Saramago: contro tutto e contro tutti
[L’ILLETTERATA]
Mi ha colpito più di tutto, in questo ultimo libro di Josè Saramago, Il Quaderno edito dalla Bollati Boringhieri, scoprire in lui l’opinionista, l’uomo di letteratura che si fa editorialista e ci riesce così bene.
Dice Umberto Eco nel titolo dell’introduzione, che Saramago è impenitentemente irritato, e tenero aggiunge. Dal più grande semiotico italiano, leggere i segni dell’irritazione di Saramago non è stata cosa difficile, forse più entusiasmante la scoperta della tenerezza, della verità e della dolcezza di alcune delle affermazioni che corredano questo libro.
Il Quaderno raccoglie gli interventi del Premio Nobel per la Letteratura nel 1998 (mai premio fu più meritato e non per la grande mole delle pubblicazioni, ma per la innegabile qualità delle stesse), pubblicati sul suo blog tra il settembre 2008 ed il marzo 2009, ed è una illuminante sequela di contributi fulminei, taglienti, lucidi che illustrano con chiarezza il nostro vivere sociale al presente. A dettare gli argomenti sono sì, gli accadimenti del mondo, che giorno per giorno si susseguono, ma ci sono anche pagine e pagine dedicate alla letteratura, alla poesia, elementi imprescindibili della vita del letterato.
Dall’alto dei suoi 87 anni, Saramago ancora una volta ci stupisce con il suo sarcasmo, la sua lucida rabbia contro le ingiustizie del mondo e con le sue idee politiche mai velate, ma dichiaratissime, evidenti, lampanti. I suoi moti di rabbia contro George W. Bush, il cavaliere Berlusconi, la sua speranza su Barack Obama, la limitata libertà di Roberto Saviano, la politica israeliana e la questione della Striscia di Gaza, le porcherie della base militare di Guantanamo, Dio e la Fede, sono solo alcuni degli argomenti ricorrenti.
Saramago in questa sua raccolta ci accompagna nel presente verso il futuro, a metà strada tra quello che vorremmo e quello che sarà, e ci accoglie in quel paradiso terrestre che è la possibilità di esprimersi, parlare liberamente, anche denunciando con ferocia gli abomini della società, dell’economia e della politica.
Un titano vivente della letteratura che si permette il lusso di enunciare pensieri scomodi, spietate diagnosi, appassionate invettive, gestite e raccontate con semplicità, ma sempre con gran cura della parola.
Dice Saramago: “penso che ogni parola necessita sempre per lo meno di un’altra che la aiuti a spiegarsi […] Lancio lì la prima parola, e la seconda, e la terza, come uccelli ai quali sia stato aperto lo sportellino della gabbia, senza sapere bene, o non sapendo affatto, dove mi porteranno. Parlare diventa un’avventura, comunicare si trasforma nella ricerca metodica di un cammino che porti verso chi sta ascoltando”. Questo è il prezioso Saramago che vi esorterei a leggere, colui che dice: “vado imparando con le parole che dico”. E non credo che ci sia bisogno di aggiungere altro…
Eva Kent (evakent.74@gmail.com)
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