Quello che gli uomini …
[TEATRALMENTE]
Quello che gli uomini non (ci) dicono, ce lo racconta Francesca Reggiani nel suo nuovo spettacolo al Teatro Sala Umberto dal 26 ottobre al 14 novembre. Il testo è scritto a sei mani con Gianluca Giugliarelli e Valter Lupo, e quest’ultimo firma anche la regia.
Nel suo one woman show l’attrice si confronta con la categoria degli uomini, ma non solo, attraverso recite dal vivo e video, la Reggiani incrocia temi di politica, attualità e cronaca irrompendo sulla scena con nuovi personaggi: Carlà e la Tulliani, Alfonso Signorini, Antonella Clerici, Enrico Ghezzi.
L’attrice ci accoglie sulla scena nei panni di un trans brasiliano, spiegandoci che gli uomini non stanno a guardare il capello perché gli bastano le extension, e in questo modo ci introduce nel favoloso mondo degli uomini che, definitivamente sedotti dalla tv, finiscono per confondere la realtà con la fantasia.
Se è vero che il modello televisivo propone-impone un modello femminile alla Belen, l’uomo lo fa suo; così come lo “sguardo” sulla donna diventa di taglio televisivo, quindi voyeuristico.
Ma la Reggiani presenta anche l’altro lato della medaglia con una parodia di Antonella Clerici, che si erge strenuamente a difesa dei valori della famiglia, da coltivare in cucina grazie a ricette tradizionali come la fava alla pecorina, e porta come esempio di coppia ideale quella formata da lei ed il suo compagno di diciannove anni più giovane.
E non finisce qui: le ironiche riflessioni sull’universo maschile incrociano paralleli tra pubblico e privato, tra crisi di coppia e crisi istituzionale.
Così abbiamo personaggi come Carla Bruni ed Elisabetta Tulliani che in un’esilarante intervista doppia raccontano i sacrifici fatti e i letti passati per arrivare. Perché quello che conta in questo mondo, ci spiega la Reggiani giurando sui Beatles, è arrivare in alto, farsi notare, vuoi salendo su un palazzo o su una panchina, qualcuno arriverà per intervistarci.
E cosa succede allora alla famiglia tradizionale, in un mondo che coltiva il culto dell’immagine, della popolarità e del sensazionalismo? Succede che mariti ultra sessantenni inseguono il mito dei corpi perfetti scappando con belle ragazze dell’est. Ma presto il sogno si infrange contro la dura realtà della quotidianità, quando la donna russa non vuole più fare le pulizie, ma si rivela altezzosa e viziata, all’uomo non resta che tornare dalla moglie, che, memore degli insegnamenti, gli verrà incontro reinventandosi Belen, un po’ vigilessa, un po’ calciatrice, come nuova, sdentata icona per l’erotismo maschile fatto in casa.
Uno spaccato ironico e tagliente della società contemporanea che fa ridere lo spettatore, ma rivela anche il triste spaseamento dell’italiano medio, rappresentato come semplice e infantile e non fa sconti neanche alla donna, anch’essa debole, pronta a compiace l’uomo e ad adeguarsi al modello imposto dai media e dalla tv.
Gabriella Radano
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