Concepts ARPAnet
[L’ILLETTERATA]
Le ultime vacanze mi hanno regalato un po’ di tempo da dedicare alla lettura (cosa che ormai non succedeva da tempo immemore!). E mi è capitato di imbattermi in un libro, edito dalla ARPAnet, davvero particolare. Va premesso che questa casa editrice ha adottato un sistema davvero fuori le righe per cercare nuovi talenti letterari ed ha, tutt’ora, in ballo una iniziativa editoriale (che scadrà il 27 febbraio 2009) per la pubblicazione di libri inediti e per la loro distribuzione in libreria, tramite la candidatura di manoscritti nelle collane ARPANet CONCEPTS e miniCONCEPTS, sia all’interno delle antologie oppure come libri singoli (romanzi, raccolte di racconti, poesie).
CONCEPTS è un’iniziativa editoriale volta alla pubblicazione di narrativa e poesia varia liberamente ispirate (Musica, Letteratura, Arte, Cinema, Moda, Gusto, Storia, Profumo, Design o Architettura) e si rivolge a tutti gli autori, emergenti e non, che abbiano nel cassetto testi inediti da proporre al pubblico.
Tra le mie mani sono capitati due miniCONCEPTS e una Antologia CONCEPTS Musica.
Nella seconda da una nota, un ritmo, un motivo che invade la mente, dall’eco di un frammento di vita intensa che ci sorprende intenti a canticchiare ad occhi chiusi, si mettono in moto gli ingranaggi della scrittura. Scrittura legata ai suoni apparentemente dimenticati, che prima o poi tornano, si affacciano sull’anima e innescano un meccanismo creativo assai sfaccettato. Ed ecco che la musica, nel suo ruolo di musa ispiratrice, genera spirali mortifere e riflessioni sul senso della vita come mistero eterno. Prende per mano lo scrittore e lo conduce verso territori noir, carichi di tensione e di intrecci narrativi concentrici e spesso irrisolti. I testi di narrativa e poesia sono liberamente ispirati da:
La fabbrica di plastica di Gialunca Grignani, The Koln Concert di Keith Jarret, Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi, Un po’ dei nostri tempi migliori dei Pooh, Inverno di Fabrizio De André, Il vecchio e il bambino di Francesco Guccini, Valley of the innocents di Chris Withley, Fire on Babylon di Sinead O’Connor, L’isola che non c’è di Edoardo Bennato, Nevermind di Kurt Cobain, The Wall dei Pink Floyd, I say a little prayer for you di Aretha Franklin, Rawpower di Iggy Pop.
Il tutto condito da nostalgiche analisi del passato e da tentativi di trovare un senso nel presente, per poi affrontare ciò che sarà domani.
Tra tutti i racconti… La Telefonata di Marco Panini, ispirato da L’isola che non c’è di E. Bennato: un racconto surreale che diventa una gravosa e soffocante corsa di una giornata per un dolcissimo appuntamento in cui due sole parole varranno il viaggio tra pericoli, inseguimenti e abili camuffamenti.
La Valle degli innocenti di Laura Bonelli, ispirato a Valley of the innocents di Chris Whitley: è un racconto fatto di atmosfere rarefatte, a tratti quasi sognanti, a tratti efficacemente dolorose, in cui l’istinto originario di autodistruzione diventa rinascita e liberazione, futuro e speranza.
Duecentostile di Remo Borgatti, ispirato da The Wall dei Pink Floyd: musica e sport che si intrecciano, che raccontano una vicenda personale intrecciandola inesorabilmente con la Storia. Una giovane, che seguiamo bambina, ragazza e donna, piena di belle speranze e ambizioni, che cade si rialza e trova di nuovo non solo la capacità di vivere, ma anche quella di vincere ancora, nonostante il sentiero tortuoso e le difficoltà affrontate.
Infine, Cercami in un aquilone di Annalisa Puglielli, ispirato da I say a little prayer for you di Aretha Franklin: il ricordo di un amore, il primo, il più grande, il più indissolubile di tutti, che accompagna alla morte un uomo e lo fa ricongiungere alla figlia. Una storia come tante che però è fatta di dolorosa introspezione, di cambiamento, di vita e di morte.
I due miniCONCEPTS, invece… Cronaca medievale di un evento inatteso di Giovanni Nigro, ispirato da Old Boy di Park Chan Wook (Cinema) è una storia di morte, di autodistruzione e di vendetta, ambientata nel Medioevo. Un uomo che uccide suo fratello per vendetta, la sposa di questi che incolpa il proprio amante e sposa l’omicida e lui che finisce il suo lavoro uccidendo lei e lasciando intendere che proseguirà con la sua prole. Il tema della vendetta senza falsi pudori, ma come una sorta di catarsi che diventa a sua volta “la vendetta dello spettatore”.
48° 49’ 48.22’’ N- 2° 19’ 51.17’’ E, di Luca Merendi, ispirato da “giacca nera di velluto liscio con interno in stoffa colore indaco di David Meyer”, collezione Fall- Winter 06/07 (Moda) e da “Eggvertising- la pubblicità arriva sulle uova” (Gusto): una inattesa cronaca dal futuro, in cui le case diventano ambienti programmabili, trasportabili e replicabili (MAD- moduli abitativi dinamici), in cui il sesso e i gusti sessuali sono decisamente incerti (donna- omo e omo- donna), in cui i rave party (QBE) si svolgono nei cunicoli del metrò e in cui l’arte diventa un connubio indissolubile con il cibo. La particolarità di questo libretto risiede nel fatto che, a seconda del lato da cui lo leggiamo, possiamo entrare nella stessa storia narrata però dai due diversi protagonisti, Orlan, cuoco di professione e artista per diletto (con un bel paio di tette…) e Katrina, che lavora per una ditta che produce una nuova fibra, che cambia colore con l’umore.
In tutti è tre i libri di cui vi ho parlato la cosa che mi ha colpito di più sono state le irrefrenabili possibilità della fantasia: l’invidiabile capacità umana di dare un senso diverso alle cose, in base al momento, allo stato d’animo di chi vede o ascolta o assaggia, del suo background culturale e sociale e, in base soprattutto all’innata capacità di volare con la fantasia.
Di tutti e tre i volumi serbo un ricordo nitido, come di compagni di avventura che mi hanno trasportato nell’Universo senza tempo della narrativa e mi hanno accompagnato a ritmo di musica, o con le sequenza modulate di un film.
Ve ne segnalo l’esistenza e mi auguro di invogliarvi alla loro lettura: è un tipo di esperienza diversa che merita di essere fatta, piccole perle di letteratura contemporanea, prodotte e promosse da una delle poche piccole case editrici italiane che non chiede soldi per la pubblicazione di un’opera prima, ma solo talento e la capacità di mettersi in gioco lasciando votare gli utenti del web.
Da provare perché… ogni parola ha un suono che inventa mondi!
Per informazioni: www.conceptsbooks.it
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