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La musica che vibra nella “pelle” al DinamoFest

Foto di Giacomo Citro

Foto di Giacomo CitroROMA – All’interno di quel bellissimo spazio testaccino che è la Città dell’Altra Economia, è ritornato anche quest’anno il DinamoFest che, forte della sua esperienza dell’anno scorso, ha duplicato le serate e ha presentato un programma di più alto livello.

Diverse le realtà che si sono incontrate e unite per la riuscita dell’evento: Action, Brancaleone, Esc, Horus e Radio Popolare Roma, con la collaborazione di A Sud, dell’ex Cinema Palazzo, del Teatro Valle, del Centro Studi Alternativa Comune, armati di buoni propositi e ideali comuni hanno creato anche quest’anno uno spazio fisico e ideale in cui poter discutere, progettare, ascoltare buona musica, e soprattutto pensare e approfondire un argomento di forte attualità: il futuro di Roma tra precarietà e lavoro. Un festival a 360 gradi che prevede cinema, teatro, cultura, politica e naturalmente musica, il tutto, ci tengono a precisare gli organizzatori, come al solito autofinanziato e indipendente.

Lo scorso 18 giugno, dopo una rocambolesca e fortunata partita dell’Italia agli Europei di calcio proiettata su grande schermo, sono salite sul palco allestito nel grande spazio esterno della CAE, due cantautrici romane, accomunate IMG 6354solo dalla città che gli ha dato i natali.
La prima, classe 1971, dai lunghi capelli neri e dall’atteggiamento sognante e tenero, si aggira tra l’ambiente musicale romano da molti anni, e vanta collaborazioni importanti e due dischi a suo nome. La cantautrice in questione è Alice Pelle, conosciuta ed apprezzata ingiustamente solo nell’ambiente romano. La meritocrazia si sa non è nelle case discografiche il primo principio di scelta ed è così che, dopo l’autoprodotto Camera del 2005 e Little Dream del 2007, la cantautrice ci spiega che comprando i suoi cd a fine concerto si finanzierà l’uscita del suo prossimo imminente album. Ad accompagnare il piano e la voce della Pelle c’è la bassista Tam Scacciati e il batterista Alex Giuliani. La cantante si approccia al pubblico in maniera diretta e ironica, la sua umiltà è palpabile, si siede al piano a piedi nudi, quasi non tocca terra, ma quando incomincia a cantare sfodera la sua grinta e una voce bellissima e forte con una intensità pazzesca. E così ci delizia con le sue canzoni intime e profonde, che raccontano di sentimenti, di voglie, che ci fanno viaggiare con la mente tra luoghi reali e immaginari. La sua voce è tecnicamente impeccabile tra la lirica e il jazz ed è corredata da ritmi pop-rock che richiamano la grande Tori Amos e senza andare lontano anche Raffaella Misiti degli Acustimantico. La sua voce ti vibra dentro e ti sorprende ad ogni nota e ad ogni pezzo: L’isola, L’alibi, Sirena, Movimento, La ciclica estate, Smell the roses e Oltre la scaletta, troppo breve, del concerto.

La seconda cantautrice, classe 1984, ha capelli biondi e corti, un atteggiamento fiero e quasi distaccato, e nonostante la sua giovane età è molto attiva nell’ambiente musicale italiano, anche e soprattutto dopo la sua, non troppo fortunata, apparizione a Sanremo­ giovani di quest’anno. Al contrario della cantante che le ha aperto il concerto, ha un contratto con la Universal, frutto naturalmente della sua apparizione al festival canoro più noto dello stivale. Giulia Ananìa, si è presentata al Dinamofest con una formazione che prevedeva oltre alla chitarra, al basso e alla batteria anche il violino. Il timbro della sua voce scuro e graffiante compensa la forse non sempre intonazione, i suoi testi sono interessanti, molto concreti e parlano di esperienze reali, squarci di vita e sentimenti vissuti.
Un concerto dalle due facce come le sue protagoniste , un primo tempo angelico e paradisiaco con la voce perfetta e acuta di Alice Pelle e un secondo tempo più scuro con l’interpretazione di Giulia Ananìa.
Mnetre il Dinamofest continua con interessanti appuntamenti da non perdere…

Valeria Loprieno
Foto di Giacomo Citro

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