Destinazione Puglia
[TRIP: NOTE DI VIAGGIO]
L’ennesimo viaggio in treno verso il sud, ancora dopo dodici anni la stessa tratta: Roma-Bari. Dai finestrini il riflesso di una me invecchiata. La meta della Capitale era un sogno agognato fin da bambina, la possibilità di circondarmi di Arte e Cultura, di vivere una metropoli e sentirmi più parte del mondo.
All’inizio il treno veniva chiamato Pendolino, ci metteva tanto ed era sempre in ritardo, molto spesso sporco e le persone erano poche durante la settimana e tantissime nei week-end. I militari coloravano i va g oni di verde scuro e poi i primi studenti che emigravano e qualche mamma che portava loro l’olio, “quello buono non quelle schifezze che si vendono là” e poi barattoli di pomodori secchi e la salsa fatta in casa.
Il panorama con i suoi ulivi secolari e i suoi campi desolati e infiniti gialli e marroni, e poi la distesa blu del mare, che ti porti sempre nel cuore ed è un tuffo ogni volta che lo rivedi sbucare da dietro i finestrini.
Certe cose non sono cambiate, le mamme, i militari e i colori del paesaggio, ma è bello vedere come tante altre abbiano subito dei mutamenti.
Il treno è quasi elegante e controllato, dalla polizia e dal servizio di pulizia, e solitamente puntuale. I viaggiatori lo riempiono in ogni giorno della settimana ed è bello incontrare tanti stranieri, giovani e non, che zaino in spalla e guida alla mano scelgono la Puglia non solo come regione da cui salpare per la Grecia, ma come tappa fondamentale del loro itinerario turistico.
Accanto ai campi bagnati dal sole, spiccano le pale eoliche, fonte di energia rinnovabile. La Puglia tra le prime regioni ad averle installate sulle colline de La Murgia. In tempo di referendum sul nucleare come questo, la loro visione mi rende orgogliosa. Come mi addolciscono i sapori della mia terra, in tempi di batterio killer e lotte all’Ogm.
Ma questa volta l’ho vissuta da turista riscoprendola negl’occhi di chi la osservava per la prima volta. E i banchetti sulle strade che vendono le ciliegie e i fioroni, e la signora del paesino che con la sua sedia fuori dalla porta di casa “spaccia” alimenti genuini, panzerotti e sgagliozze (polenta fritta).
E il piccolo commerciante di Alberobello che costruisce e vende i suoi fischietti propinando a tutti i clienti la stessa storia, e l’abitante di Trani che accompagna due stranieri alla Sinagoga sperduta tra le vie tentacolari della città. E Polignano a Mare che meraviglia non solo per le sue rocce, il suo mare e le sue grotte, ma anche per le saggezza impressa sui muri e sui gradini, frasi celebri di poeti ed artisti che ad oggi ancora hanno molto da insegnarci.
E ancora la città bianca, Ostuni che domina la Valle d’Itria, che si è conquistata anche quest’anno la bandiera blu per la balneabilità e i servizi delle sue spiagge.
Tutto questo e altro ancora, è musica e feste patronali, luminarie e fuochi d’artificio, luoghi incantati e degrado, un cocktail di sapori, odori e visioni per tutti i gusti, la mia terra: la Puglia…
Valeria Loprieno
Foto di Giacomo Citro
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