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All’Alpheus con “El Tofo”

29-05-2007 – Racconto intervista con Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti all’Alpheus in occasione della settima serata di MArteLive 2007.
(Federico Tarquini)

http://www.treallegriragazzimorti.it/
http://www.myspace.com/treallegriragazzimorti

Tre sedie messe a triangolo nella parte meno frenetica del cortile dell’Alpheus. Io, Ciccio (Francesco Lo Brutto) e Davide Toffolo. “È un’allegria senza fine” parlare con questo artista che ci stupisce subito per la sua disponibilità e semplicità. Partiamo per fare un’intervista con carta e penna, ammantanti da una professionalità degna del miglior cronista. I buoni propositi li lasciamo ben presto in tasca insieme alla penna, la situazione che ci si presenta è troppo conviviale e il nostro interlocutore riesce facilmente ad aprirsi a noi come se fosse un vecchio amico. Cappellino in testa, faccia allegra, Toffolo ci risponde sempre con il sorriso, il suo modo di gesticolare e la sua mimica ci dicono tanto di chi è questo artista. Una frenesia allegra nel rispondere, nel muoversi sulla sedia nel ridere di se e delle tante cose che ha fatto nella sua carriera. Alla fine è contento della tempo passato insieme e della sua serata al MArteLive, gli piace come si compone lo Spettacolo Totale, l’alchimia un po’ bizzarra che si muove e che si crea all’Alpheus il martedì sera.

“I Tre allegri ragazzi morti sono una superidentità, qualcosa che è nato con noi, ma che ora si è allargato a tutto ciò che ci si muove intorno”.
Davide Toffolo ci colpisce con questa affermazione, ed anche con tanto altro, nella piacevole conversazione che abbiamo avuto con lui questa sera al MArteLive (martedì 29.05 ndr). Anche se ospite della sezione fumetto, non abbiamo potuto non spaziare sui multi-piani dell’identità artistica di un personaggio eclettico come “El Tofo”. È impossibile definire uno spazio dedicato alla musica ed un altro dedicato al fumetto nell’esperienza di quest’artista, dei Tre allegri ragazzi morti e di tutto ciò che gli gira intorno, per questo abbiamo intavolato un colloquio con Davide Toffolo che trovasse proprio in questo caos gioioso una possibile traccia iterpretativa dei sui lavori. Questa super identità dunque fluttua sulla comunità di amici, fan, affezionati ragazzi morti che è, a detta dello stesso artista, il risultato più tangibile e più vero del lavoro iniziato più di dieci anni fa.
Lavoro cominciato con un approccio critico ai media di massa ed ai suoi simboli. L’occultamento dell’identità è un operazione ludica, un gioco che nel negare crea. Su questa traccia paradossale probabilmente si è sviluppato tutto il percorso di Davide Toffolo sia come fumettista che come musicista.

“Negli ultimi tempi ci siamo accorti di quanto sia importante la comunità che abbiamo intorno”. Nel negare uno dei grandi motori dell’industria culturale di massa, l’identità estetica del divo, la parabola artistica di Davide Toffolo si rigenera sulla dimensione comunitaria dei suoi linguaggi privilegiati (internet, blog, my space). “La mia opera e quella dei Tre allegri ragazzi morti l’ho sempre intesa come un laboratorio di comunicazione”. Questa sperimentazione appunto vive delle apparenti contraddizioni che i linguaggi delle reti scavalcano senza affanni. La comunità ritorna preponderante nella misura in cui la visibilità e l’esposizione dei prodotti di Davide Toffolo è quasi inesistente sui media generalisti (Tv, radio, stampa) e contrariamente molto presente in rete, sia per volontà dello stesso autore che grazie alle dinamiche di libera circolazione delle idee che lì si possono attivare
“L’arte è cambiamento, è movimento”. È facile quindi arrivare a questa conclusione e soprattutto capire perché Toffolo abbia questa visone dell’arte e dell’essere artista. 

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