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Esperanza Spalding: il gigante e la bambina

ROMA- 14 Novembre, Auditorium Parco della Musica. L’atmosfera è più elettrica del solito, alla biglietteria un lungo serpentone di gente arriva fin quasi alle porte, ragazzi con dei cartelli richiedono i biglietti per il concerto della serata, altri se ne vanno sconsolati, sembra di osservare un  pubblico di fans ad un concerto di un grande artista rock.

Sicuramente gli organizzatori del Roma Jazz Festival non credevano che la piccola sala Petrassi non potesse contenerli tutti, o forse non credeva che la piccola contrabbassista americana avesse tanto seguito. Ma Esperanza Spalding a soli 26 anni e al terzo album registrato è diventata già un’icona della musica. Sarà che è così strano che una donna suoni il contrabbasso, sarà che è così strano che lo suoni così bene, sarà che canta anche e lo fa divinamente, sarà che la sua bassa statura e il suo fisico così asciutto destano curiosità, quando abbraccia uno strumento così “maschio”, o sarà semplicemente che è una grande artista, ma la sala dell’Auditorium non ha potuto accontentare tutti gli amanti romani della sua musica.
Esperanza Spalding, fa quindi tappa a Roma per il suo tour europeo, tour di promozione del suo ultimo album Music Chamber Society. La sua formazione, ispirata proprio alle formazioni della musica da camera, comprende viola, violoncello e violino, batteria e piano, oltre che il suo contrabbasso. E’ forte il richiamo alla musica classica tradizionale negli elaborati arrangiamenti per il trio d’archi, ma anche fortissimo il richiamo alla modernità della sua musica, che combina con spontaneità e coraggio jazz, soul e pop.

Esperanza entra in palcoscenico, si siede su una poltrona, accende un lume e sorseggia un bicchiere di vino togliendosi le scarpe col tacco, mentre ascolta il trio d’archi che l’ha preceduta e subito con spontaneità e bellezza riesce a calamitare l’attenzione del pubblico in sala verso quello che è il suo salotto musicale. Ci invita a rilassarci, a godere del concerto come se fossimo a casa con i piedi sul divano e ci invita a farci trasportare dalle energie del gruppo.
Abbraccia il suo gigante strumento, sempre a piedi nudi, e lo doma con una naturalezza e una forza incredibile, e il suo suono è così delicato e corposo allo stesso momento che non sfigura davanti all’Olimpo dei grandi contrabbassisti.
I pezzi si snodano tra improvvisazioni vocali e strumentali, e pezzi noti, come la bellissima “Wild is The Wind”, famosa nella versione della meravigliosa Nina Simone. La sua bella voce ci incanta nello scat e passa dall’inglese al portoghese con facilità.  Duetta con Leala Cyr, vocalist di questo particolare gruppo, percuote il suo contrabbasso dialogando con la batteria di Richie Barshay, danza a piedi nudi le sue melodie più etniche. Un vero talento, un grande carisma, che manda in visibilio gli astanti per due bis, uno con il suo batterista e l’altro col pianista Leo Genovese. Ringrazia il pubblico con dei grazie perfettamente pronunciati e ci rimanda al nostro vero salotto di casa con il cuore gonfio di bellezza, musica ed energia!

Valeria Loprieno
Foto gallery di Federico Ugolini
Foto Slide Show per gentile concessione dell’Ufficio Stampa

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