I segreti per un’abbronzatura da far invidia al vicino di sdraio
[LE PROUDERIE]
La bella stagione determina la necessità, dai più avvertita, di porre in essere opportune ritualità volte ad esorcizzare il rischio delle scottature epidermiche. Troppo spesso, infatti, la dissennata esposizione ai raggi solari, oltre a non garantire risultati efficaci in termini di pura stimolazione melaninica, genera un colore della pelle tanto volgarmente rubizzo quanto effimero e poco duraturo. Meglio allora approntare un efficace programma di abbronzatura. Gli esperti sostengono la necessità di graduare il tempo dedicato alla tintarella. All’inizio pochi minuti, poi, con il passare dei giorni, progressivo incremento del contatto con i raggi U.V.A.. Pamela Prati, da par suo, ritiene che il segreto risieda nell’utilizzo costante di crema solare ad altissima protezione, sempre e comunque, indipendentemente dal livello di abbronzatura già raggiunto. Una fondamentalista, verrebbe da dire. Per la corrente snob la tintarella non è per nulla aristocratica.
La pensano così anche le Bestie di Satana. La potentissima lobby dei fabbricanti di lettini solari insiste sul fatto che solo la prodromica preparazione della pelle ai raggi solari per il tramite di sistemi di abbronzatura artificiale consente di affrontare la spiaggia a viso aperto. I fruttivendoli perorano la causa delle carote. Tanti, troppi carneadi si ergono a soloni. Si tratta, però, quasi sempre di “oratio pro domo sua”, con tutto quanto ne consegue in termini di credibilità. La verità, dicono i saggi, sta sempre nel mezzo. Ma il fine giustifica il mezzo?
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