Di adattamento in adattamento!
[STREAP-TEASE: FUMETTI MESSI A NUDO]
Girovagando per gli stand della fiera romana della piccola e media editoria, sono stato attirato da un esile libricino a fumetti: il motivo dell’interesse era dato dall’enorme scarafaggio nero disegnato sulla copertina sotto il titolo, in rosso, La metamorfosi. Essendo un ammiratore dello scrittore di Praga non ho potuto sottrarmi all’acquisto per mettere alla prova l’adattamento a fumetti della triste trasformazione del mite commesso Gregor Samsa con le pagine originali del racconto di Kafka.
Per quanto scettico nei riguardi di certi adattamenti, ancor più quando vengono tentati con pagine tanto simboliche come quelle di Kafka, ammetto di essere rimasto favorevolmente impressionato dal lavoro di Peter Kuper, disegnatore per The New Yorker e The Time, che riesce a trasmettere nelle sue pagine l’identica inquietudine raccontata a parole dall’autore ceco.
Dal punto di vista del contenuto, Kuper sceglie di seguire la scansione in tre parti del racconto così come negli eventi che, dallo spiazzante incipit fino al desolante finale, ricalcano la storia originale. Il fumetto è invece per lo più muto e in bianco e nero, dunque la bravura dell’artista risiede nella capacità di far emergere solo attraverso i disegni, caricaturali al limite per apparire volutamente grotteschi come la vicenda ideata da Kafka, il disagio dell’alienazione vissuta dal protagonista.
I diversi stati emozionali attraversati dall’uomo scarafaggio vengono sottolineati con piccoli dettagli tipici della tavola a fumetti, come i bordi marcati, spigolosi, o invece sfumati, o dalla struttura delle tavole, sempre diversa per prospettiva e scelta della griglia.
Rincuorato dalla felice scelta del primo giorno, ad una seconda visita dei padiglioni della fiera, sono andato alla ricerca di altri esempi di passaggio dal romanzo al fumetto, per accorgermi soprattutto che…esistono adattamenti e adattamenti! Si passa da Lo Hobbit a fumetti, illustrato da David Wenzel, a numerose versioni manga dei capolavori di Shakespeare, quali L’Amleto o La Tempesta.
Nel primo caso si è scelto di raccontare pedissequamente le gesta di Bilbo Baggins, utilizzando direttamente nei dialoghi e nelle didascalie parti del testo originale di Tolkien. Il risultato è meno appassionante del previsto, addirittura pesante per chi già non era stato conquistato dalla verbosità dei racconti originali, ma sicuramente piacevole per tutti i fans della Terra di mezzo.
Nel caso dei drama manga ideati dalla casa editrice Selfmadehero, si è scelto di ambientare le storie del Bardo in altre epoche, come il 2017 per il Principe di Danimarca, o in contesti nuovi come la lotta tra due clan della Yakuza per la rivisitazione di Romeo e Giulietta. Qualcuno storcerà il naso per tale affronto all’opera immortale di Sir William, qualcun altro obietterà che, fatte salve le dinamiche tragiche di base, il background delle storie è stato già modificato più e più volte in passato. E se la riscoperta della letteratura mondiale da parte delle nuove generazioni passasse proprio attraverso questi remake emo?
L’ultimo modello di adattamento che vorrei proporvi è invece al limite del lecito, perché fa riferimento all’utilizzo di personaggi classici della narrativa in una chiave completamente nuova. Un primo tentativo del genere era stato proposto alcuni anni fa da Alan Moore con la sua Lega degli straordinari gentlemen, un divertissement a fumetti che imitava nella veste grafica i pamphlet avventurosi dell’800, sfruttando i grandi personaggi della letteratura inglese come il Dottor Jekyll, il Capitano Nemo o Alice di Lewis Carroll, impegnati in improbabili avventure come antesignani dei primi supereroi.
Negli ultimi anni un gioco narrativo speculare è stato tentato da Bill Willingham e Mark Buckingham nella serie Fables. Cosa è successo a tutti i personaggi che popolavano le favole di Andersen, di Perrault o dei Grimm? Cacciati dalle lande fantastiche abitate per secoli, sono stati costretti a trovare rifugio nella nevrotica NY contemporanea, vivendo fianco a fianco degli umani e celando la propria natura magica, mentre quelli con un aspetto non umano vivono fuori città, nella Farm. Biancaneve ed il Principe Azzurro hanno divorziato, il Lupo cattivo ha visto i suoi crimini condonati, ma altre minacce si stagliano all’orizzonte contro la folkloristica comunità delle fiabe… Come Shrek, Fables decontestualizza le icone della mitologia infantile ed inserendole nel nostro presente, le trasforma in cartine al tornasole che rivelano vizi e perversioni che “il vissero felici e contenti” mascherava abilmente. Ma a differenza della saga dell’orco verde, che mantiene intatta la capacità di far ridere, questo fumetto viaggia su livelli di satira e critica sociale ben più sottili, tra Marx, Orwell e la questione israelo-palestinese. Rimboccate le coperte ai piccini, riponete il loro libro di favole preferito sullo scaffale e poi immergetevi nella lettura di Fables, per dare a quel “C’era una volta…” tutto un altro significato.
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