Patrizia Proclivi e la Compagnia della Quarta
Sperimentazione e narrazione nel teatro visionario di Patrizia Proclivi, regista e coreografa vincitrice della sezione Danza del MArteLive 2011.
Prima di tutto complimenti per la vincita della tua Compagnia alla sezione danza di MArteLive. In effetti il tuo lavoro è una perfetta commistione di teatro di prosa e movimento, come nasce la Compagnia e da quali elementi è formata?
Grazie! Siamo tutti molto contenti e gratificati da questa bella esperienza. La compagnia di cui faccio parte è la Compagnia della Quarta e nasce nel 2001 dall´incontro di attori, musicisti, autori, coreografi, cantanti e registi che avendo maturato esperienza nelle diverse forme d´arte, hanno avuto ed hanno la volontà di creare sinergie e sperimentazioni tra i diversi codici di espressione. TravesTitania nasce esternamente alla compagnia, come esperimento di gesto e parola all’interno di alcuni festival di regia: in scena quattro attori/danzatori (Fabrizio Molducci, Hendry Proni, Daniele Fortuna e Mario Coccetti) che provengono da esperienze artistiche differenti: attori di teatro fisico, teatro di strada, teatro di parola, ballerini e registi.
Il tuo lavoro è una rivisitazione Shakespeariana, raccontacelo a grande linee.
Il lavoro che ho presentato è TravesTitania, tratto da Sogno di una notte di mezza estate e mi sono soffermata sui soli personaggi del bosco, in particolare Titania e Oberon, rispettivamente Regina e Re delle fate. Oberon, è furibondo ed esige da Titania, Regina delle Amazzoni, un orfanello rapito, per farne il suo paggio. Per far sì che questo avvenga, Oberon ordina a Puck di farsi dare un fiore da Cupido: il succo del fiore, versato sugli occhi di un dormiente, lo farà innamorare al suo risveglio della prima persona che vedrà, sia esso uomo, donna o animale. C’è una forte energia maschile in tutta l’opera, volevo ricreare la stessa energia, cercando una gestualità che non fosse solo forma, ma si avvicinasse a una visione che privilegia la forza bruta come mezzo utile alla conquista e la prepotenza come filosofia del pensiero. I personaggi si alternano presentandosi e muovendosi nei loro eccessi in maniera grottesca.
Le identità, le regole e le azioni dei personaggi sono governate dal caos in cui gli stessi sono chiamati a recitare il proprio ruolo, senza averne pienamente coscienza. Come nella realtà gli incubi si insinuano nei sogni di Titania manovrati da un Oberon burattinaio in un grande gioco alla sottomissione. Da queste considerazioni viene la scelta di sperimentare un cast eterogeneo nella propria provenienza artistica, 4 perfomer che non avevano mai lavorato insieme,con un curriculum artistico assolutamente diverso e non legato al mondo della danza. Trovo interessante lavorare per contaminazioni di generi. Ho scelto di mettere in scena solo attori/danzatori uomini, vestiti con indumenti femminili, rispettando i canoni del teatro elisabettiano.
Di solito lavori partendo da un testo o da un movimento? Con che metodo crei le tue partiture coreografiche? Quanto lasci alla sperimentazione e all’improvvisazione?
Spesso lavoro partendo da una musica, da un’idea, da un testo da un’immagine, non seguo uno schema predefinito, dipende molto dal tipo di lavoro che devo affrontare, in questo caso sono partita da Romeo e Giulietta di Prokofiev e dai testi Shakespeariani. Il metodo con cui creo è molto visionario e narrativo, mi colpiscono delle immagini, ma ho la necessità di renderle comprensibili e non lasciarle in un mondo astratto e circoscritto, quindi mi piace cercare gestualità nuove che non siano necessariamente legate al mondo della danza. Solitamente non lascio molto spazio all’improvvisazione, perché spesso ho le idee molte chiare su quello che voglio, o su come realizzare le idee dei registi con cui collaboro. Trovo molto interessante lavorare sulle persone, quindi cerco di valorizzare l’espressività dei singoli attori/danzatori. In TravesTitania sono stati fondamentali i protagonisti, sia dal punto di vista artistico che umano, la sinergia è stata molto forte e ci ha permesso di sperimentare linguaggi diversi, grazie alle loro esperienze e proposte.
