Torno a casa a piedi
ROMA- Fino alla scorsa estate, mia ignoranza personale, non sapevo neanche chi fosse Cristina Donà. Poi, complice una notte di “Stelle buone”, mi sono imbattuta nella sua raccolta Piccola Faccia, ed è stato amore a primo ascolto.
Quel sound acustico così peculiare, essenziale, senza tanti orpelli e abbellimenti, mi ha preso dentro, lasciandomi intuire profondamente il senso di questa artista, così particolare eppure così estremamente diretta.
Ed è per questo che quando è uscito il suo nuovo disco a febbraio, Torno a casa a piedi, non ho messo tempo in mezzo e sono andata subito a comprarmelo, così come, quando ho saputo della sua presenza all’Auditorium Parco della Musica, lo scorso sabato 7 maggio, ci tenevo proprio ad esserci.
Eppure, che sorpresa! Anche questa volta
Incredibile Cristina Donà, che sa rimescolare i suoi ingredienti per arrivare a nuovi traguardi, insieme ad una band (Saverio Lanza– tastiere, basso e chitarre; Piero Monterisi– batteria; Andrea Moscianese– chitarra; Alessandro Gabini– basso; Francesco e Samuele Cangi– tromba e trombone) di grande livello.
Il suo nuovo album celebra una nuova vitalità che sfoga direttamente nei live del tour di presentazione del progetto: 20 anni al servizio della musica si sentono nella confidenza con cui
Tra ballate struggenti, dichiarazioni d’amore insospettate e ritmi d’impatto decisamente rock, le due ore e mezza del concerto scorrono veloci e incantano gli occhi (mirabili e geniali le scenografie corredate da proiezioni video a metà strada con il concetto di visual, un po’ meno forse i giochi di luce con le strobo e i faretti puntati diretti contro il pubblico, che più che creare un effetto d’ensemble con lo spettacolo sul palco creavano uno spiacevole accecamento di massa), le orecchie e il cuore.
Diventa facile estraniarsi dal mondo quando si ascolta
Un piccolo miracolo che ricorda quanto la musica possa illuminare, riempire e rendere felice un lungo percorso artistico come il suo, artista che si distingue nel panorama musicale contemporaneo per la sua voce intima, calda, eppure potente e aggraziata, melodica, in grado di “giocare” con diverse sonorità ed elementi espressivi.
Finale col botto all’insegna di ritmi quasi irrefrenabili di matrice rock: tutto il pubblico, solitamente così disciplinato dell’Auditorium, si riversa sotto il palco, ma “Niente paura”- dice
Una Cristina Donà in stato di grazia, spumeggiante, che non cede un attimo, tanto da rendere merito a chi la descrive più matura (nel timbro vocale), e a chi la vuole stilisticamente più innovativa: una perla preziosa che brilla e si riflette nei colori della città, o nelle luci sfuocate che si vedono da fuori attraverso i vetri, proprio quei momenti di intimità condivisa di cui parla nei suoi lavori, in cui i piccoli ‘gesti’ quotidiani fatti di normalità creano eventi straordinari. Per questa volta, fortunatamente, non torniamo a casa a piedi…
Edyth Cristofaro
Foto di Musacchio & Ianniello
Audirium Parco della Musica, Auditorium Parco della Musica, Cristina Donà, Edyth Cristofaro, martelive, martemagazine, musica, Report Live, roma, Torno a casa a piedi