DANZA finalissima_Tris
Una parola negli ultimi mesi aleggia come un fantasma, uno spirito non bene identificato che cerca qualcuno che possa vederlo. Chiama e chiede aiuto, ma nessuno lo sente. Forse pochi lo percepiscono, alcuni lo intravedono, ma solo per un momento. Sembra un’ombra.
L’estate è quasi terminata e insieme anche il MArteLive 2010 e il vincitore della Sezione Danza a breve verrà nominato. Il 9, 10 e 11 settembre si sono esibite le compagnie finaliste e con loro due piacevoli fuori programma.
Nella prima serata, Gravy Dance ha ripresentato Gestazione, performance di Valeria Caboi, con la collaborazione video di Antonella Sabatino e il montaggio audio di Enrico Pisci. Un piacevole e ironico mix di coreografia e tecnologia che rappresenta una danzatrice che interagisce con una mano (sul video) creando un divertente parallelismo drammaturgico. Raccontano la stessa cosa con mezzi espressivi differenti. La seconda performer, Ilenia Raimo, in La voce del Tempo appare come una giovane sposa che giocando con un mare di tulle ipnotizza come una bellissima strega il pubblico con una piccola sfera luminosa. L’esecuzione è puntuale, senza evidenti sbavature e rigorosamente elegante, ma si sa, il tempo è tiranno e affascinato da tanta bellezza e delicatezza la trasforma in una medusa, che attraverso riflessi rosa la rapisce e la allontana dal plauso del pubblico.
La seconda piacevole serata di fuori programma ha regalato ai MArteSpettatori due divertenti esibizioni. Come per incanto, il pubblico si trova disorientato quando scopre di trovarsi non a Roma, ma nel sud della Spagna, in Andalusia. L’esibizione di Edyth Cristofaro ha eleganza, precisione, grazia, raffinatezza condite da gesti decisi, privi di esitazione. Un viaggio che dura il tempo di una Sevillana, un sogno, un sogno da cui non avremmo voluto svegliarci.
Valeria Loprieno completa la seconda serata di extra al MArteLive. Una donna, una come tante o una per tutte. I gesti sono misurati, equilibrati, forse per il forte contenuto che veicolano. Sul palcoscenico appare con parrucca e occhiali, forse per distinguersi, forse per confondersi e si esibisce con movenze decise il cui senso profondo sarebbe difficile esprimere a parole. Ci sono concetti infatti che molto spesso necessitano di altri mezzi espressivi per giungere colmi del loro significato. Ed eccola la famosa parola, lo spirito che tutti intravedono ma che pochi riconoscono: la LIBERTÀ. Ma la libertà non sta nel fare sempre e comunque ciò che si vuole, ma comportarsi con STILE, ELEGANZA, sempre coerenti con il proprio PENSIERO. Perché pensare è pericoloso. Pericoloso per le masse, perché se pensano riconoscono di avere diritti.
Arriva la serata conclusiva e nonostante ripetuti problemi tecnici e problematiche organizzative, tutto procede regolarmente.
Tessa Canella e Ilaria Puccianti ripropongono Accordo perfetto che insieme al musicista Alessandro Canella realizzano nuovamente ciò che già avevano presentato. Un gioco elastico, un continuo allontanarsi e un riavvicinarsi di due entità differenti che come cuore e mente, come due facce della stessa medaglia, litigano gioendo delle proprie divergenze. Ma gli accordi non si trovano solo tra danza e musica, ma anche e soprattutto nell’animo. Un equilibrio cosmico che tutto ordina, che tutto distrugge, che tutto incanta, che tutto conquista.
La Bricolage Dance Movement con Michela Mucci, Rossella Fusco, Eleonora restelli e Serena Arco con Io… corpo anima e cervello lascia sprazzi di nebulosa chiarezza, in cui non si intravede molta luce e con quella poca luce il pubblico tenta di decifrare il senso della performance. I movimenti che vediamo appartengono a una donna, a un corpo impreciso e sembrano accadere nella sua testa. Le parti del sé vengono mosse a piacimento sotto lo spirito osservatore e mai dormiente della coscienza che tutto decide. Non possono scegliere, non possono correre che subito la ragione prende il sopravvento e riporta in riga il sé ribelle.
La terza compagnia, la Bdrkontejner presenta con rinnovata lucidità, precisione e puntualità il suo -K-. Sanda Potinga, Martina Giammarini, Alessia Musico, Karen Fantasia, Daniele Pugliesi, Cristiano Montagna e Francesca Grimaldi si esibiscono con eccellente sincronia. Partono da sgabelli e con onde di movimenti simultanei lasciano trasparire professionalità e rigore. Lo spettacolo creato nel divenire concentra insieme delicatezza ed energia e questa volta non esiste crepa né approssimazione.
Sara De Santis e Danilo Muscarà chiudono la terza serata con la loro Rapsodia. Liberano la mente dello spettatore che cerca una tematica profonda, l’estetica del sogno e la vita dell’umana solitudine. Niente di tutto questo ma puro, “semplice”, intenso e vigoroso gesto. Coreografia pulita, secca, per nulla imprecisa e libera da errori che inquinano la scena. L’esibizione è un elogio al lavoro, alla dedizione e all’applicazione.
Il MArteLive 2010 appare agli occhi di un umile recensore come una manifestazione degna di memoria. E forse un commento personale mi verrà permesso dagli spietati caporedattori: la critica di qualsivoglia redattore è puramente soggettiva, quindi da non considerarsi unica legge, ma puramente un’opinione come tante…
Emanuele Truffa Giachet
danza, Emanuele T. Giachet, martelive, martelive 2010, martemagazine, settembre 2010, Tris