Il genio poetico e musicale di De Andrè
[L’ILLETTERATA]
Devo ammetterlo, la mia conoscenza di Fabrizio De Andrè (Genova, 18 febbraio 1940 – Milano, 11 gennaio 1999) non risale affatto, come è successo per quasi tutti i miei coetanei, all’epoca della scuola superiore, quando Lui era ancora in vita e soprattutto era ancora in piena attività musicale. All’epoca ero ancora troppo poco matura e troppo presa da altro, anche musicalmente, per potermi lasciar incantare dalla poesia delle sue parole in musica.
Poi è arrivato il 1999, l’anno della sua morte e le sue storie di emarginati, di ribelli, di prostitute e di tutte quelle persone spesso ai margini della società hanno cominciato a toccarmi dentro. Da allora i suoi testi hanno cominciato ad essere considerati dei veri e propri componimenti poetici e, come tali, sono stati e sono tutt’ora inseriti in molte antologie scolastiche di letteratura.
Ma ancora non è stato questo a farmelo amare: credo che la sua storia di uomo, il suo essere stato contestatore attento ma pacato, la sua coerenza artistica, il suo sequestro, il suo modo così scrupoloso di lavorare (ricordo che, nonostante circa 40 anni di carriera, la sua produzione si attesta su alcuni 45 giri, tredici album in studio, tre live e una raccolta), me lo abbiano reso nella sua completezza di uomo-poeta, memorabile per varietà ed intensità.
Nicola Piovani di lui ha detto: “De André non è stato mai di moda. E infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano“. Forse non è sbagliato pensare questo di lui, e forse è stato proprio per questo che a tutti i costi ho voluto leggere il libro di Alessandro Sinopoli, Fabrizio De Andrè. Anime salve, edizioni Auditorium.
Anime salve, è il tredicesimo album registrato in studio da Faber (così come amava chiamarlo fin dalla giovinezza il suo amico Paolo Villaggio), scritto a 4 mani con Ivano Fossati.
Concept album che ha come tema portante la solitudine, in tutte le sue forme e manifestazioni, un elogio della solitudine che permette di essere liberi e non condizionati dalla società, o come ha detto lui stesso un “discorso sulla libertà“, Anime salve è un progetto intenso, considerato da molti il testamento spirituale di Fabrizio ‘Faber’ De André, un percorso ideale nell’anima del mondo, quello degli umili, dei reietti, dei dimenticati:
TRACKLIST Anime salve:
1. Princesa
2. Khorakhané (a forza di essere vento)
3. Anime salve
4. Dolcenera
5. Le acciughe fanno il pallone
6. Disamistade
7. Â cúmba
8. Ho visto Nina volare
9. Smisurata preghiera.
Il libro di Sinopoli è uno studio che attesta non solo quanto l’opera di De Andrè sia in realtà più ricca e complessa di quanto sia comunemente creduto, ma anche quanto la sua abilità non si sia fermata solo alla sua innegabile qualità di autore di testi. Sinopoli, studiando a fondo l’ultima opera del maestro ligure ce ne mostra la dimensione musicale, nella sua componente sostanziale di strumento di espressione e di comunicazione evocativa e non.
Si parte dalla storia della realizzazione dell’album alla poetica che lo contraddistingue, da un’attenta analisi dei testi delle canzoni ad uno studio dell’apparato musicale per approdare al rapporto tra elemento testuale e musicale all’interno di ogni singola canzone.
Un’opera esaustiva quindi, che ripercorre anche tecnicamente lo sviluppo del progetto, dimostrando che De Andrè, anche insieme a Ivano Fossati e Piero Milesi, è stato in sostanza il principale responsabile delle scelte operate nella costruzione dell’opera. Un libro da leggere assolutamente per comprendere meglio, o anche solo di più, il genio De Andrè.
Alessandro Sinopoli, Fabrizio De Andrè. Anime salve, Auditorium, pag. 154, € 12.50
Eva Kent
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