Il ’68 in una bocca
[GRAFFI(A)TI AD ARTE]
Fino alla scorsa settimana nella Galleria One Piece Art, vicolo Orto di Napoli 5, c’era posto per una bocca. Una bocca in bianco e nero, opera di un giovane Pino Settanni che ha ritrovato e riscoperto questi scatti grazie all’amico Gianpiero Mughini, che ha fortemente voluto questa mostra.
In quella bocca è facile vedere l’immaginario di un ragazzo, appena venuto fuori dall’adolescenza, che sa descrivere nell’imperfezione di un dente rotto e nella morbidezza di due labbra semplici il massimo della sensualità.
Settanni ci spiega, con onestà intellettuale, che questa mostra adesso è una provocazione bella e buona. La sensualità dichiarata in queste foto è vera, sincera: la ritroviamo nel mostrarsi candido della giovane meridionale, di cui il fotografo non riesce a ricordare il nome neanche sforzandosi, nel fare sensuale e non volgare, nello stesso sguardo del fotografo che dopo appena due anni in compagnia della sua Pentax, in un momento storico di cambiamento come il ’68, si dedica ad un particolare semplice e piccolo.
Tormento ed estesi della fantasia maschile quella bocca è vera, perché chi sta davanti all’obiettivo è sincero e chi gli sta dietro lo è altrettanto. Nessun ritocco tecnico o chirurgico, un gioco tra ragazzi che non avevano coscienza di inventare uno spartiacque.
Il ’68 catapultò i giovani italiani in un bagliore europeo e mondiale: la protesta e i temi sociali, per la prima volta portati in piazza, cambiarono il modo di vedere e di vivere la periferia e la provincia. Quella tensione all’esterno, nelle foto ospitate alla Once Piece Art, ancora manca, invece c’è intimità e una castità che si scioglie in un gioco voluttuoso.
Quale ragazza oggi poserebbe con il velo di peluria che quella bocca mostra con disinvoltura? Oggi la pelle senza neanche più i pori è solo plastica, una sensualità fatta di design più che di carne, un erotismo non più carnale, ma architettonico.
Settanni ,(www.pinosettanni.it) dopo quarant’anni, ci ricorda cosa era per un ragazzo di allora la sensualità e cosa dovrebbe essere per una donna, sempre, giocare con le proprie grazie. Ci mostra quanto, in fondo, è semplice giocare a fare la donna, senza eccessive costruzioni e problematiche.
Ho chiesto a Settanni di che colore fosse quella bocca e scoprire nell’archivio una diapositiva colorata di un rosso vermiglio non mi ha potuto lasciare più che soddisfatta. Una bocca di donna, rosso vestita, attira l’attenzione e le fantasie. In fondo, le regole del gioco non sarebbero poi così complicate, ci insegna quella ragazza di quarant’anni fa.
One Piece Art, vicolo Orto di Napoli (angolo via Margutta) Roma. www.onepieceart.com