Ennio Morricone alla Sapienza
Lunedì 21 maggio 2007 – Aula Magna, Sapienza Università di Roma
Stagione Musicale 2006-2007
Ennio Morricone: Direttore
Susanna Rigacci: Soprano
Mario Rigillo: Voce recitante
Orchestra Roma Sinfonietta
L’affresco del Sironi, nell’Aula Magna del Rettorato della Sapienza, darebbe risalto visivo e prestigio a qualunque evento, mondano e non. Ma quando si abbassano le luci e fa il suo ingresso l’orchestra, seguita dal Maestro Morricone, non puoi far altro che spalancare gli occhi e aspettare l’inizio dello spettacolo con trepidante attesa. E se ti fermi a guardare l’elegante postura dei violinisti, il luccichio degli strumenti a fiato e la maestosità del pianoforte, ti viene spontaneo applaudire e subito dopo interrompere qualunque attività motoria. Restare immobile ad ascoltare. Ennio Morricone è il genio indiscusso delle composizioni differenziate e multiformi, della contaminazione linguistica e dell’ibridazione di genere, conosciuto principalmente per la propria produzione compositiva cinematografica, ma non solo: ha scritto musiche per il teatro di prosa e di rivista, per la radio e per la televisione. Si è cimentato nella figura dell’arrangiatore, inserendosi con successo nella nascente industria discografica. La sua produzione relativa alle varie attività musicali conta circa 400 titoli, più 50 composizioni destinate alla sala da concerto: una carriera artistica straordinariamente attiva quindi, non limitata all’ambito della musica “colta”, ma estremamente eclettica e sfaccettata. Ed è questa la versione di Morricone che abbiamo conosciuto lunedì 21 maggio 2007 alla Sapienza: un Maestro a 360 gradi, che sa adattarsi ai tempi e rendere attuale il datato e l’arcaico. La musica che nasce dalla mente di Morricone è sempre nuova e diversificata, pur nascendo da strutture melodiche preesistenti: “Sul piano teorico ho voluto dimostrare che prendendo una sequenza di suoni (melodia), operando da un lato nel rispetto della loro successione, dall’altro nello stravolgimento dei valori originali, nella correzione delle altezze, nella ri-creazione delle dinamiche, la melodia di base perde la sua riconoscibilità, la sua connotazione originaria, per acquistarne una nuova, molto diversa” (Morricone, dichiarazione redatta a proposito di “Esercizi per dieci archi solisti “ del 1993).
La prima parte, forse per dare risalto alla meraviglia del dopo o forse solo per pura impressione, è sembrata all’uditorio quasi sottotono: a partire da “Se questo è un uomo”, una meditazione sui versi che Primo Levi pone in apertura del suo romanzo-memoriale, per arrivare a “Frammenti di Eros”, cantilena solenne e interiore basata su cinque testi in altrettante lingue, si è trattato di una sorta di smarrimento temporale, un’escursione su linee melodiche fisse e a tratti pesanti. La composizione, una cantata per soprano, pianoforte e orchestra, prevede una lunga parte in latino, senza alcuna intromissione strumentale, che ha portato in sala un senso di profonda stanchezza interiore e un’inquietudine diffusa.
Grande ripresa, decisamente oltre qualsiasi aspettativa, con la seconda parte del concerto: splendida la versione per clarinetto e orchestra d’archi della “Metamorfosi di Violetta”, ripresa dalla celebre tema verdiano “Amami Alfredo”, cantato da Violetta nel secondo atto de “La Traviata”. Sopra le righe, e assolutamente inaspettata, la chiusura, una “suite” di cinque temi cinematografici compresi tra gli anni 1968-1971 (vedi “Metti, una sera a cena”, “H2S”, “Il Clan dei Siciliani”), intitolata “Fogli Sparsi”. In pochi minuti un tripudio di suoni e colori a ravvivare l’atmosfera: un assolo di chitarra elettrica, la batteria che passa con disinvoltura dai ritmi jazz allo swing, la voce del soprano Susanna Rigacci che sembra colpire direttamente l’anima, i tasti del pianoforte che si muovono guidati dalla bacchetta di Morricone, che annuisce concentrato sulla piccola pedana. Difficile immaginare qualcosa di più sorprendente: dopo un’ora e mezza di musica standing ovation per Morricone e Susanna Rigacci, scrosci di applausi per gli artisti dell’Orchestra Roma Sinfonetta.