INTERVISTA- A volte ritornano: Ugo Masini, la sua seconda volta
Eccoci qui, ad un anno dalla prima vittoria del MArteLive nella Sezione Moda & Riciclo, per festeggiarla per la seconda volta con lo stesso vincitore, Ugo Masini, già vincitore della scorsa edizione, che, questa volta, l’ha portato a Londra in occasione dello showcase organizzato nella City, a favore dell’ecodesign.
Molto orgogliosi per averci visto lungo e per l’entusiasmo con cui i partecipanti della manifestazione aderiscono di anno in anno, chiediamo ad Ugo di raccontarci qualcosa di questa seconda esperienza e della sua linea di moda.
Prima di tutto vogliamo sapere cosa ti ha spinto a partecipare una seconda volta al MArteLive?
Inizialmente ero un pò titubante (date le circostanze della scorsa vittoria nel 2009), in seguito però ho avvertito la voglia di partecipare una seconda volta, un pò per rimettermi in gioco con me stesso e poi soprattutto perchè le proposte erano più interessanti e l’organizzazione della Sezione Moda & Riciclo sembrava essere migliore rispetto lo scorso anno.
Cosa è successo dopo la vittoria dell’anno scorso? Cos’è cambiato nella tua vita professionale?
Sinceramente dopo la vittoria del 2009 non è successo un granchè, dato che non ho ricevuto nessun premio. Mentre, per quanto riguarda il mio percorso professionale le cose si sono evolute e concretizzate, ma questo merito lo devo a me stesso e non alla vittoria del MArteLive 2009.
L’esperienza del MArteLive 2010 è stata diversa da quella precedente? In che cosa?
Sì è stata diversa in quanto le proposte e soprattutto l’organizzazione sono state nettamente migliori e questo grazie all’organizzatrice Silvia de Vincentiis che ha dimostrato grande professionalità in tutto.
E il tuo GOUT INTERIEUR (il nome che Ugo ha dato alla sua linea ndr.) è cambiato? In che modo?
Il mio gusto interiore rimane lo stesso, però posso dire che gli stimoli e le idee che mi vengono attraverso tutto quello che mi circonda sono un pò cambiati, però di questo ne riparleremo in futuro.
La scelta dei colori, dei tessuti, delle linee che utilizzi per le tue collezioni da cosa è maggiormente influenzata?
Le mie scelte sono molto influenzate dal mondo esterno che mi circonda, dai suoi usi e costumi perchè penso che la moda e l’abbigliarsi fanno parte di un continuo cambiamento evolutivo con riconduzione a quello che c’è già stato…. il passato. Gli abiti diventano testimonianze del vissuto sia per lo stile che per la materia. Per la loro realizzazione utilizzo una tecnica tutta mia, di destrutturazione e ristrutturazione di capi già esistenti, completando l’opera con stoffe ricercate. I tagli sono ispirati a quelli di epoche già vissute che, mescolati fra loro, danno vita a quel gusto interiore che fa parte di me.
L’immagine che ho della donna contemporanea è quella di un’ essenza che lavora e che vive in un mondo globalizzato, contaminato da culture, colori e odori, ma pur sempre legata alle tradizioni.
Quali sono i tuoi obiettivi professionali?
I miei obbiettivi? Sicuramente quello di portare il mio GOUT INTERIEUR anche fuori dall’Italia, e con l’opportunità che il MArteLive mi ha dato di andare Londra a presentare la mia collezione, in parte ci sono riuscito. Il mio obiettivo primario, però, resta quello di far intuire alle persone che ci si può abbigliare anche e soprattutto in base al proprio essere interiore, senza farsi influenzare da ciò che la massa detta e quindi senza omologarsi.
Com’è la vita per uno stilista giovane che vive in Italia e in particolare a Roma?
Non è del tutto facile, dati i mancati incentivi statali sull’imprenditoria giovanile e la tutela del valore artistico di ogni singolo creatore. Maggiormente in una città come Roma, che di moda ha ben poco, visto che gli influssi e gli stili quasi spesso si imbattono nell’omologazione obbligatoria del gusto.
Il MArteLive ti ha portato a Londra per presentare la tua collezione in relazione all’eco-artigianato e design. Parlaci di questa esperienza…
E’ stata un’esperienza che ha permesso di esprimere il mio gusto interiore, ma anche un momento per relazionarmi con un mondo e un modo di vedere le cose con molto più naturalezza espressiva. Grazie ad essa ho avuto l’opportunità di imbattermi in situazioni lavorative future.
In cosa l’Arte e la Natura, tema presentato appunto per lo show londinese, si sposano nella tua linea di moda?
La natura mi fa pensare a qualcosa di pulito e per questo va tutelata. Io nel mio creare credo di farlo, utilizzando materiali del tutto riciclati e quindi capi già vissuti traendo anche da essi lo stile che gli appartiene.
Se dovessi dare un consiglio a chi sogna di fare questo mestiere cosa gli diresti?
Di credere in quello in cui si imbattono e di essere semplicemente se stessi.
Mikaela Dema
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