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La Quarta Necessità di Daniele Luttazzi

diegociorra

[STREAP-TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]

diegociorraChe sia dal punto di vista della scomodità mediatica o del semplice manierismo dichiarato, non si può negare che Daniele Luttazzi sia quanto abbiamo di più vicino a Bill Hicks. Un paragone lusinghiero ma anche un po’ ingrato, che fa uscire l’ex showman italiano con le ossa rotte e che non rende merito alla sua innata vena demenziale.

E se il medium televisivo sta attualmente mostrando una certa aridità nei suoi confronti, quello fumettistico sembra avergli appena spalancato le porte.QUARTA NECESSITA 001
Intendiamoci, le incursioni di Luttazzi nel mondo del fumetto non sono notizia recente: i lettori d’antica data ricordano ancora i suoi saggi su Wiz (antologico Marvel Italia degli anni 90), in cui si interrogava su come ospedalizzare i supereroi anziani con un anticipo quasi decennale sulle idee di Donald Soffritti. E del resto anche Bill Hicks ha avuto in un certo senso il suo fumetto, se pensiamo alle ispirazioni di Garth Ennis in Preacher.
Ma quello edito da Rizzoli è un progetto particolare e interessante, dove la satira viene mascherata da romanzo sulla crescita e sull’emancipazione, in cui la prosa luttaziana viene affiancata brillantemente dalle illustrazioni di Massimo Giacon, nome noto ai lettori di Alter e Frigidaire, oltre al più recente XL Magazine. Nasce così La Quarta Necessità, divertente racconto di educazione sessual-sentimentale, sulla vita di Walter Farolfi e sulla sua graduale perdita d’innocenza.
Una purezza che scompare man mano che si cresce, a cominciare da quelle marachelle infantili che prendono una piega esagerata, passando per le prime curiosità sull’universo femminile. Poi naturalmente, arrivano le vere e proprie mostruosità dell’età adulta, fatte di tradimenti e raggiri, di truffe e furberie.
Cibo, vestiti, rifugio e, soprattutto, sesso. Luttazzi spiega come queste quattro necessità alberghino nell’animo umano come gli stomaci di una mucca. Il tutto inserito in una storia che va dal fascismo a Berlusconi, passando per l’occupazione nazista e le BR.
La narrazione è in un eterno bilico tra assurdo e demenziale, in cui digressioni fantasiose e cronaca prendono corpo alla stessa maniera, destabilizzando momentaneamente la lettura quel tanto che basta da rendere efficiente la tempistica comica delle singole vignette. Le scene di sesso sono ovviamente portanti in questo volume: di una esplicità irriverente, un po’ parodizzate dal tratto di Giacon, ma perfettamente in linea con l’intero comparto narrativo.clickf
Gli ammiratori del Luttazzi antiberlusconiano potrebbero restare un po’ perplessi da una graphic novel che punta di più sul suo lato puramente demenziale, che nel linguaggio fumettistico assume dei toni quasi Jacovittiani (ma che ovviamente non manca dallo scoccare una frecciatina al Cavaliere).
Una storia godibile anche per chi non è un fan accanito del personaggio-Luttazzi, ma decisamente sconsigliata a chi il fumetto lo preferisce con le foglie di fico e poche volgarità.

Giampiero Amodeo

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