Premio Tenco 2011
SANREMO- Riuscire a descrivere le sensazioni che si provano percorrendo i corridoi e la platea del Teatro Ariston è un’impresa ardua. Partiamo dagli aspetti, per così dire, negativi: in tv è tutto più grande, più sfarzoso e osservando il palco ci si chiede come riescano ad infilarci quel popò di scenografie durante il Festival di Sanremo.
Invece il resto pullula di storia, le vie di accesso ai camerini sono tempestate di fotografie: da Modugno ad Armstrong, da Tina Turner a Mina oltre a tutta la sfilza di presentatori. Per non parlare del “Premio Tenco” e dei personaggi che lo abitano, una folta schiera di giornalisti e operatori del settore musicale con alle spalle anni di esperienza nel mondo della canzone d’autore, avvicinarne uno ti assicura l’inizio di una serie di racconti molto affascinanti.
Il principale luogo d’incontro è “L’infermeria”, una saletta situata al piano superiore dove avviene una continua mescita di vini, il tasso alcoolico in pochi minuti cresce e di conseguenza anche la voglia di lasciarsi trascinare in improbabili disquisizioni e, perché no, in canti da “osteria” con tanto di coretti.
E’ dentro a quel piccolo stanzino che ci si trova accanto a personaggi come Sergio Staino o Cesare Basile e si fa fatica a riconoscerli, poiché l’ambiente colloquiale fa apparire tutto fin troppo familiare.
Ma torniamo per un attimo dentro al teatro.
Noi arriviamo con abbondante ritardo il venerdì sera (il “Premio Tenco” si è tenuto dal 10 al 12 novembre) a spettacolo già iniziato. Dritti in Infermeria per un bicchiere di vino e quindi seduti in poltrona per assistere alla seconda parte dello spettacolo. Iniziano i Mariposa e in base a quello che è accaduto in quelle ore, e nel giorno seguente, possiamo affermare con serenità che la loro è stata una delle esibizioni più apprezzate e più coinvolgenti. Peccato che non abbiano vinto alcun premio.
A seguire, Roberta Alloisio vincitrice del Premio come Miglior Interprete,e infine Edoardo Bennato.
La giornata successiva inizia presto. Dopo la colazione in terrazza con una splendida vista sul lungomare di Bordighera, ci dirigiamo verso Sanremo per la conferenza stampa. La fortuna non è dalla nostra parte: la via per scendere verso il centro è congestionata. Decidiamo allora di lasciare i nostri compagni di viaggio in auto e proseguire a piedi (dal casello di Sanremo al Teatro Ariston, circa tre chilometri) insieme a Lorenzo Kruger, che di lì a poco avrebbe dovuto presenziare alla conferenza in qualità di frontman dei Nobraino.
Arriviamo appena in tempo, Lorenzo si accomoda di fianco ad Antonio Silva, presentatore della rassegna, ed Enrico de Angelis, tenendo in mano dei foglietti. Sia i due che la sala stampa si chiederanno per tutto il tempo cosa ci sia scritto in quelle due paginette. Lo scopriranno alla fine, quando il nostro Kruger deciderà di deliziare tutti con una canzone scritta lungo il tragitto a piedi. Sulle note di “Genova per noi” di Paolo Conte spiegherà, con parole sue, cosa significhi per la band romagnola essere lì all’Ariston.
La serata si preannuncia ricca di sorprese e tra i presenti inizia a crescere curiosità intorno ai Nobraino.
Da adesso in poi inizia una sorta di vuoto spazio-temporale, poiché dall’arrivo in teatro fino all’esibizione di Ligabue la nostra presenza si concentrerà principalmente dietro le quinte, nei camerini e fuori sulla strada a scaricare l’adrenalina.
La prima ad esibirsi è Giorgia Del Mese, cantautrice pop rock, mentre nel camerino dei Nobraino cresce la tensione. Indossano gli abiti di scena, ritoccano le maschere, provano gli ultimi pezzi e nel frattempo riescono ad improvvisare un nuovo brano. Si ritrovano dietro le quinte e Silva li annuncia al pubblico.
Finalmente fanno il loro ingresso e di li a poco conquisteranno tutta la platea. Noi decidiamo di goderci l’esibizione dal fondo del teatro, da dove la visuale abbraccia il palco e la quasi totalità dei duemila presenti.
Gli amanti della canzone d’autore anche in questa occasione dimostrano attenzione nei confronti dei testi, ricoprendo di applausi la band durante l’esecuzione di “Mangiabandiere” uno dei quattro brani in scaletta. Poi è il turno della poetica “Film muto” seguita da “Bademeister” e “Bifolco”. Pubblico in deliro e la band visibilmente soddisfatta ed emozionata lascia il palco a Paolo Benvegnù.
Durante la pausa la gente fa incetta di album dei Nobraino, mentre i cinque tornano in camerino a scaricare l’adrenalina e ad apprendere delle dimissioni di Silvio Berlusconi.
Stasera anche Mauro Pagani, Premio Tenco come Operatore Culturale, ci regala una bellissima esibizione. Le sue note ci raggiungono fino al piano di sopra ed è impossibile non fermarsi qualche minuto ad assaporare la poesia e l’eccellenza di un grande artista.
La 36° edizione della rassegna d’autore si conclude con la performance di Luciano Ligabue, vincitore del Premio Miglior Autore 2011. Inutile dire che la maggior parte dei presenti era lì per lui, e altrettanto inutile raccontare come la gente si sia raccolta sotto il palco.
Ma la serata, nonostante l’ora tarda, è ancora lunga. Ci si ritrova con la cricca del Club Tenco nella sala stampa al piano superiore, con tavoli addobbati, cibo e vino a fiumi.
Questa non è solo un’occasione per riempire la pancia, ma un ulteriore luogo di ritrovo e di musica. Infatti sul palchetto centrale si trovano strumenti a disposizione di tutti i presenti, ubriachi e non. Su quel palco, tra un piatto di polenta e uno di lasagna, si alternano in originali jam session e in reinterpretazioni di brani più o meno conosciuti, sia alcuni degli artisti ospiti che alcuni “addetti ai lavori”.
E’ con queste note e con l’alba che si avvicina che lasciamo il Teatro Ariston e Sanremo.
Paola D’Angelo
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