Il Gigante fragile: Svizzera Ghiacciaio dell’Aletsch
[TRIP: NOTE DI VIAGGIO]
Ha quell’apparente immobilità tipica dei giganti addormentati delle favole. Steso tra le vette dell’Aletschhorn (4.195 metri, da cui prende il nome) e dell’Eggishorn (2.926 metri), si possono notare i suoi movimenti solo confrontando fotografie prese a intervalli di tempo lontani tra loro. Unico indizio della sua lenta e nascosta attività è una specie di rumore di fondo, sordo, cupo, ma costante.
Sotto la coltre di ghiaccio, infatti, milioni di rivoli d’acqua, rocce e terriccio si muovono verso valle, comunque fedeli allo spirito di gravità, nonostante siano stretti nella morsa di un abbraccio sottozero.
Chiuso qui, tra le sue montagne, il gigante sembra immutabile, intoccabile ed eterno. Purtroppo una cartolina kitschissima in vendita presso uno dei rifugi della zona rivela la triste realtà. Nel corso dell’ultimo secolo il ghiacciaio dell’Aletsch si è ridotto e in modo impressionante. Basta inclinare la cartolina che ritrae uno dei punti panoramici più celebri per vedere com’era in realtà l’Aletsch all’inizio del 1900. Nel mio piccolo, a distanza di 15 anni dalla prima volta che venni qui, posso dire di non averlo trovato proprio come me lo ricordavo. Poca neve, poche precipitazioni, le temperature che si alzano. Sembra proprio di essere al capezzale di un malato.
Eppure questo gigante di ghiaccio, che si stende per ben 120 chilometri quadrati, non ha perso nulla del suo fascino. Si tratta pur sempre del più esteso ghiacciaio delle Alpi. Gli amanti dei numeri hanno calcolato che la sua massa di ghiaccio, fusa, fornirebbe un litro di acqua al giorno ad ogni abitante del pianeta, per ben sei anni! Lungo 23 chilometri, alle sue pendici si trova uno dei boschi di cembri più alti d’Europa, popolato da stambecchi, scoiattoli, camosci, cervi e caprioli; tra gli alberi si intravedono frequentemente picchi, fagiani di monte e pernici. Nei pratoni appena fuori dal bosco, con un po’ di pazienza e discrezione, ci si può avvicinare alle tane delle marmotte. Inizialmente sospettose e dispettose, non datevi la pena di inseguirle tra una tana e l’altra, ma sedetevi tranquilli. Appena capiranno che l’obiettivo della macchina fotografica è innocuo, cominceranno a scorrazzarvi sotto il naso del tutto indifferenti alla vostra presenza.
Nel 1860 il nostro ghiacciaio godeva di ottima salute: era più lungo di ben 3 chilometri e il suo bordo era 200 metri sopra a quello attuale. Oggi il surriscaldamento globale ne determina una riduzione di 50 metri l’anno. Nell’estate del 2007, Greenpeace, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento, ha assoldato l’artista americano Spencer Tunick che una ha realizzato una scultura vivente con centinaia di persone nude (www.greenpeace.org/italy/news/tunick-clima-kyoto), in posa sui bordi del ghiacciaio, a simboleggiare la fragilità di un ecosistema gravemente minacciato dalle temperature in aumento.
Certo con una massa di 27 miliardi di tonnellate il nostro venderà cara la pelle e comunque si spera che tenga duro abbastanza fintanto che il genere umano non riuscirà a dimostrare un po’ più di sale in zucca…
COME ARRIVARE E INFO VARIE
L’Aletsch si trova in Svizzera tra il canton di Berna e Vallese ed è patrimonio mondiale dell’umanità (www.jungfraualetsch.ch). Si arriva in auto da Briga (cui si accede dal Passo Sempione), proseguendo per Mörel, dove si parcheggia, o per la stazione a valle della funivia Betten/Bettmeralp, DOVE VA ABBANDONATA LA MACCHINA… Ma tranquilli: lei starà benissimo e voi di più. Quindi con la funivia si sale a Riederalp o a Bettmeralp. Potete anche scegliere il treno: con la ferrovia Cervino-Gottardo si arriva fino a Mörel; da qui con la funivia si sale fino a Riederalp. Salendo mettete i bagagli sui comodi carrelloni: una volta in cima si va a piedi o si prendono i minibus elettrici che percorrono la strada che congiunge tra loro Riederapl e Bettmeralp. Niente auto!
Popolarissima per le piste da sci nella stagione invernale, la zona tra Riederalp, Bettmeralp e Fiesch è in realtà un paradiso anche d’estate: poca gente, aria pura, passeggiate per gambe d’ogni tipo, mountain bike in alta quota e parapendio. E poi ci sono il latte fresco e il milk-shake in malga, o la panaché a bordo lago.
Per informazioni ci sono i siti: www.bettmeralp.ch/i/, www.riederalp.ch (in tedesco e francese) e www.fiesch.ch (in tedesco, inglese e francese). E infine c’è il sito dell’ufficio del Turismo Svizzero: www.myswitzerland.com (tanto per intenderci quei burloni che al 1 di aprile hanno pubblicato il bando Pulitori di montagne… da guardare: www.youtube.com/watch?v=VeiXvRHm_SM).
Per avere informazioni più tecniche sull’arretramento del ghiacciao, potete visitare il sito http://www.vaw.ethz.ch/research/glaciology/glacier_change/gz_variations_gr_aletschgretscher.
Se volete farvi una bella escursione sul ghiacciaio potete contattare: Centro Pro Natura Aletsch ( www.pronatura.ch/aletsch, telefono : +41 (0)27 928 62 20 e email: aletsch@pronatura.ch).
Foto di Amanda Ronzoni
Amanda Ronzoni, Ghiacciaio dell’Aletsch, martelive, martemagazine, Svizzera, Trip: note di viaggio, viaggi