Il Cavaliere Oscuro, regia di Christopher Nolan
CINEMA- Di super eroi ne abbiamo visti a bizzeffe nel mondo del cinema, tra remake e continue trasposizioni dei fumetti più amati. Chissà perché l’uomo pipistrello si è sempre classificato fra i più usati sul grande schermo: dalla colorata ed imbarazzante serie Tv fino ai tetri scenari tipicamente Burtoniani. Ed è stato proprio Tim Burton a dare il via ad un Batman oscuro, tormentato e decisamente gotico.
Con il primo episodio dell’uomo pipistrello, del lontano 1989, Burton ha reso la follia danzante della lotta tra Batman e il famoso Joker, lo psicopatico dalla risata facile. Nessuno poteva lontanamente immaginare un Joker che non avesse il volto dell’inconfondibile Jack Nicholson, ma oggi nel 2008 bisognerà ricredersi.
Il Cavaliere Oscuro, diretto dal regista di Memento, Christopher Nolan, è il secondo episodio della nuova trasposizione cinematografica del paladino notturno, che aveva trovato il suo principio nel 2005 con Batman Begins.
Avevamo lasciato il miliardario Bruce Wayne (Christian Bale) alle prese con la sua nuova identità, con una villa da ricostruire e un nuovo nemico da cacciare.
La criminalità a Gotham City non si è ancora arrestata del tutto e tanti sono i mafiosi in piena libertà.
Bruce, con l’aiuto del tenente Gordon (Gary Oldman), continuerà a proteggere le sorti della sua città vedendo nel nuovo procuratore distrettuale, Harvey Dent (Aaron Eckhart), il suo possibile successore come primario protettore di Gotham.
Ma il bene e il male sono due facce della stessa medaglia e l’uomo pipistrello dovrà vedersela con il suo più acerrimo nemico, il caos in persona: Joker (Heath Ledger).
Fin da quando era uscito Batman Begins, si aveva avuto la certezza di avere davanti una nuova tipologia di Batman, decisamente meno fumettistico e più vicino ad una realtà futuristica, dai cupi e pessimistici contorni.
Si abbandona l’aria fantasiosa per abbracciare in tutto e per tutto la tecnologia, mostrando fino in fondo quanto sia umano l’uomo pipistrello, rinchiuso nelle sue paure e pronto ad incanalare il suo odio al servizio del bene.
Tuttavia, con Il Cavaliere Oscuro, Nolan getta le basi di un dibattito senza fine: il famoso duello tra il bene e il male.
La domanda principale che Nolan ci pone è se l’uomo può essere davvero corruttibile, se al giorno d’oggi sia impossibile trovare un briciolo di umanità, perché “O muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare cattivo“. L’esito di queste domande, il regista, lo riversa in maniera sublime sul volto di un Joker dal trucco sbavato e trasandato.
Più vicino ad un Beetlejuice, il Joker di Nolan, si presenta spietato e immorale, senza una vena di divertimento se non nella sua mente ricolma di follia, pronto a mostrare a tutti gli abitanti di Gotham come non ci si possa più fidare del genere umano.
La pellicola di un talentuoso Nolan diviene materia di filosofia, di incertezze, dubbi e nessuno alla fine sembra uscirne vittorioso, il bene non sconfigge il male e viceversa.
Si ha la sensazione che tutto sia sempre irrimediabilmente perduto, ma che si continui ad andare avanti perché in un certo senso si è destinati a farlo, si è predisposti per un determinato ruolo nella propria vita.
Il percorso narrativo risulta estremamente lento, noioso a tratti, per chi si aspetta un adrenalinico film d’azione, ma è proprio per questo che Il Cavaliere Oscuro si separa del tutto dal suo stesso genere, mostrandosi come un prodotto serio, costruito attorno ad una psicologia profonda e contorta.
Nessun personaggio sembra primeggiare rispetto all’altro e, a differenza dello scorso capitolo, Batman non fa da protagonista, ma da spalla ad un Joker che ammette di trovare nell’uomo pipistrello ciò che lo completa.
Un grande ed unico coro ben compatto, tra cui spicca la superba interpretazione di un Ledger molto compianto, che supera brillantemente lo scopo principale del suo ruolo: non fare sentire la mancanza del Joker di Nicholson.
Il suo personaggio così diventa l’emblema del film, la contraddizione vivente, l’elaborato lavoro di mimiche facciali e ci lascia, francamente, un po’ interdetti, disgustati per quanto la sua irrazionalità riesca a possedere un briciolo di logica fondata.
Il nostro Batman, il nostro solitario Cavaliere Oscuro, continua la sua corsa, pronto a sacrificare la sua reputazione e l’amore della sua vita per qualcosa di più grande, per provare che il bene esiste ancora su Gotham City.
La città ha l’eroe che si merita e, noi dal canto nostro, possiamo solo conservare la speranza di un terzo episodio, avendo un nuovo Villain già bello e pronto.
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