Andrea Galatà: recitazione e impegno per un “mondo” nuovo
Un giovanissimo attore che è partito dalla Sicilia per approdare con successo sul palcoscenico romano. Ma è proprio nella sua terra che Andrea Galatà ha ricevuto, nei mesi scorsi, il premio come Miglior attore protagonista, al Catania Film Festival, per il ruolo di Rosario Roccese nel film Un uomo nuovo di Salvatore Alessi.
In questi giorni è al cinema protagonista maschile del film Native”di John Real, un gioco visivo che coniuga thriller psicologico e leggende siciliane. Andrea Galatà instancabile e appassionato non si ferma mai e svestiti, per pochi istanti, i panni dei suoi personaggi ci concede questa chiacchierata per spiegare anche il suo impegno come occupante del Teatro Valle di Roma.
Un modo di dire in Sicilia afferma che chi lascia la propria terra riesce a realizzare i propri sogni (Cu nesci arrinesci). I tuoi lavori e il tuo successo lo confermano, ma in Sicilia sei tornato e torni ancora. Raccontaci come mai?
E’ importante cercare il confronto con altre realtà per maturare artisticamente. Tra l’altro è solo vivendo lontano da casa che si riescono a valutare più oggettivamente le dinamiche della propria terra. Non è possibile però resistere al “richiamo” della Sicilia, quel richiamo che solo chi in Sicilia è nato o ha vissuto conosce.
Interpretando il ruolo di Rosario Roccese nel film di Salvatore Alessi “Un uomo nuovo” ti sei aggiudicato il premio come miglior attore protagonista al Catania Film Festival. Cosa hai provato nel ricevere un prestigioso riconoscimento proprio nella tua Sicilia?
Il film in concorso erano di altissimo livello, così gli altri attori in lizza e la giuria, di indiscusso valore artistico. Quando sono stato chiamato a ritirare il premio ho avuto davvero un sussulto. Poi ho capito che l’emozione più forte è stata riceverlo nella mia città natale. E’ stato davvero molto più emozionante di quanto immaginassi.
Rosario Roccese vorrebbe fare il sindaco in una cittadina siciliana, tra difficoltà presenti e un passato irrisolto. Come hai lavorato sul personaggio?
Rosario è un puro, un estremista nel bene e nel male. Sembra a volte venire da un altro pianeta e porta con sé un terribile lutto mai metabolizzato. Ho a lungo discusso con il regista e gli autori, fino a scrivere una vera e propria biografia di Rosario, finché la sceneggiatura è diventata troppo corta e limitante per esprimere tutto ciò che avremmo voluto. Poi, per trovare un elemento in più di caratterizzazione, mi sono voluto ispirare a un animale che, per similitudine, sembra incarnare alcuni tratti caratteriali di Rosario. E vi sfido ad indovinare che animale è!
Da alcuni giorni al cinema è uscito il film “Native” di John Real. Si tratta di un thriller ambientato in Sicilia, dominato da figure femminili. Cosa ti ha convinto a diventare il protagonista maschile?
Mi ha convinto la stima che ho per il regista John Real, giovanissimo, e l’idea di partenza. Un thriller soprannaturale girato in Sicilia e ispirato ad una leggenda siciliana.
La coppia di Michela e Andrea nel film è travolta da un black out comunicativo. Il tuo personaggio a volte non comprende cosa accade alla moglie. Perché?
Andrea non perde mai il controllo, è un saggio, è il punto di riferimento costante che fa da contraltare ad una storia popolata dalle donne e dalle loro passioni. È oberato da problemi pratici, mentre la moglie affronta un’esperienza terribile e paranormale. I loro due mondi non riescono ad entrare in contatto. Andrea e Michela tuttavia sono legati da un amore talmente forte da superare la difficoltà di comunicazione. Entrambi dovranno affrontare i propri “mostri” da soli.
Il film Native si ispira ad una leggenda. Per una volta troviamo una Sicilia che non è raccontata a suon di “colpi di rivoltella”. Si può affermare che è un segno di cambiamento culturale?
Credo che il pubblico cominci finalmente ad essere stanco dei soliti cliché. E non capisco come si sia potuto pensare, per almeno un decennio, che la Sicilia fosse la cornice ideale solo per storie di mafia. “Native” dimostra che le mia meravigliosa terra ha tante storie da raccontare.
Hai interpretato un uomo che fa i conti con il cambiamento nel film Un uomo nuovo; c’è il tuo nome tra gli occupanti del teatro Valle a Roma. Possiamo affermare che sei impegnato nell’arte e nella vita per cambiare quello che oggi non va?
Le due cose non possono essere scollegate per me. La narrazione del presente è l’ambito nel quale entro in contatto con l’utilità delle mie azioni come artista e come cittadino.
Un episodio che ti ha particolarmente emozionato in questi mesi di spettacoli e confronti sul palcoscenico del teatro Valle…
Tornare nella mia città, Catania, per Natale e visitare spazi teatrali appena occupati, sentire parlare di “beni comuni”. Il teatro Valle ha avviato l’insurrezione, le nuove idee sono reali, con i pregi e i difetti di ciò che è vivo e pulsante. Il vento è cambiato.
Da giovane attore che raccoglie consensi cosa pensi di poter consigliare a chi ha un sogno da realizzare?
I sogni servono per vivere, cosa ben più impegnativa che sopravvivere. Agire per rincorrerli è la più grande magia che possiamo realizzare in questo mondo. Pochi hanno il coraggio di sognare davvero e lavorare a quel sogno con costanza e determinazione. Non so se questo basti a raggiungere sicuramente la meta, ma certamente è necessario per essere vivi.
Elsa Piccione
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