Roberto Angelini: musica a 360°
Roberto Angelini nel 2011 è tornato sulle scene col dvd SoloLive, registrato durante il concerto che ha tenuto il 21 novembre 2009 all’Auditorium Parco della Musica di Roma, ed è in tour sia per concerti solisti che insieme a Niccolò Fabi, per il quale suona la chitarra da diversi anni. Il cantautore romano ne ha fatta di strada dai tempi di Sanremo e del tormentone estivo del 2003, “Gattomatto”, e ce la racconta in un’intervista insieme ad alcune riflessioni sul mercato musicale.
Raccontaci come nasce la scelta di pubblicare questo dvd e perché hai scelto proprio il concerto che hai tenuto all’auditorium di Roma…
Ho scelto di registrarlo perché avevo la volontà di inserire in un dvd il lavoro fatto dai miei amici animatori e illustratori con tutti i video di animazione che avevano realizzato negli ultimi 5 anni, anche se inizialmente doveva essere allegato al disco del 2009 (La Vista Concessa, ndr). Ho scelto proprio il concerto che ho tenuto all’Auditorium perché penso sia perfetto per registrare un dvd sia per gli spazi che per l’importanza del posto.
E invece come nasce l’idea di questo live che ti vede da solo sul palco accompagnato solo da una serie di video proiettati alle tue spalle?
L’idea era quella di dare sfogo alla mia passione per strumenti inusuali, come il didgeridoo (antico strumento a fiato degli aborigeni australiani, ndr), la chitarra weissenborn (chitarra hawaiana, ndr) o il theremin (strumento elettronico, il più antico conosciuto, ndr). Inoltre credo che oggi la musica dal vivo sia la cosa più importante che è rimasta ai musicisti: prima si suonava dal vivo per fare un disco, oggi si fa un disco per suonare dal vivo! Mi ha molto motivato questo tipo di performance in cui vedi un’unica persona che si costruisce le varie canzoni da solo usando strumenti orchestrali mentre alle sue spalle ci sono delle proiezioni.
Per i primi 150 acquirenti del tuo dvd hai messo in palio un avatar di pongo realizzato da te, come ti è venuta questa idea?
Non l’avessi mai fatto! Mi sono complicato la vita! È sempre stato un mio hobby e mi hanno sempre chiesto di farne qualcuno, ma adesso ne ho ancora di arretrati sia perché sono in tour che perché in estate il pongo non si modella bene a causa del caldo.
Qual è stata l’esibizione live più emozionante di tutta la tua carriera?
Non ce n’è una in particolare, ce ne sono tante … ultimamente ho suonato sempre da solo a Villa Borghese a Roma per l’Earth Day prima di Patty Smith e non è stato male! A livello emotivo anche aprire il concerto organizzato da Niccolò Fabi a Marzano Romano il 31 agosto dell’anno scorso è stato emozionante. Ce ne sono altri sicuramente ma faccio fatica a ricordarli suonando ogni sera da anni! Dovrei scrivere un diario!
Sei strumentista, autore (ricordiamo il brano che hai scritto per Emma Marrone) e cantautore, quale veste preferisci?
La completezza di tutti i ruoli! Ognuno di noi ha varie personalità e io ho cercato negli ultimi anni di non annoiarmi mai facendo ciò che mi piace fare così che quando suono la chitarra o faccio lo strumentista per Niccolò Fabi, nel frattempo scrivo pezzi miei, suono anche da solo, scrivo musiche per uno spettacolo teatrale e se ho qualche pezzo da dare lo do, come “Calore” per Emma Marrone. Adoro la completezza: non so tra tre mesi quale delle varie cose mi prenderà più tempo ma l’importante è non fossilizzarsi su una cosa sola perché se dovessi vivere solo con i miei dischi, rischierei che per lavorare non farei un disco come mi piace farlo a causa della fretta.
Ti sei espresso grazie a diversi generi di musica, quale ti rappresenta meglio?
Onestamente a me piace tutta la musica! Qualunque genere purché sia fatto bene! La musica fatta male può essere pop, indie, blues o jazz: il genere è indifferente!
Cosa troviamo sul tuo iPod?
Ho un iPhone con circa 700 pezzi che ieri mi hanno accompagnato nel viaggio lungo 12 ore da Udine a Roma! Ho Beck, Ben Harper, Nick Drake, James Blake e tanta altra roba!
Nel 2001 hai partecipato a Sanremo col brano “Il Sig. Domani”, che ricordo hai di quell’esperienza?
Bella ed emozionante! Ero piccolo, mi divertì ed ebbi la fortuna di poter portare un pezzo che mi piaceva anche se molto fuori dai canoni di Sanremo. La Virgin, la mia casa discografica dell’epoca, che oggi non esiste più, appoggiava idee un po’ fuori dagli schemi ed ebbi anche la soddisfazione di vincere il Premio della critica.
La Vista Concessa parla della tua esperienza in un mondo, quello musicale, che sembra diverso a guardarlo dall’esterno, quali credi siano i suoi mali oggi?
La questione è che la discografia e tutti coloro che hanno gestito la musica negli ultimi trent’anni ad un certo punto hanno pagato una politica sbagliata di produzione basata sulla musica spazzatura e un disinnamoramento della gente per l’acquisto dei dischi perché in linea di massima costavano molto e spesso non valevano quel costo, così si è arrivati alla crisi discografica di fine anni ’90 e inizio nuovo millennio.