Come e quando nasce il tuo amore per la coreografia? Che percorso hai fatto in tal senso?
Il mio interesse per la creazione nasce in tempi non sospetti, non saprei dare un tempo preciso, però frequentavo teatri già a 7 anni. Il mio percorso artistico è molto variegato e non nasce in maniera standard in una scuola di danza, bensì in una palestra di pattinaggio artistico, dove ho militato per anni: sono un’ex nazionale di coppia danza. Parallelamente all’attività agonistica studiavo danza e sono arrivata a dedicarmici totalmente. Ho lavorato in tipologie di spettacolo diversissime tra loro, moltissimo per il teatro musicale con progetti di repertorio e altrettanti originali, ma anche per teatro ragazzi, teatro fisico e teatro danza. Questo è il primo lavoro ufficiale in cui mi trovo a rivestire la doppia veste di regista e coreografa.
Voi venite da Bologna, città molto prolifica nell’ambito della cultura in generale e della danza in particolare. Come consideri l’ambiente emiliano della danza? Cosa secondo te andrebbe cambiato e cosa invece assolutamente mantenuto?
Essendomi formata principalmente all’estero l’ambiente emiliano lo conosco poco, se non attraverso scuole ed eventi. Al contrario, sul territorio Emiliano invece mi è capitato di collaborare con compagnie non note che praticano teatro di ricerca. In generale, non solo specificatamente in l’Emilia Romagna, mi piacerebbe vedere più collaborazione tra le diverse realtà artistiche del territorio. Spesso intendiamo la concorrenza come qualcosa da temere, mentre sono sicura che un confronto sincero e profondo con gli addetti ai lavori, i teatri e le compagnia consolidate possa dare vita a linguaggi inesplorati e aprire nuove strade su cui lavorare e sperimentarsi.
E invece parlando dell’Italia? Quali sono i problemi e le difficoltà che incontra una giovane compagnia di teatro-danza?
A parte che io non ho ancora capito quale sia il gap generazionale per rientrare nel termine giovane, perché si è giovani per entrare in stagione, ma vecchi per partecipare ai bandi. Molte rassegne sono precluse e diventa difficile poi farsi conoscere. Principalmente non ci sono spazi anche solo per le prove, o meglio le strutture ci sono ma è impossibile accedervi.
Quali sono le vostre date future e dove?
26 febbraio 2012 Teatro Itc di San Lazzaro a Bologna, con una serata di corti teatrali, che vede in scena TravesTitania e una pièce tratta dalle Baccanti di Euripide.
Imminenti invece le date di uno spettacolo di teatro fisico che ha già un lungo percorso anche internazionale dal titolo Cento Cose per la regia di Mario Coccetti, in scena Alessandro Migliucci, Silvia Magnani e la sottoscritta Patrizia Proclivi: il 13,14 dicembre 2011 al Teatro Vascello di Roma; il 22,23,24 marzo 2012 al Sala Espace di Torino; il 29 marzo al teatro comunale di Petra Ligure.
Progetti in cantiere?
A gennaio per la precisione dal 10 al 14 debuttiamo con un nuovo spettacolo, in collaborazione con l’Arena del Sole di Bologna dal titolo 60 Battiti per la regia di Mario Coccetti, in scena Fabrizio Molducci, Emiliano Minoccheri, Simone Maurizzi e Patrizia Proclivi.
Inoltre è prevista la ripresa di una rassegna che ha riscosso molto successo all’interno di Bologna Estate 2011,ovvero il Ravetheater, stiamo organizzando un secondo ciclo di appuntamenti.
Grazie di tutto e in bocca al lupo Patrizia!
Crepi il lupo!
Valeria Loprieno
Compagnia della Quarta, danza, interviste, martelive 2011, martemagazine, Patrizia Proclivi, Valeria Loprieno