Tatanka, regia di G. Gagliardi
Chi leggerà sulle locandine e per le strade il titolo Tatanka per un attimo non capirà, ma in realtà basterà spiegare che Tatanka vuol dire bufalo per capire, perché il pugile della storia colpisce duro, vince.
Stiamo parlando del film diretto da Giuseppe Gagliardi, nelle sale dal 6 maggio con 189 copie, di cui 38 in Campania. Il film, distribuito da Bolero Film e prodotto da Margherita Film e Minerva Film in collaborazione con Rai Cinema, trae ispirazione da un racconto di Roberto Saviano che fa parte del libro La bellezza e l’inferno, e racconta di un’amicizia poetica tra due ragazzi, atterrata da un amaro sostrato di malavita, camorra, carcere e omertà.
Tatanka è la storia di Michele (Clemente Russo) che dopo anni di delinquenza e carcere decide di allenarsi per diventare un campione della boxe, ma è anche la storia di Rosario (Carmine Recano), suo amico fin da bambino, che lo perseguita come un’ombra trattenendo Michele nel giro della camorra e dell’illegalità, della vendetta e del riciclaggio. Ma Michele sente di voler essere migliore e sceglie la strada dello sport. Si innamora della boxe e segue duri allenamenti e trasferte con il maestro Sabatino (Giorgio Colangeli) sognando di finire alle Olimpiadi. Sulla sua strada ritorna con prepotenza l’illegalità, ma la temerarietà e lo sport diventeranno un antidoto alla camorra e al male di vivere. I pugni di Michele sono colpi forti e decisi inferti a chi non gioca con lealtà. Il suo è un gioco pulito contro il gioco sporco (e di sangue tra l’altro) di molti altri. È una storia realista dai pugni (veri perché l’attore è un pugile) fino al dialetto, in cui dalla scena iniziale fino alla fine si marca e sottolinea una tensione che è la stessa del protagonista sul ring.
Il pugile Michele è interpretato da Clemente Russo, campione del mondo dilettanti a Chicago nel 2007 e vicecampione olimpico a Pechino 2008. Quella di Tatanka è la sua prima esperienza come attore, peraltro ben riuscita, che tuttavia è stata pagata con una sospensione di 6 mesi dal servizio presso le Fiamme Gialle della Polizia di Stato, di cui fa parte da anni. Pare che il motivo sia da ricondurre alla trama del film e alla presenza di alcune scene, di certo non tenere, che hanno per protagonisti degli agenti di polizia. Russo parlando della sua prima esperienza di attore ha dichiarato di aver interpretato l’uomo che realmente è, senza troppe finzioni “ho fatto quello che sono; il regista mi ha fatto incontrare con Carmine Recano e Giorgio Colangeli 20 giorni prima dell’inizio delle riprese, loro mi hanno messo sulla giusta strada, mi davano dei consigli, quindi sul set non ho avuto problemi”.
Il regista Giuseppe Gagliardi ha sostenuto che lo spirito sportivo della boxe ha permesso a tutto il cast, e al protagonista in particolare, di lavorare con devozione. Ha detto infatti “ero convinto sin dai primi provini che si poteva fare un buon lavoro. Il fatto che loro siano abituati a una certa disciplina da 15 anni gli ha permesso di stare davanti a tutto: 12 ore di set, freddo, acqua… la profonda disciplina ha permesso di fare anche un buon lavoro”.
E i risultati di questo buon lavoro si vedono sin dalle prime immagini del film che modula da subito la Bellezza e l’inferno, proprio come il titolo del libro di Roberto Saviano. Tatanka è un film di genere, che non ha cercato a tutti i costi l’originalità, ma che ha saputo raccontare una storia di rivincita, di scelte sane, di luce (quella della scena finale) e bellezza per chi ha vissuto in un inferno.
Elsa Piccione
cinema, Elsa Piccione, Gagliardi, martelive, martemagazine, Tatanka