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Bafefit: in realtà ho paura della morte

Bafefit deve morire è il titolo che la Mondo Bizzarro Gallery ha dato alla personale dell’artista della loro scuderia che più ha venduto nel corso dello scorso anno. Un controsenso? No, solo ironia nera quella di Cristiano Armati e Dario Morgante, i due titolari della galleria romana di via Reggio Emilia, che presentano orgogliosi l’artista pugliese che più ha venduto nel corso dello scorso anno.


Piume ovunque, una nuvola di candide piume ha accolto il pubblico il 9 aprile scorso. Raffaele Iodice, in arte Bafefit, visibilmente emozionato ci accompagna tra le sue opere.

Questa è la tua prima personale?
No, la mia prima personale aveva titolo Tutto il nero che vedo. Ho vinto il concorso di arte contemporanea Crash, fotopromosso dal Circolo degli Artisti di Roma, Grab Magazine e Zinzer. Con la cura di Alessia De Filippi ho esposto presso EXROMACLUB, nel rione Monti.

Come sei arrivato alla Mondo Bizzarro Gallery?
I galleristi hanno visto un mio quadro e mi hanno chiesto di portare dei pezzi da esporre nel bookshop.

Da lì il tuo successo nelle vendite. Come ti hanno seguito le due menti della galleria: Dario Morgante e Cristiano Armati?
Fondamentalmente mi hanno dato libero spazio per fare qualsiasi cosa io volessi, hanno rispettato le mie scelte stilistiche.

E ti hanno portato a Parigi.
Io amo Parigi, ho esposto un mio lavoro alla galleria L’art de Rien, in una collettiva iniziata il 6 marzo e finita il primo maggio di quest’anno, è stato emozionante esporre con artisti del calibro di Ciou, Nicoletta Ceccoli e Benjamin Lacombe.

La mostra di cui parli nasce dalla tua partecipazione alle illustrazioni del libro Metamorphose en bord de ciel di Mathias Malzieu, le immagini sono state scelte dall’autore del romanzo.
Sì. Io adoro Parigi e Parigi adora me! Il 27 marzo ho esposto in una doppia personale con Michele Guidarini, Italian Pop Surrealists Do it Better!

Anche Guidarini fa parte della scuderia di Mondo Bizzarro.
foto3Sì, la mostra nasce da una collaborazione tra la Gallerie Rue de Beauce e la Mondo Bizzarro Gallery.

A Parigi il terreno è più fertile per il tuo tipo di arte?
Indubbiamente! Basta pensare anche solo alle loro scatole di biscotti di latta, sono bellissime. Inoltre sono molto critici, sanno valutare quando sono di fronte ad un bluff artistico.

Bafefit deve morire, un titolo che può apparire un po’ inquietante, ma in realtà l’ambiente è festoso.
C’è molta ironia nel titolo e anche nel rappresentare il contenuto del quadro, spesso il pop surrealismo è inquadrato come un’arte vuota, invece è carica di contenuti, ma bisogna anche presentarli con l’idea del gioco.

Usi solo il nero per rappresentare un mondo che sembra liquefarsi nel dolore.
Sì, c’è dell’angoscia, e lo spettatore la deve solo subire senza parafrasare. Il mio progetto è di dar vita ad una branca del pop surrealismo Sucide Surrealism. I protagonisti di questi quadri non hanno via d’uscita se non il suicidio. Nell’opera If you cry you die, la protagonista è una zolletta di zucchero che ha un destino amaro, è destinata in ogni caso alla morte. Se piove lei si scioglierà, se si immerge nel tè lei si perderà in questo e allora piange, ma anche questo la farà morire.

Usi delle carte antiche come sfondo delle tue opere perché?
In genere uso carte dell’800. Me le procura un antiquario di Bologna. Per esempio nell’opera Ti vendo un fiore per una lira, la carta usata come sfondo rappresenta una lira del 1831 e Personal Jesus è applicato su una carta dello Stato Pontificio del 1943. Mi piace usare una carta usata da qualcuno che non c’è più, che è morto, così in qualche modo loraff-2 faccio rivivere.

Bafefit spalanca un sorriso tra i piercing sul mento e sul naso, per tutta la nostra chiacchierata non ha fatto altro che sorridere. Un netto contrasto con le sue opere o solo una solarità contorta e molto profonda. (N.d.R)

Tra le tue opere ci sono animali impagliati e piume di pavone, ma non portano sfortuna?
Servono per esorcizzare la sfortuna. Gli animali imbalsamati li ho portati con me dalla Francia, mi piacciono perché non sono stati mangiati dai vermi e ne conservo la bellezza. In realtà, confesso che ho molta paura delle malattie e della morte.

Ci dici una cosa cattiva sui tuoi galleristi?
Cristiano (Armati, N.d.R) lo riempirei di calci sulle ginocchia per farlo crescere un po’, mentre a Dario (Morgante, N.d.R.) presterei la mia barba da usare come tupè.

Mentre cosa ci puoi dire di bello su di loro?
Hanno creduto in me e mi hanno insegnato a credere in me stesso adesso riesco a vendere i miei quadri pensando che tutti devono avere un pezzo di me.

Chi ami leggere?
Emily Dickinson, adoro tutte le sue poesie.
XVI-Raffaele-Bafefit-Iodice-La-TorreLa Dickinson diceva: “Toglietemi tutto ma non la poesia” e a Bafefit non si potrà mai togliere la penna a china. Artista instancabile ci racconta di avere la sveglia alle 5.00 di mattina perché è a quell’ora che i sogni si trasformano in disegni. Così immortala i suoi incubi e li imbalsama come gli imponenti animali di cui si circonda.

Prossimi progetti?
Dal 17 giugno sarò in mostra in una collettiva  Salerno presso la galleria Sudio 21. Da poco è terminata la mostra nella project room di Mondo Bizzarro nella collettiva Tarot, sono tornato a collaborare con Alessia de Filippi, una delle prime a credere nel mio lavoro.

Che arcano maggiore hai realizzato?
Ovviamente: La Morte.

Rossana Calbi

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