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Borderland – Linea di confine, regia di Zev Barman

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borderland1CINEMA- In un Messico inconsueto e fuori da molti dei soliti clichè si sviluppa Borderland, l’ultimo film di Zev Barman, che, ispirato ad una storia vera (chissà quanto alla lontana però!), fra le strade polverose di frontiera vede protagonisti tre giovani statunitensi alle prese con una setta che pratica sacrifici umani.
Uno dei tre ragazzi, l’ingenuo di turno che in ogni film horror finisce male, viene rapito e da allora gli amici, con l’aiuto di un’avvenente barista del luogo e con l’omertà della polizia e degli abitanti del luogo, tentano la difficile ricerca fra i pochi indizi ed un’unica certezza: nonostante il pericolo, non voler tornare a casa soli.
A loro si aggiunge un poliziotto che nelle prime scene del film era stato graziato dalla ferocia omicida della setta: un uomo che ormai vive ai margini della società, un ex sbirro che ha le prove, ma che non è ascoltato da nessuno se non dai giovani protagonisti. Inizia così la “caccia” agli assassini fra riti di iniziazione, qualche colpo di scena e molti momenti morti (forse voluti?) che aiutano ad approfondire la psicologia dei personaggi, ma che smorza spesso la tensione.
Colpisce, soprattutto nella prima parte, il ritmo psichedelico dato dalle scelte nella fotografia e borderland_2nella regia  che ricordano molto gli spot.
Bravi i protagonisti “buoni”, mentre nonostante le torture e gli elementi raccapriccianti sono proprio i “cattivi” di turno a risultare a tratti poco convincenti. A cominciare dalla giustificazione del rapimento: tentare il sacrificio per la prima volta su un americano e non come al solito su un messicano. E la parte finale, quando si compie il rito, conferma questi sospetti: rispetto alle premesse risulta tutto poco “graffiante”.
Rispetto agli ultimi horror usciti nelle sale Borderland risulta così riuscito solo a metà e non è un caso, forse, che un film di produzione messicana del 2007 abbia impiegato quasi 2 anni per arrivare in Italia. Ogni tanto la trama ci ricorda i mitici Hotel 1 e 2, ma quant’è forte il divario in tensione e capacità di presa sul pubblico!
Un ultimo appunto: il torture porn, sempre più presente in queste pellicole, se è privo di un sano “brivido” di paura che senso ha?

Angelo Passero, Borderland – Linea di confine, cinema, Marte Magazine, martelive, Recensioni, Zev Barman

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