REPORT LIVE- Pier Cortese, nonostante tutto…
ROMA- “Voglio ricordare questo sole prima che cambierà” ed effettivamente il nuovo Pier Cortese (al secolo Piervincenzo Cortese) classe ’77, ha lasciato nella serata del 22 febbraio scorso al The Place di Roma, un’immagine di sé tra il vecchio ed il nuovo piuttosto interessante.
Passando da un pop un po’ acustico, a quello anche un po’ sperimentale, in qualche modo mi trovo a dover rivedere la mia posizione sul progetto che Pier sta portando in tour e che vede il diretto coinvolgimento delle applicazioni per iPhone in ambito musical strumentale. La prima volta che lo avevo sentito (Dimmi di Sì, 11 dicembre scorso N.d.R.), mi era parso che il progetto facesse acqua da tutte le parti, che facesse perdere forza e vigore alla musica e che, almeno apparentemente, indebolisse le melodie solitamente decise, contagiose, vitali che hanno sempre contraddistinto la produzione di Pier, lasciando tanti punti morti.
Dice Pier sul suo MySpace: “Cambiare rotta, cambiare traiettorie, cambiare abitudini [dal] la vita che ho davanti, che voglio diversa da quella di oggi. Chi può dire se migliore o peggiore, solo diversa. E il presente deve diventare passato al più presto, cadendo come una stella, in silenzio. Niente altro so, se non che questo passaggio sarà un volo, un volo che non conosco”.
E in questo live che ha spaziato dai brani dell’ultimo album Nonostante tutto continuiamo a giocare a calcetto a quelli che sono stati i primi successi, tratti anche da Contraddizioni, Pier Cortese ha regalato una serata musicale che ha rimesso in luce la forza della sua musica, seppure supportata dalle meraviglie della tecnologia.
Credo che nella vita di un artista a volte si giunga ad un bivio: continuare la strada vecchia, che tante soddisfazioni ha regalato, o provare ad intraprenderne una nuova e chi se ne importa del vecchio adagio che recita: “chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova”.
Ed è così che mescolando voce e chitarra in un esperimento elettroacustico, nasce iMè, che unisce l’intimità della performance solista alle sonorità elettroniche di uno strumento come l’iPhone, caricato di applicazioni musicali scaricate dalla Apple Store. Così inizia la ricerca di nuove possibilità musical creative, che dà l’idea di essere perennemente in divenire e che, a detta sua, nasce fra le altre cose dalla necessità di trovare una soluzione efficace al problema di dover girare mezza Italia con band e strumenti al seguito.
La dimensione solista che gli appartiene, come ad ogni cantautore, si esprime per quello che è, con una chitarra, la voce delicata e sussurrata, un’armonica a bocca, e poi tutto il contorno: una loop station, una tastiera ridotta al minimo e le fenomenali sonorità del MacBook (Matteo Gabbianelli voce dei Kutso), il basso elettrico (Giacomo Citro bassista anche dei Violapolvere e dei Kutso), con l’aggiunta delle meraviglie delle applicazioni per iPhone, l’elemento nuovo che dovrebbe dare nuova verve: quasi dei giochi musicali con potenzialità espressive inaspettate, oppure veri e propri strumenti musicali capaci di generare sonorità di altissimo livello.
Una commistione inaspettata, che si sta rodando per trovare il giusto equilibrio, affinché non lasci mai sul palco momenti che sembrano strutturalmente vuoti, seppur riempiti di suono. Perché decisamente la forza più grande di questo cantautore, che viene da quella scuola romana dei tempi più floridi, è l’intimismo, la forza delle parole, delle melodie morbide ed energiche.
Ci auguriamo che ritagli sempre uno spazio ideale in cui la voce Cortese di Pier, e quegli attimi di profonda riflessione che fanno della sua produzione qualcosa di speciale, abbiano sempre un ruolo di primo piano, perché il fascino e l’appeal della musica sono anche nel futuro (che è già qui), ma anche e soprattutto nella capacità di comunicare con passione, determinazione e capacità.
Edyth Cristofaro
Foto di Federico Ugolini
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