Faust’O, Non voglio che Clara, Giorgio Canali, Spleen Orchestra
Una lunga serata quella del 10 maggio all’Alpheus, secondo appuntamento con il MArteLive e un evento quasi totalmente dedicato alla new wave.
La scaletta è pronta, ma si parte un po in ritardo e il mitico Faust’O, al secolo Fausto Rossi, dopo aver sorseggiato il suo tanto desiderato Tè caldo, sale sul palco e ci regala trenta minuti di racconti e musica.
Con un po’ di imbarazzo posso affermare che fino ad oggi non immaginavo quale grande artista fosse. Istrionico, diretto e follemente immerso nel suo mondo fantastico. La sua figura è apparentemente semplice (voce, chitarra e leggio), ma quello a cui assistiamo è l’estrema negazione della banalità. Canta di falsi perbenisti e di decadenza. E’ come se a parlare fosse la sua coscienza piena di malinconia. Sul finale un acclamatissimo encore.
Dopo Faust’O è il turno dei bellunesi Non voglio che Clara. Hanno un approccio alla musica molto intimista, con particolare attenzione ai testi e alle atmosfere. Giovanissimi e già tre album in attivo, l’ultimo Dei Cani uscito nel novembre del 2010 con la produzione artistica di Giulio Favero.
Dentro c’è tanto cantautorato, ma anche qualche influenza post-rock. Nella prima parte del live notiamo poca enfasi, sembrano troppo concentrati sulla tecnica e meno sull’espressività, ma finita questa fase gli strumenti si scaldano e ci donano echi, riverberi e synth impazziti.
Dal post-rock torniamo alla new wave. E’ il turno di Giorgio Canali plays Joy Division, accanto al leader dei Rosso Fuoco due eccellenti nomi: Angela Baraldi alla voce e Steve Dal Col alla chitarrra (ovviamente).
Due chitarre e voce, una rivisitazione singolare di una band strumentalmente più complessa. Canali e i suoi hanno ingegno, originalità e soprattutto sono cazzutissimi.
Di brani storici come “Love Will Tear Us Apart” quasi riconosciamo solo il riff ed è inutile provare a ricordare la voce languida e tetra di Ian Curtis, Angela Baraldi ne fa piazza pulita proponendosi in una versione più punk, quasi alla Patty Smith.
Le linee del basso sono in parte registrate per dare una parvenza ritmica e il responso finale è di uno spettacolo crudo e d’impatto. Non vuol sembrare retorica, ma Canali sa veramente il fatto suo: conosce profondamente la musica e i suoi personaggi e se sceglie di fare delle cover è perchè sa che “i soggetti in questione sono morti quindi non possono dir nulla” (cit. G. Canali).
La seconda serata MArteLive si conclude con il Tim Burton Show della Spleen Orchestra. Costumi curati con particolare attenzione, racconti gotico-fiabeschi con voce narrante e alcuni brani tratti dai celebri film del geniale registra. Una scelta originale e ingegnosa che sicuramente premia la loro passione.
La lunga “maratona” musicale finisce qui prossimo appuntamento martedì 17 maggio con uno dei personaggi più eccentrici del panorama cantautorale: Tonino Carotone.
Paola D’Angelo
Foto di Daniele Rotondo & Andrea Febo
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