Skip to main content

A casa di Salvador

viaggi
[TRIP: NOTE DI VIAGGIO]

viaggiFigueres (in castigliano Figueras) e Cadaqués sono luoghi che hanno in comune un genius loci molto particolare: Salvador Dalí. Eccentrico, visionario, instancabile. Il suo rapporto con il paesaggio è al centro di una bella mostra che rimarrà aperta a Milano, presso Palazzo Reale, fino al 31 gennaio 2011 (vedi nelle News).

In diversi video sentiamo il maestro parlare con particolare amore degli scenari della Catalogna, che oggi ospitano i musei della Fondazione Gala-Salvador Dalí.
Tutto gravita intorno all’Alto Ampurdán: spazi sconfinati, senza punti di riferimento precisi, che Muse_Salvador_Dali_Figueresavvolgono, come i quadri del maestro. Colori densi, cieli tersi, luci e ombre decise. Un paesaggio concreto, reale, che fa da sfondo alle sperimentazione e ai voli onirici di Dalí. Rocce, pietre e ulivi. Dirà: “Così come in un viso umano non c’è che un solo naso, e non centinaia che spingono in tutte le direzioni, sul globo terrestre c’è questa rara cosa – risultato di circostanze miracolose e imponderabili – che il paesaggio esiste solo sulle rive del Mediterraneo e non altrove” (S. Dalí, La droga sono io, libro in cui Robert Descharnes raccolse aforismi tratti dagli scritti daliniani). Cabo Norfeu, l’isolotto di Cucurucù, l’Encalladora, le rupi del Pla de Tudela appaiono ricomposti e camuffati, come citazioni, nelle tele del maestro. Le montagne (come il Canigó, il Sant Pere de Rodes) e poi la piana che scende verso il mare, il golfo de Rosas con Cadaqués e Port Lligat. I paesi bianchi, con le porte e le finestre colorate, le rocce contorte, la cui “lunga contemplazione meditativa […] ha dato un contributo ponderoso allo sviluppo dell’estetica morfologica del molle e del duro”.

Cadaques per il maestro è “grande emozione di profonda emotività”, una piccola città che sedusse persino Picasso (che la definì perfettamente cubista, per il modo in cui la sua architettura Figueres_Sant_Pere_MQsi oppone al paesaggio naturale). Qui e a Figueras decide di erigere i suoi rifugi, case-museo che incarnano le sue visioni. L’immaginario di Salvador Dalí esce dalle tele e si fa architettura. A Figueras, suo paese d’origine e dove morirà, decide di regalare un museo fuori dagli schemi. Restaura così il Teatre Principal: bizzarro, grandioso, carico di tutti i simboli cari al maestro, come le uova, il pane. Un giardino delle meraviglie che attira da sempre fiumi di persone, intorno al milione ogni anno. Qui si ha modo di osservare l’opera omnia del maestro e di fronte ai piccoli dipinti ad olio, assolutamente realisti, lontani dalle pindariche evoluzioni surrealiste, si può capire a pieno una delle sue affermazioni: “Inizia con l’imparare a disegnare e a dipingere come gli antichi maestri. Dopo, potrai fare quello che vorrai: tutti ti rispetteranno”. Una lezione molto concreta che lega il maestro alla sua terra e alle sue tradizioni.

INFO
Info utili per viaggiare in Spagna sul sito www.turismospagnolo.it. Per i voli, Iberia (www.iberia.com/it) offre dei prezzi vantaggiosi se prenotati con buon anticipo.
Per le visite alle case-museo di Figueras e Cadaqués c’è il sito www.salvador-dali.org.

Cadaques_shoreline

Amanda Ronzoni

Le fotografie:
– Entrata al Museo Salvador Dalí a Figueras (Spagna). Fotografia realizzata nel 2002. © Kuxu. ==Licence== {{GFDL}})
– Chiesa di San Pere, a Figuèras, realizzata il 27 dicembre 2006, da Luidger ==Licence== {{GFDL}})
– Veduta di Cadaqués, realizzata da Christopher J. Moffett. File sotto licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 2.0 Generico.

Amanda Ronzoni, arti visive, Cadaqués, Figueres, martelive, martemagazine, Rubrica trip: note di viaggio, Salvador Dalì, Spagna, viaggi

Lascia un commento