Neko: i quattro Aristogatti italiani
[MUSICA]
ROMA- La programmazione de La Riunione di Condominio ha spaziato quest’anno dal teatro, alla musica cantautoriale, dal cineforum al jazz, tra un vernissage e una mostra, proponendo sempre qualità a piccolo prezzo, ambiente familiare e sorrisi.
Lo scorso 12 Maggio l’amministratore della serata è stato il giovanissimo chitarrista Francesco Diodati che ha presentato sul piccolo palco pieno di quadri il suo primo progetto da leader, che ha preso veste discografica nel 2010 per l’etichetta pugliese AUAND di Marco Valente, sempre attento alle novità e sempre pronto a riconoscere e accogliere nella sua famiglia i talenti del panorama jazzistico italiano e americano.
Il progetto del chitarrista classe 1983 si chiama NEKO e accoglie nelle sue fila altri tre giovanissimi e talentuosissimi musicisti italiani, al sax tenore Francesco Bigoni, al contrabbasso e basso elettrico Francesco Ponticelli e alla batteria Ermanno Baron, già noti per le loro partecipazioni illustri con i gruppi di Enrico Rava e Gianluca Petrella tra gli altri.
Quattro fuoriclasse nostrani che uniscono genio e tecnica, capacità improvvisatrici e poliedricità. Purple Bra è il nome dell’album d’esordio dei NEKO ed è da lì che i musicisti sono partiti per incominciare il concerto, ma è anche da lì che si sono allontanati per farci assaporare molti nuovi brani che andranno a comporre parte del nuovo lavoro discografico che sta nascendo proprio in questo periodo.
Needs something strong, Your Frogs e Lop Bad molto probabilmente ne faranno parte, tre pezzi che non deludono le aspettative di coloro che hanno apprezzato il primo album. Pezzi sognanti ed energici, quasi lisergici che ti trasportano in un vortice di sensazioni a tratti mantriche, dove la libertà espressiva è forte, ma mai preponderante, dove l’elettronica c’è ma non si sente perché si unisce in maniera perfetta all’atmosfera creata dal quartetto.
Un quartetto in costante ascolto, dall’interplay mai banale, come nei dialoghi tra chitarra e sax, scambi di battute ricercate ma mai leziose, seguiti da una ritmica indipendente e generosa allo stesso tempo.
Dall’album vengono Kort e Finale Aspettato , ed è in questi pezzi che si sente naturalmente l’affiatamento maggiore, pezzi intensi ed energici. Un solo standard di Thelonious Monk, Brilliant Corner, riarrangiato dal leader del gruppo e autore dei pezzi precedenti e in finale il pezzo che da il nome all’album Purple Bra.
Un concerto in cui il jazz e la tecnica sono state solo il punto di partenza da cui allontanarsi, per poi ritornarci in maniera a volte dissacrante e a volte materna. Il palco della riunione di condominio si è trasformato in un costante bacino di ricerca espressiva, in cui i quattro si inseguivano e si cullavano con intensità e passione, forti della loro giovinezza anagrafica e soprattutto mentale, pronti alla sperimentazione e alla contaminazione.
Giovani che non si etichettano e non si fossilizzano in quello che sanno fare meglio, ma si mettono in discussione con sincerità e gioia. In bocca al lupo ai NEKO!
Valeria Loprieno
Foto di Giacomo Citro
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