremo il 50° anniversario della morte di Marilyn Monroe con un bellissimo monologo di Mariangela D’Abbraccio, ma affronteremo anche due temi storici che tutti conoscono, tra cui l’omicidio di Giulio Cesare con 15 marzo 44 a.C., una pièce teatrale che ha fatto tanto scalpore. Abbiamo voluto anche dare spunti di riflessione, sul potere, sulla posizione della donna, sull’amore, sulla famiglia. Utilizziamo queste forme di spettacolo anche per portare un messaggio.
Ciò è sicuramente coerente col suo ruolo di responsabile per l’ Earth Day italia, a suo parere che ruolo devono la musica e le arti in genere all’interno della società?
Diciamo che la risposta è influenzata dalle esperienze personali di ognuno di noi. Per quello che ho visto l’arte in generale, e la musica in particolare, ha in sé quello che la bellezza deve regalare a ognuno di noi, non solo un momento di svago, che comunque serve e in questo particolare momento di cirisi ancora di più, ma anche di riflessione su quello che stiamo vivendo e sui temi importanti per la nostra società. Per questo proponiamo sempre un tipo di svago molto forte e allegro ma con i piedi ben piantati nella realtà, come i grandi concerti per l’ambiente cercano di convogliare l’attenzione di tutti su un tema che è ineludibile. Nella società attuale è difficile attirare l’attenzione della gente usando temi non di massimo gradimento, e noi riteniamo che la musica sia un ottimo driver per veicolare messaggi.
Accanto ai grossi nomi, come Noa, De Gregori, avete dato a spazio anche a realtà che in genere faticano a trovarne nei grandi eventi, come la musica etnica e quella indipendente, che reazione vi aspettate dal pubblico?
Sono due filoni paralleli alla voglia di far emergere la vocazione del territorio perché la Notte della Taranta come esperienza significativa di una regione, il Salento, e della Puglia in generale esprime proprio la volontà di lavorare sulle proprie radici e sul territorio per far conoscere questa realtà nel mondo ed è stato forse uno dei casi di scuola più importanti degli ultimi 15 anni. Per qule che riguarda i giovani e le realtà locali, sapevamo che ci fosse un potenziale completamente dimenticato dalle passate amministrazioni e quindi abbiamo semplicemente investigato su quali fossero le realtà più interessanti: Ne abbiamo trovate moltissime per cui abbiamo fissato più appuntamenti con le diverse tipologie di musica giovanile, in particolare il 5 agosto al palco della Marina suoneranno sotto l’egida di We Stand United, una serie di gruppi di musica elettronica, reggae o del mondo, mentre dal 30 al 31 agosto alle Terme avremo quella che è stata definita come Woodstock, una serie di gruppi giovanili più sul versante rock-indipendente si esibiranno in una no-stop di due giorni: parliamo di quasi 30 gruppi quindi sarà davvero una bella kermesse.
Il 10 agosto ospiterete gli Rezophonic, progetto che vede coinvolti diversi artisti a scopi umanitari, in che modo si legano al festival?
Il Festival quest’anno ha una sua particolare declinazione sulla solidarietà perché nell’intenzione di questa amministrazione, sempre tenendo conto della crisi che taglia molte fasce sociali dall’utilizzo della cultura e dello svago, l’Assessore alla Cultura, ha deciso col plauso di tutti di costruire un box della solidarietà,dove la gente può donare delle somme per i giovani più in difficoltà della città. Noi come direzione artistica abbiamo cercato di affiancare il Comune in questo progetto chiamando uno dei progetti sociali più interessanti in questi ultimi anni. Conoscevamo i Rezophonic e ci piaceva questo loro disinteresse, questo loro essere un insieme di gruppi più famosi e meno famosi uniti dalla voglia di fare del bene. Amref è stata forte nel promuoverli per aiutare le popolazioni subsahariane a costruire i pozzi coi soldi raccolti.
Tre buone ragioni per restare a Civitavecchia o venirci in vacanza e seguire il festival?
Non ne basterebbero tre! Sicuramente si ha l’opportunità di vedere dei posti bellissimi in una chiave diversa, accompagnati da spettacoli di grande livello, di passare l’estate in un posto di mare con una serie di spettacoli e di tradizioni molto interessanti e quella di vedere il lavoro di molti giovani che viene finalmente valorizzato dopo anni di dimenticanza. Inoltre è stato creato per la prima volta un canale Youtube e un gruppo Facebook che ad oggi, dopo pochi giorni dall’inizio del Festival, ha già fatto più di 1200 iscritti e continuano a crescere. Questo è anche il segno che veramente c’è una voglia diffusa sul territorio di partecipare. Credo che R… Estate a Civitavecchia sia stato un titolo azzeccato perché probabilmente prima la gente se ne andava nei comuni limitrofi o a Roma per vedere gli spettacoli, mentre in questo modo hanno l’occasione di restare nel loro comprensorio e di attirare nuove persone e questo importante anche in chiave turistica.
A livello economico?
È un festival che crea anche lavoro soprattutto dal punto di vista delle aziende locali perché solo nell’organizzazione diretta dà lavoro a una settantina di persone, tutte di Civitavecchia, senza contare l’indotto per alberghi e ristoranti. Questo è un dato da evidenziare perché l’economia si basa anche sula cultura e in questo momento c’è un grosso dibattito sulla possibilità di usare la cultura come volano per ripartire.
E l’impatto ambientale?
È difficile in un anno di crisi lavorare su più fronti, come contenimento delle spese e impatto ambientale, ma abbiamo richiesto che tutta la stampa del materiale fosse fatta o su carta riciclata o comunque da legno di piante ripiantate, e in più abbiamo chiesto che l’energia necessaria per il festival venisse da fonti di energia rinnovabile. Qui parlo più come presidente dell’Earth Day: ci rendiamo conto della difficoltà perché la green economy è spesso usata come specchietto per le allodole per coprire alcune falle dell’economia che inquina però sappiamo quanto sia importante la comunicazione per cui se tutti iniziassero a spingere su un punto qualcosa potrebbe cambiare.
Che progetti avete per il futuro di questo festival?
Vogliamo prima di tutto creare un ponte tra questo ed altri festival per essere inseriti in un circuito più ampio che vede sia importanti festival italiani che europei, organizzare più esibizioni di artisti stranieri per aumentare gli scambi culturali assecondando la grossa vocazione internazionale di Civitavecchia, che è anche uno dei porti più importanti per lo sbarco di turisti diretti a Roma e nell’entroterra. Di sicuro c’è la volontà di veder crescere i gruppi musicali e teatrali locali e portarli col tempo a esibirsi anche fuori la propria regione. Insomma ci piacerebbe svolgere un lavoro di attrazione e circuitazione a livello nazionale e di veder crescere le realtà locali.
Giuditta Danzi
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