MadeOn: l’arte del videoclip
Davide Marchi, Marco Modafferi, Nicola Formicola e Francesco Tortorella sono i tre fondatori di MadeOn, studio creativo nato due anni fa a Roma, che vede impegnati nelle realizzazioni circa 15 professionisti del settore che si sono uniti fin dall’inizio al progetto.
Grazie al video “She Is Happy” di Aedi, hanno vinto l’XI edizione del MArteLive nella sezione videoclip. Davide e Marco ci raccontano cosa c’è dietro a un videoclip e come son entrati in questo mondo.
Come nasce MadeOn?
Davide Marchi: Ci conosciamo da Bologna, dove abbiamo studiato al Dams, ma poi ci siamo trasferiti a Roma dove si sono unite a noi altre figure professionali per formare una troupe completa.
Marco Modafferi: MadeOn è un collettivo di 15 persone che realizza lavori collettivamente, con parità di merito tra tutti i suoi componenti.
Perché avete scelto proprio il videoclip?
Davide Marchi: Non facciamo solo videoclip! Anche se è quello per cui abbiamo più richieste al momento.
Marco Modafferi: Comunque oltre a MadeOn ognuno porta avanti un proprio percorso che è anche slegato dal collettivo. Anche all’interno di MadeOn realizziamo anche altre produzioni, anche se i videoclip sono i più richiesti.
Come mai avete deciso di partecipare al Martelive e cosa ha significato per voi vincere?
Davide Marchi: Niente! Siamo stati contenti ma ci è un po’ piovuta addosso perché è passato tantissimo dall’iscrizione al concorso al termine, quando abbiamo scoperto sul sito che avevamo vinto.
Parliamo un po’ del video che avere presentato: “She Is Happy” di Aedi, come nasce questo video?
Davide Marchi: È nato perchè la band ci ha contattato chiedendoci di realizzare un video, ma non ci hanno dato molte indicazioni tranne che una sensazione che avevano del colore e l’idea di inserire delle immagini di un bosco, quindi siamo partiti da una cosa totalmente diversa all’inizio, poi da queste poche indicazioni siamo arrivati a un risultato completamente diverso, grazie anche a Francesco Tortorella che è entrato a far parte del nostro collettivo.
Marco Modafferi: Loro volevano un bosco bianco, poi è diventato una stanza in cui il bosco veniva disegnato all’interno. La nostra idea era di legare un colore a ogni strumento, ad ogni componente della band per cui appare un quadro sulle pareti con i colori dati dalla musica, in sostituzione del bosco che nasceva come location per far suonare il gruppo. Quindi abbiamo girato in green screen e poi abbiamo aggiunto gli scenari grazie al compositing 2D.
Come mai avete presentato proprio questo video al MArteLive?
Davide Marchi: perché ci sembrava racchiudesse più cose in sé, non è solamente un accompagnamento visivo alla musica.
Marco Modafferi: Ci piaceva molto anche la band, gli Aedi, perché anche il connubio col gruppo con cui lavoriamo importante.
C’è un genere musicale che vi è più congeniale?
Marco Modafferi: sarebbe bello lavorare solo con quello che ci piace ma essendo lavoro dobbiamo accettare anche quello che non ci piace.
Davide Marchi: Magari le cose che ti piacciono è più facile farle.
Marco Modafferi: uello è sicuro!
Io ho visto molti video hip hop sul vostro sito…
Davide Marchi: Si, ultimamente stiamo andando forti con l’hip hop.
Marco Modafferi: Gli siamo piaciuti noi più che il contrario! (ride, ndr)
Davide Marchi: abbiamo iniziato con Kiave, poi è arrivato anche Turi e devo dire che, ad esempio, il video di “SunTzu” di Kiave sta anche avendo buono spazio sulle emittenti musicali, come Mtv e DeeJay Tv.
Quindi un genere musicale a voi più caro c’è?
Davide Marchi: Diciamo che ci sono molti generi musicali che scarterei, ma a livello di videoclip e di lavoro ogni genere musicale ha una storia a sé. Noi cerchiamo in genere di giocarci, ad esempio i video hip hop difficilmente sono i classici video con un tipo davanti al muro che fa il playback, cerchiamo sempre di realizzare qualcosa di originale che ci differenzi rispetto agli altri e che ci consenta di non essere mai scontati, questo è il nostro scopo principale!
Avete un punto di riferimento o un collega che stimate particolarmente?
Davide Marchi: Diciamo che ci guardiamo molto intorno, facciamo molta ricerca soprattutto nel circuito internazionale.
