Gino Auriuso: il teatro come riscatto sociale
Artista a tutto tondo che si è profuso sia nell’arte della recitazione che in quella della regia, Gino Auriuso è davvero una perla preziosa. Con la Federazione Italiana Artisti – Fed.It.Art.- di cui Gino è Presidente, presenta dal 4 al 17 aprile la rassegna EXIT – Emergenze per identità teatrali. Quella che ormai è una realtà affermata e apprezzata nel panorama teatrale, celebra quest’anno la sua terza edizione nella cornice del Teatro Sala Uno di Roma con due settimane di teatro e musica con appuntamenti per tutti i gusti.
Una carriera vasta e piena di stimoli, dai grandi classici a testi moderni: ma chi è Gino Auriuso?
E’ un ex ragazzo (ora si spera uomo) che partito della provincia napoletana è approdato 14 anni fa nella capitale con tante belle speranze ed una valigia piena di desideri.
Dopo avere studiato recitazione nel mio paese (Torre del Greco) ed aver capito che in quel periodo (metà anni ’90) nella mia terra non c’erano molte opportunità, ho deciso di venire a Roma per tentare di fare il mestiere che mi piaceva, l’attore, e fino ad oggi, fortunatamente, vivo di questo e per questo. Attraverso un percorso evolutivo che mi ha dato la possibilità di capire che il teatro non è solo recitare, ma anche dirigere, organizzare, programmare, ho capito che valeva la pena approfondite e praticare tutti le opportunità che questo meraviglio mestiere ti offre.
Attore, Direttore Artistico, Regista. Una figura davvero completa la tua….che cosa rappresentano il teatro, la recitazione per te?
Il teatro è stato per me la possibilità di un riscatto sociale. Per chi viene dall’ hinterland partenopeo dove è semplice cadere nelle tentazioni di avere tutto e subito attraverso le opportunità offerte dalla “mala”, capire che le cose vanno conquistate con lavoro, disciplina e rispetto di te stesso e degli altri non è facile. Questi principi e questi valori mi sono stati trasmessi soprattutto dal grande lavoro che ho fatto su me stesso, attraverso lo studio dell’arte recitativa.
E che cosa significa insegnare recitazione (Gino Effettua docenze e stage di recitazione presso la scuola “LA SCALETTA” di Roma, insegna recitazione presso Il Liceo sperimentale dell’arte “LE MUSE” di Nettuno e nel 2010 è stato chiamato come docente di organizzazione e produzione teatrale al corso “PROSEGUO” voluto dall’ente di formazione LAMBDA ITALIA e dalla Provincia di Roma N.d.R.)?
Insegnare recitazione è impossibile, purtroppo per convenzione si usa il termine insegnare, ma non è così. Più che insegnare si trasferiscono delle tecniche e dei saperi, è uno scambio tra “insegnante” e “allievo”. L’insegnate cerca di passare all’allievo la sua esperienza e l’allievo stimola l’insegnate con la sua sete di sapere. Ciò che ho imparato dai miei Maestri è che l’allievo (che poi riuscirà a fare il mestiere dell’attore) è già una scatola piena ed il compito dell’insegnante è solo aprirla per far uscire tutta la sua arte. Chi non ha già dentro di sè la passione e la predisposizione è meglio che cerchi altre vie, ed un insegnate ha il dovere di farlo presente all’allievo. Questo è il compito più duro di un “Maestro”.
Interessi anche in campo, diciamo “politico”, visto che da qualche anno sei anche Presidente della FED. IT. ART (Federazione Italiana Artisti), la Federazione che cerca soluzioni concrete per i problemi reali che le compagnie e le associazioni culturali affrontano ogni giorno. Di cosa vi occupate e come ve ne occupate?
Nella domanda c’è la risposta. La Fed. It. Art. è una Federazione di categoria (spettacolo dal vivo) che tutela i proprio iscritti cercando risposte alle loro istanze. Rappresenta i propri associati nei confronti delle Istituzioni e delle Amministrazioni Pubbliche, portando sui tavoli di concertazione le problematiche quotidianamente che gli associati stessi affrontano. Oltre ad una funzione più sindacale, cerchiamo anche di rispondere alle richieste lavorative, portando avanti progetti culturali di vario genere ed uno tra questi è la rassegna EXIT, giunta quest’anno alla terza edizione.
Gino in questo momento ti stai occupando della Direzione Artistica della Rassegna Exit3 al Teatro Sala Uno di Roma dal 4 al 17 aprile. Come è nato questo progetto?
E’ nato dall’urgenza di alcune Compagnie associate alla Fed. It. Art., le quali nel 2009 hanno deciso di darsi un’opportunità, visto che in giro per loro non ce ne erano tante. Hanno unito le forze economiche, intellettive, artistiche ed hanno dato vita ad EXIT (Emergenze per Identità Teatrali) per crearsi una vetrina ed emergere dal fitto sottobosco capitolino.
Come sono stati scelti gli spettacoli che sono in cartellone in questa terza stagione?
Non attraverso una selezione artistica, ma abbiamo puntato sulle compagnie, gli attori, i registi, i musicisti… che avevano un’esigenza: “esprimersi”. Esigenza che non trovava vie di fuga altrove e l’ha trovata attraverso un’uscita di emergenze che si chiama EXIT.
Denuncia sociale e psicologia sociale: il mondo delle vanità e il mondo delle risate. Il teatro riesce ancora a coniugare argomenti seri e satira feroce o semplicemente divertente?
Il teatro è ancora una “cosa” seria e spero lo sia per sempre. Riesce tutt’oggi a far pensare, o meglio riesce a far riflettere chi vuole riflettere. Poi c’è il pubblico che cerca il solo divertimento e ci sono Teatri che adempiono a questa domanda con programmazioni “leggere”, ma certamente questo vuoto divertimento non appartiene agli spettacoli di EXIT.
Gli spettacoli che sono in cartellone nella rassegna sono piuttosto eterogenei e spaziano dal teatro puro, alle contaminazioni con la danza (Chopinostalgie), ma anche nel metateatro (Ma er titolo?). Perché inserire un Concerto per Due Pianoforti (eseguito dai Maestri Stefano Caponi e Lucio Perotti) nella rassegna?
Per due motivi: il primo è per sdoganare la musica classica e far sapere al pubblico che può fruire di quest’arte non solo nelle sedi istituzionali (vedi auditorium); il secondo è che l’esigenza di esprimersi non è solo dell’ attore o del ballerino, ma anche dei musicisti che in EXIT 3 hanno trovato la loro opportunità di mettersi in “vetrina”.
Quali sono i progetti per il tuo prossimo futuro?
Tanti, ma per scaramanzia non li annunciamo, però possiamo dire con forza e convinzione che punteremo dritti alla IV edizione di EXIT…
Grazie Gino della tua disponibilità!
Edyth Cristofaro
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