CINEMA_ Tra volti ed ombre
Ebbene si, è da tanto tempo che ve lo diciamo: il martedì da Maggio acquisisce tutto un altro senso. La coda all’esterno dell’Alpheus affronta imperterrita la pioggerella dell’antipatica mezza stagione e all’interno è facile ritrovarsi con una birra in compagnia, o per lo più seduti davanti al sacro schermo dello spettacolo totale.
MArteLive torna fra noi, e con sé porta tanti nuovi corti: le luci si spengono in sala e l’unico protagonista diventa proprio lo schermo, con tutti i suoi eccezionali protagonisti. Pronti per fare il salto? Tutto ricomincia da qui…
Schatten, regia di Alessandro Marinelli
Il destino sa giocarci brutti scherzi: improvvisamente, tutto ciò che credevamo di conoscere, cambia nel giro di un istante. Amiamo, viviamo, cerchiamo ad ogni costo di essere felici e, inspiegabilmente, accadono cose che ci segnano per sempre.
Alessandro Marinelli, con il suo corto Schatten, ci porta attraverso un mondo cupo ed estremamente credibile, dove il vero protagonista è “l’orrore”. L’orrore dell’umanità, della pazzia e di quella giustizia che viene letteralmente spogliata del suo significato. Il tutto è condensato in diversi giochi d’ombra, nell’opera in bianco e in nero, che ci dona l’esatta angoscia dei suoi protagonisti.
Skins, regia di Federico Mattioni
Già conosciuto al MArteLive 2010 per il suo Modern Christ, Mattioni stavolta dirige un corto abbastanza singolare. Una lunga carrellata di volti femminili (17 attrici), invadono lo schermo ed iniziano ad interpretare due ruoli differenti: dal grigiore e dalla tristezza del bianco e nero, si passa voluttuosamente ai colori di un’accesa primavera.
Tra maliziosità e giochi di chiome, Mattioni sembra volerci proporre uno studio del colore della pelle e delle emozioni che essa può sprigionare, richiamando tuttavia una certa sensazione di monotonia e ripetitività.
L’amante, regia di Giuseppe Peronace
Un corto “tarantiniano”, quello che ci viene proposto da Peronace, proponendoci una coppia divorziata in apparente stato di riappacificazione. Ovviamente c’è un intrigo alle spalle del povero protagonista, che ad inizio corto ci spiega come non gli sia mai “piaciuto fumare” (eh no, qui non vi raccontiamo la fine).
Il gioco narrativo è piacevole (prettamente noir), così come la presenza del protagonista Tullio Sorrentino, decisamente irriverente nella sua doppia veste.
Auschwitz, regia di Irene Carnevale
Irene Carlevale interpreta e dirige questo corto che rappresenta la forza simbolica di chi ha combattuto ed affrontato l’orrore del mondo.
Scene semplicissime, che tuttavia bloccano su più punti, risvegliando una netta sensazione di fastidio ed angoscia. Sentimenti che, all’improvviso, acquistano un determinato senso all’interno dell’opera stessa, lasciando inevitabilmente una scia di amarezza.
Alessia Grasso
3 maggio 2011, Alessandro Marinelli, Alessia Grasso, cinema, Federico Mattioni, Giuseppe Peronace, Irene Carnevale, martelive 2011, martemagazine