Le “lenti” del cinema: 100 anni di storia di un mito
[DIMODA & DEMODE’]
Il mondo della cellulosa ha da sempre creato icone dello stile che, anticipando le tendenze, hanno lasciato un’impronta nella Storia della Moda, care Fashion Victims. Marlene Dietrich fu la prima ad indossare il tailleur che ispirò le prime giacche di Armani; Christian Dior ha proposto molte versioni dell’abito bianco che fasciava Marilyn nella pellicola Quando la moglie è in vacanza.
Paradossalmente furono i piccoli dettagli ad avere le maggiori influenze nel patinato universo del costume grazie all’inspiegabile magia degli accessori, capaci di rendere unico qualunque abito. I particolari sono i giochi preferiti di chi possiede uno sguardo acuto, uno sguardo che osserva l’insieme, ma conserva il piacere minuzioso del particolare.
Un anonimo tubino nero che cinge la vita dell’indimenticabile Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany può diventare indimenticabile con l’ausilio di un paio di grandi lenti nere, capaci di celare lo sguardo, ma al contempo svelare la personalità della protagonista, la frivola ed elegante Holly.
Il fascino dell’occhiale, sintesi di utilità e superficie, ha ispirato la mostra Cinema e Occhiali – 100 anni di storia di un mito allestita all’Auditorium Parco della Musica dal 14 al 23 ottobre 2009 in occasione della IV edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. L’esposizione raccoglie alcuni degli occhiali più famosi e memorabili della storia della cellulosa: pezzi unici ed esclusivi concessi dal Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore e dalla Galleria Guglielmo Tabacchi.
In un processo analogo ad alcune sequenze cinematografiche, l’oggetto visivo per eccellenza, per metonimia diviene emblema della star che lo indossa e per estensione dell’intera pellicola. Accanto agli occhiali, conservati in apposite teche di plexiglas e legno di ciliegio, sono infatti esposte le fotografie degli attori o registi che li hanno resi celebri, lasciando un segno nella storia del costume e del cinema. Tra le lenti in mostra indimenticabili sono gli occhiali di Dirk Bogarde in Morte a Venezia, quelli di Woody Allen nel film Il dittatore dello Stato libero di Bananas diventati poi un vero e proprio segno di riconoscimento del regista newyorchese, e gli immancabili Ray-Ban oversize di Audrey Hepburn, simbolo di eleganza e raffinatezza.
Curiosità da non perdere…
Sofia Mattioli
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