Marco Modafferi: Si, anch’io guardo molto il circuito internazionale.
Davide Marchi: Cerchiamo di prendere qua e là le cose più interessanti e di rimodellarle per i nostri lavori.
Marco Modafferi: A me piace molto Jonathan Glazer, che ha firmato anche “Karma Police” dei Radiohead.
Davide Marchi: Tante volte possiamo ispirarci anche al cinema tradizionale.
Il video di “Don’t Love Me” di Teresa Mascianà è stato realizzato in painting animation, come avete scelto proprio questa tecnica e quanto è complicato realizzarla?
Marco Modafferi: È stato realizzato in maniera quasi del tutto manuale perché abbiamo girato delle immagini su cui è stata applicata la tecnica del compositing.
Davide Marchi: Un montaggio classico insomma.
Marco Modafferi: E le abbiamo proiettate per dipingerci sopra e realizzare le famose 1150 tavole. Ci abbiamo messo 18 giorni, ma ci ha lavorato un po’ tutto il gruppo e le ragazze del gruppo “Arturo”, che fanno grafica e che avevano collaborato con noi realizzando parte dei costumi nel videoclip di Turi.
Davide Marchi: È stata molto dura perché davvero non abbiamo messo il naso fuori di casa per 18 giorni, ma il risultato ci ha soddisfatto molto.
Marco Modafferi: Tra l’altro è stata fatta una mostra a Reggio Calabria con i frame del video perché sono distaccabili dall’insieme.
C’è un punto di equilibrio tra le tecniche manuali e il digitale?
Marco Modafferi: La cosa più bella secondo me è riuscire mischiare digitale e manuale per arrivare a realizzare la tua idea.
Davide Marchi: In ogni caso parte tutto dal tradizionale, solo che oggi si frutta la tecnologia per cose che prima venivano fatte a mano.
Marco Modafferi: Ti permette anche di fare dei salti che un tempo non avresti potuto fare.
A vostro parere quali sono le qualità indispensabili per questo lavoro?
Davide Marchi: Avere una mente molto libera e aperta ma anche la testa molto dura perché non è un mondo facilissimo: c’è tantissima concorrenza e una forte crisi che sta uccidendo un po’ il mercato. È un mondo che lasci facilmente se non ci credi veramente perché i risultati sono per la maggior parte sono solo gloria!
Spesso si sente parlare di videoclip costati milioni di dollari, ha senso spendere 13 milioni per un videoclip?
Davide Marchi: Dipende dall’apparato commerciale che quel videoclip si porta dietro. Non so se ha un senso, sicuramente sono cifre esorbitanti con cui noi faremo un film!
Marco Modafferi: Forse in Italia abbiamo un po’ il problema opposto, nel senso che pochissimi artisti spendono per un videoclip. Diciamo a parte la crisi generale del mercato e del settore, se prima per un video mainstream si spendeva 50 oggi si spende 25. Il problema è che non si rendono conto dell’importanza del videoclip come strumento promozionale anche per una band giovane.
L’avvento di Mtv e dei videoclip ha velocizzato i linguaggi di comunicazione comprimendo intere storie in pochi minuti e aumentando il flusso di immagini e inquadrature. Voi credete che sia davvero il videoclip il responsabile di questa accelerazione o è inevitabile vista l’accelerazione generale del mondo attuale?
Marco Modafferi: Credo che il videoclip abbia una parte minimale in questa storia, anzi che sia vittima di questa accelerazione.
Davide Marchi: A meno che non sei un nome grosso, per farlo passare nelle principali emittenti musicali devi avere dei tempi molto stretti, perché magari se supera i tre minuti e quaranta lo tagliano. Io e Marco non seguiamo sempre alla lettera questi dettami, nel senso che se all’interno della storia vediamo bene una dilatazione del tempo andiamo avanti per la nostra strada.
Marco Modafferi: Anche perché lo sfruttiamo come metodo di ricerca che è poi la cosa più interessante del videoclip, la libertà di sperimentazione.
In questo può venire in aiuto la rete che invece non ha standard così limitanti…
Marco Modafferi: Sicuramente, ma in tv lo tagliano lo stesso!
MadeOn, oltre ai tre fondatori, è Daniele Frabetti, Luca Pizza, Domenico Adinolfi, Andrea Piazza, Beppe Gallo, Valeria Bernini, Vito Frangione, Luca Rocchi, Raffaele Squillace, Edoardo Tresoldi, Sergio Tripodi.
Giuditta Danzi
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