Chiaramente internet e myspace, la possibilità che ognuno possa fare musica, l’abbattimento dei costi per realizzare un disco (quando io ho iniziato costava 100.000 euro, oggi anche una demo di un ragazzo di 17 anni somiglia a un disco ufficiale) crea un uso della musica abbastanza rapido e distratto perché c’è troppa roba e riuscire a farsi ascoltare in questo delirio non è facile. D’altro canto il male vero della musica è un po’ la televisione: il trend degli ultimi anni è trasformare la produzione musicale in una qualcosa che è molto più simile al karaoke che alla musica. Se abitui le persone a vedere in televisione cantanti che fanno pezzi che durano un minuto e qualche secondo, che spesso sono pezzi di altri, su basi già fatte, abitui a un concetto della musica abbastanza deprimente!
Quindi i reality rovinano un po’ la musica…
Quel concetto lì è disarmante sotto vari punti di vista. Noi siamo cresciuti con programmi tipo Roxy Bar, con Red Ronnie, dove la musica si ascoltava veramente, gli artisti suonavano realmente, erano tutti appassionati di musica e ti faceva scoprire artisti bravissimi … oggi cos’è quella roba là? È un discorso complesso ma la verità è che si approfittano anche del talento dei giovani secondo una modalità abbastanza in linea con i nostri tempi in cui è tutto rapido, molto veloce, si consuma tutto in brevissimo tempo, e allo stesso modo si consuma anche il talento dei ragazzi. Magari si hanno tre mesi di popolarità enorme per poi essere marchiati a fuoco con XFactor 4, per fare un esempio, e quando l’anno dopo c’è il 5 si è già fuori. Io avrei voluto aprire un centro di recupero per questi ragazzi che hanno avuto questa forte popolarità perché prima o poi qualcuno ci resta! Invece si potrebbero mettere in una casa tipo Grande Fratello con delle telecamere finte e poi farli abituare piano piano alla vita normale! Tornando seri è un uso/abuso del loro talento da parte di gente che ci sa fare e sa guadagnare.
Ma la rete nel suo complesso è amica o nemica della musica?
Per me è amica perché è una realtà talmente forte che sta cambiando i costumi e gli usi delle persone che ascoltano più musica di prima, e non meno, anche se è diverso il modo di prenderla. Mi piaceva il concetto che non è più un prodotto come’è stato per tanti anni e come hanno voluto che fosse, ma è ritornata ad essere un sevizio. Secondo me si andrà in un futuro in cui non sarà necessario comprarsi i dischi, anche se così ha campato il mercato discografico negli ultimi 20 anni. Il cd è in decadenza, mentre il vinile sta tornando in voga: ci hanno rincoglionito le orecchie con prodotti sempre più piatti ma se riascolti un vinile sembra di vere i musicisti che ti suonano davanti per quanto è profondo il suono. Oggi invece abbiamo tutti i nostri dischi sul telefonino!
Potendo tornare indietro nel tempo, cosa cambieresti nella tua carriera musicale e perchè?
Non cambierei nulla perché alla fine mi rendo conto che anche le cose che mi piacciono meno mi hanno reso ciò che sono oggi e onestamente in questo preciso momento non potrei chiedere di più: libero, indipendente e faccio solo quello che mi piace! Ci ho messo del tempo ad arrivare a questo punto anche perché all’inizio non è facile: sei giovane, hai le idee confuse, no sai bene che vuoi dalla vita … Spesso, e questo è il tema che ho provato a sviluppare null’ultimo disco (La Vista Concessa, 2009, ndr), quando si sogna di arrivare in un posto e di fare determinate cose, nel momento in cui si riesce, si capisce che c’è qualcosa che non va ovvero si èi sognato una cosa che non si sta facendo come la si era sognata e quel mondo in cui sono tutti felici non esiste. Bisogna lavorare molto su stessi e capire cosa si desidera veramente e sviluppare il proprio talento.
Nella tua biografia si legge che sei cresciuto a stretto contatto con la musica grazie alla tua famiglia, per chi non ha questa fortuna, credi sia possibile avvicinarsi ugualmente alla musica? In Italia si investe abbastanza sulla creazione di una cultura musicale?
Assolutamente no! Questo è un clamoroso punto debole! Non si investe abbastanza a partire dalla scuole per arrivare a dei progetti sui giovani. In realtà c’è un grande problema proprio su come sono strutturate determinate leggi, come ad esempio quella sulla radio. Ci lamentiamo che non escono fuori i talenti ma è normale perché per lavorare i ragazzi mettono su sempre delle cover band perché i locali le preferiscono mentre fuori dal’Italia, come in Francia, in Olanda o in Norvegia c’è una politica che aiuta tantissimo i nuovi autori e chi fa cose originali perché la buona musica rende migliore anche l’intero paese. Non c’è un aiuto né per chi suona né per abituare l’orecchio delle persone all’ascolto musicale, a sviluppare una sensibilità musicale che è meravigliosa e io consiglierei a chiunque.
Che progetti hai per il futuro?
Tra dieci minuti parto per Modena! Domani andrò a sentire Kaki King, chitarrista che mi piace molto e che apre il concerto di Jack Johnson a Capannelle e poi sarò tutta l’estate in tour con Niccolò Fabi fino a ottobre. Inoltre usciranno vari dischi a cui ho collaborato come quello dei Planet funk, mentre per un disco mio non so se faremo un Ep a settembre con dentro alcune cose restate fuori dal precedente lavoro, o se uscirò direttamente con un disco nuovo, che è quasi pronto. Vorrei proporre un disco molto semplice, con pochissimi strumenti e pochissima produzione, un disco molto simile a ciò che propongo dal vivo, senza troppi arrangiamenti.
Giuditta Danzi
Giuditta Danzi, Intervista, martelive, martemagazine, musica, Roberto Angelini