Vendetta al palazzo di giada
[L’ILLETTERATA]
Ed eccoci all’annunciato appuntamento con il secondo romanzo della trilogia del leale e fortissimo Detective Samurai Matsuyama Kaze, frutto della fantasia intellettuale di Dale Furutani.
Sempre alla ricerca della figlia dei suoi signori trucidati dagli emissari del nuovo Shogun, mentre procede lungo la grande via che congiunge Edo, l’antica Tokio, a Kyoto, assiste a un’imboscata. Un commerciante viene assalito da un manipolo di banditi, la sua scorta brutalmente assassinata.
Kaze interviene alla velocità del lampo, e riesce a disperdere i banditi. Il commerciante, Hishigawa, gli promette in dono una spada (visto che la sua si è spezzata nel combattimento con quello che dovrebbe essere il capo dei banditi), lo prega di scortarlo fino al suo palazzo, perché ha con sé un cospicuo carico di oro. Kaze accetta, e con varie astuzie riesce a seminare i banditi, nel frattempo tornati alla carica. Quando giungono nel sontuoso palazzo del mercante – che peraltro lungo tutto il tragitto non ha fatto che celebrare bellezza e virtù della propria moglie, Yuchan – Kaze rimane deluso, sente puzza di marcio. Il comportamento dei servitori, la tanto mitizzata moglie, tutto suona falso. Troppi sguardi perfidi, ragazze che sembrano cortigiane, occhi che spiano nell’ombra. Kaze scopre che Hishigawa è oggetto di una vendetta, di un complotto che mina la sua vita e quella di chiunque si trovi al Palazzo di Giada, ma la verità è altrove: “Scopri il sipario e scopri il trucco. Magia della rivelazione“.
Ancora una volta l’umorismo, a volte un po’ “nero”, e la sapienza zen di cui sono costellati i suoi testi rendono il romanzo di Furutani un giallo brillante costellato di colpi di scena che ci accompagneranno fino all’ultima pagina. Come nella prima puntata di questa trilogia le brillanti invenzioni che Kaze escogita man mano conquistano il lettore, introducendolo non solo nel racconto, ma soprattutto nella cornice storica in cui questo si svolge (ricordiamo ai lettori distratti di questa rubrica che l’ambientazione è quella del Giappone dell’ottavo anno dell’era Keicho- 1603). Il colpo di grazia, però, ce lo regala il profondo fascino esotico che Furutani riesce a “seminare” tra le righe: anche in questo secondo episodio, ogni capitolo si apre con un haiku (brevissima poesia di concentrazione formata da soli 3 versi) che rende bene lo spirito di quanto accadrà. Onore, coraggio, generosità e correttezza sono i principi fondamentali sui quali si basa non solo la vicenda, ma l’intera trilogia: lo stile scorrevole, ma raffinato rende piacevole la lettura e permette al lettore di immedesimarsi completamente con i personaggi, tanto da sospirare l’inizio del nuovo capitolo per scoprire la verità tanto agognata.
Si avvicina la fine, manca un solo tomo: “Guerriero fortunato! Prediletto dagli dei della guerra perfino i mari arretrano al tuo cospetto“, riuscirà Kaze a concludere la sua missione? Non vi resta che aspettare la prossima settimana, magari in un impeto di generosità ve lo potrei anche confessare…
Dale Furutani, Vendetta al palazzo di giada, Marcos y Marcos, pag 283, € 14.50
Dale Furutani, Eav Kent, l'illetterata, letteratura, Marcos y Marcos, martelive, martemagazine, Vendetta al palazzo di giada