Erica Mou: piccola grande donna
ROMA- Tanta grinta, una disarmante semplicità, un talento innato e coltivato fanno di questa piccola cantautrice la rivelazione dell’anno. Il suo sorriso e i suoi occhioni verdi diretti e intensi ti guardano, ti ammaliano e ti sorprendono.
A soli 21 anni ha calcato il palco della kermesse musicale più nota del belpaese, il Festival di Sanremo, con una fermezza da veterana, senza sbagliare una nota e ha trapassato gli schermi delle televisioni italiane come se stesse facendo la cosa più naturale del mondo. È così che Erica Musci, in arte Mou, piccola perla della costa pugliese, è entrata nel cuore di molti, attraverso il tubo catodico in quello che è il programma più discusso, odiato e amato del palinsesto italiano.
Ma a chi vi scrive, e al magazine attraverso cui lo fa, il suo nome e il suo volto sono più che noti da anni ormai. In tempi non sospetti, quando ancora Caterina Caselli non l’aveva presa sotto la sua ala protettrice e promotrice, la cantante biscegliese, classe 1990, era stata ospite tra le pagine virtuali del nostro giornale, recensita, intervistata e seguita con passione. Dalle sue esibizioni al MArteLive e ai piccoli club della Capitale la sua strada è stata tutta in salita. È passata attraverso la splendida produzione di un cd targato Sugar, la vittoria come rivelazione dell’anno al MEI, e ultimo ma non di importanza, la vittoria del Premio della Critica “Mia Martini” e del Premio della sala stampa per il miglio testo al Festival di Sanremo 2012. Due premi che hanno il sinonimo di qualità e che l’hanno consacrata definitivamente al grande pubblico, che è accorso lo scorso 26 Marzo al Teatro Parioli di Roma per la sua data capitolina del tour.
Insieme al suo fidato compagno artistico Majiker, pianista, arrangiatore e polistrumentista inglese, la Mou ha solcato il palcoscenico che per anni ha ospitato il Maurizio Costanzo Show, con la stessa sicurezza, lo stesso entusiasmo e la stessa emozione con cui ha sempre affrontato le sue sfide artistiche. La sua voce è dolce, vibrante e intensa. Il suo sguardo ti mette a nudo e ti disarma. Perché Erica guarda il pubblico con profondità e con una consumata saggezza (che non appartiene certo alla sua età anagrafica), rompendo l’illusione della quarta parete. Sembra che riesca a guardarti anche nel buio, per farti entrare ancora di più le sue parole nell’anima. Tocca corde emozionali con i suoi testi, con la sua melodia e con la sua umanità.
Umanità che si tocca con mano quando presenta le sue canzoni, le sue figlie, raccontando, con il suo accento e il suo tono di voce non camuffato, come, quando e perché sono nate insieme alla sua inseparabile sorella maggiore, la sua chitarra. Un connubio, quello della chitarra e voce, arricchito dai suoi giochi alla loop station con buste di plastica, cartoni di pasta, spezie, bicchieri e cucchiaini, e impreziositi dalle magiche mani al pianoforte del già citato Majiker. Degli ingredienti perfetti per un menù da gourmet, che prevedeva i brani del suo album “E’” uscito con un repackaging che comprende la track sanremese, “A mollo nella vasca da bagno del tempo”. Dall’ “Harem” iniziale a “Oltre” a “Vorrei Dirti un sacco di cose adesso” e via discorrendo, fino all’unico brano nuovo presentato, “Sincronia” , un piccolo pezzo suonato sul bordo del palco solo chitarra e voce per un problema di elettricità incorso nella serata, è stato un crescendo di emozioni, di sorrisi, di malinconia, di forza e dolcezza, di buona, ottima e rigenerante musica. Un crescendo tanto grande, per una donna così piccola, che fa ben sperare nelle nuove generazioni. Quando intorno tutti si battono a colpi di lagne e patetismi in talent show che di talento hanno veramente poco e che servono solo a far arricchire i gestori telefonici di orde di ragazzini che votano la bellezza fisica e l’arroganza più che la bravura e l’artisticità, c’è ancora chi, con i suoi vestiti semplici, il suo volto pulito e splendente, e senza lobi appesantiti da orecchini troppo grandi, riesce a svelarci la sua anima e a trasportarci in un mondo fatto di sincerità e bellezza. E dicono che il meglio verrà da ora in poi.
Valeria Loprieno
Foto di Giacomo Citro
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